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Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 18 Marzo 2025

Commento al brano del Vangelo di: Mt 23,1-12

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A volte, in una classe, mi capita di vedere un ragazzo o una ragazza che  va a sedersi in un posto diverso dal suo, per stare vicino a un compagno, o per nascondersi meglio. Il professore, immancabilmente, lo fa tornare dove era prima. Mentre questo scambio di posti è abbastanza innocuo, la mia tendenza a mettermi in vista, ben al centro dell’attenzione, non lo è. Quando cerco l’ammirazione del prossimo, lo distolgo da colui che dovrebbe guardare, il Maestro, la Guida, il Cristo.

Mi chiedo perché io vada tanto a elemosinare sguardi.

Che sia malato, come quei ricchi che pensano di non aver mai abbastanza? Se è così, questa malattia è guaribile?

Che io non voglia accogliere lo sguardo del Signore, quello sguardo che ti costituisce uomo, ti comunica dignità, ti crea?

Sia come sia, da solo non guarisco. 

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Per grazia, il Signore si comporta con me come il professore della classe: mi fa ritornare al mio posto. Un po’ confuso per questo cambio forzato, mi accorgo di non essere di più degli altri, percepisco la nostra uguaglianza, e ne gioisco. Avevo scelto di isolarmi e mi ritrovo in buona compagnia. Non mi sembra vero che il Maestro, con tutto quello che ha da trasmettere e insegnare, perda tempo con me. Vuol dire che ne avevo bisogno!

E ora posso stare attento, insieme ai miei compagni di avventura.

Stefano Corticelli SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato