Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 21 Maggio 2020

È abbastanza facile immedesimarsi nei discepoli in questo brano. Sono lì, confusi e disorientati dai discorsi di Gesù:
«Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Ed è facile concentrarsi come loro sul voler quantificare quel “un poco”.

Anche noi, infatti, sappiamo che quando siamo in compagnia di una persona con cui stiamo bene, facciamo poi tanta fatica, soffriamo quando dobbiamo starci lontano. Basta pensare a questo periodo di isolamento che abbiamo vissuto/stiamo vivendo e al desiderio di uscire di casa che sta prendendo un po’ tutti. Abbiamo bisogno del contatto con le persone a noi care, perché lo stare lontano da chi amiamo non ci piace e alla lunga ci disorienta e ci rende tristi.

Come i discepoli, però, anche noi rischiamo di concentrarci sulla “mancanza”, sulla paura dell’isolamento da ciò che ci fa stare bene, finendo così per perdere di vista la cosa più importante che Gesù dice: «Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

È questo ciò che conta davvero. Se ci fidiamo, se crediamo che in ogni caso, qualunque cosa succeda, noi “lo vedremo” e che “la nostra tristezza si cambierà in gioia”, allora non sentiremo più una mancanza ma sentiremo prima di tutto una promessa. Una promessa che se vissuta con fede, porterà qui e ora la gioia di un incontro. L’incontro con Lui.

Marco Sturniolo


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