Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 17 Settembre 2023

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La domanda che Pietro pone a Gesù sul perdono è molto interessante e tocca vari livelli. Il primo è senz’altro quello letterale ed esplicito: quante volte sono chiamato a perdonare mio fratello se e quando mi fa del male. I termini “fratello” o “sorella” presuppongono relazioni preesistenti: siamo nel discorso ecclesiale e si parla delle relazioni all’interno della comunità dei discepoli di Gesù.

Quindi ecco un altro livello della domanda, più profondo: Gesù, quanto devo investire nelle relazioni comunitarie per preservarle? Per fare del bene alla comunità e contribuire all’unità? La prima risposta di Gesù, quella numerica, non lascia dubbi a riguardo.

Ma c’è altro ancora. La domanda di Pietro porta in sé un aspetto che rimane implicito ma che è fondamentale: Pietro esprime il suo bisogno di essere perdonato e la consapevolezza che egli stesso “commette colpe contro il fratello”. Allora la questione del numero di volte potrebbe esprimere l’ansia di Pietro che si sente mancante nei confronti della comunità (dei fratelli e delle sorelle) perché consapevole delle proprie colpe.

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La parabola raccontata da Gesù lega, infatti, l’esperienza vissuta del perdono ricevuto con la capacità di donare a propria volta il perdono ad altri. La parabola si prende cura anche dell’(eventuale) ansia di Pietro: il re condona (annulla, non dilaziona la restituzione né la rateizza) al primo servo una cifra spropositata. Anche l’ansioso, il perfezionista, lo scrupoloso possono essere raggiunti dalla misericordia del Signore e soprattutto farne esperienza interiore ed esistenziale.

Andrea Piccolo SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato