Senza possibilitร di muovermi, la vita sembra trattarmi come un ospite sgradito. Nessun senso, nessuna pietร , nessuna possibilitร di raggiungere e esaudire i miei desideri. Mi trasportano tra una folla che mi vede con curiositร e un poโ di ribrezzo, alcuni con una pietร che ringrazia di non essere al mio posto. Ecco lโuomo, il Santo da cui i miei amici hanno voluto portarmi, lโultima nuova medicina del momento.
Ma questโuomo non mi dร nessuna ricetta. Mi dice solo: ยซCoraggio, figlio, ti sono perdonati i peccatiยป. Ed รจ la prima volta che qualcuno mi parla cosรฌ: i miei occhi delusi, che non lโavevano neanche guardato bene, trovano il suo sguardo. Questโuomo ha visto tutto di me, sa i miei pensieri meschini, sa che mi sono arreso, sa che mi vergogno di stare qui davanti a lui in queste condizioni. Ma mi guarda lo stesso negli occhi, lรฌ dove sa di trovarmi, e non fa quasi caso alle mie condizioni. Mi chiama โfiglioโ, con affetto. Mi dice: ยซCoraggio, il passato รจ passato. Coraggio, fai di nuovo battere il cuore. Coraggio, fidati di nuovo della vita. Coraggio, guarda quanta grazia รจ intorno a te anche adessoยป.
ร solo dopo che mi sono alzato sulle mie gambe e ho festeggiato il mio ritorno tra i vivi che ricordo quello sguardo. Nel ringraziarlo di avermi ridato la possibilitร di vivere e camminare mi ricordo della sua prima frase, del suo primo sguardo. E guardando indietro vedo che la grazia era giร presente nella mia vita: nei miei amici, che mi avevano trasportato da lui mentre io avevo perso ogni speranza, nella loro fede incrollabile che aveva attirato il suo sguardo su di me, nella loro caritร , che li aveva spinti a pregare lโuomo dei miracoli non per loro e i loro problemi, ma per unโaltra persona, per un amico. E cosรฌ, guardando indietro e riconoscendo finalmente la grazia, rin-grazio.
Gloria Ruvolo

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato
