Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 15 Settembre 2022

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Madre. Questa parola ricorre cosรฌ spesso. Evoca tenerezza, ricordi dโ€™infanzia, che effetto ci fa sentirla pronunciare? Questa parola ha il sapore delle storie raccontate nella penombra prima di andare a dormire, di chi veniva a soccorrerci a ogni caduta, ad asciugarci le lacrime, ad ascoltarci e ad abbracciarci.

Ma questo รจ un luogo di morte, Gesรน sta per dare la vita, non cโ€™รจ spazio per i ricordi, il dolore prende il sopravvento. La madre, le madri, stanno sotto la croce. Siamo portati sotto la croce, a questa sofferenza che รจ una gestazione. Maria ha il coraggio di stare proprio lร  dove non ci si capisce niente, nelle cose della vita che sono incomprensibili. รˆ una storia di perdita, questa: la madre perde il figlio, il figlio perde la madre.

Non capisco perchรฉ tutto questo, Signore, ma mi fido di te e resto. Sono qui, con te. Queste donne restano, colme di un amore ostinato che si rifiuta di andar via anche quando ormai non cโ€™รจ piรน nulla da fare. Non dice nulla Maria, non puรฒ fare nulla, semplicemente sta. Sta e accoglie.

Lโ€™amore non sa fare altro che questo, accoglie e si dร . Dalla croce Gesรน dร  tutto, persino sua madre, per la nostra vita. E proprio sotto questa croce ci scopriamo discepoli amati. Il discepolo che si riconosce amato puรฒ accogliere la madre, si lascia amare, si lascia chiamare figlio e impara a sua volta ad amare. Allora nessuna morte รจ senza senso, se ci consegna allโ€™amore. Da questo punto in poi non si torna indietro: non saremo piรน soli.

Caterina Bruno

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato