Ricorre questa parola: ricompensa. Da chi ci aspettiamo una ricompensa? Cโรจ la nostra fame di approvazione altrui, il nostro bisogno di essere riconosciuti, visti, e allโestremo, il rischio che ogni gesto sia calcolato in funzione di questo. E quindi la vita rischia di diventare una farsa, non cโรจ libertร in questa dipendenza dal giudizio altrui. Costantemente osservati, come su un palcoscenico, a intrattenere un pubblico. Chi siamo intenti a intrattenere (e trattenere) nella nostra vita? Ma davvero vale la pena vivere cosรฌ? Chi siamo invece nel segreto, quando nessuno, solo Dio, ci sta guardando? Lโipocrisia รจ una simulazione, nel mondo greco โipocritiโ sono gli attori.
E poi cโรจ la possibilitร di scendere tutti dal palco e gettare la maschera.
Elemosina, preghiera e digiuno non sono solo pratiche devozionali, sono modi per incontrare lโaltro, Dio e noi stessi, in modo autentico. Nellโelemosina impariamo a dare allโaltro ciรฒ di cui ha davvero bisogno, gratuitamente. Nella preghiera, in questo dialogo silenzioso con Dio, scopriamo chi รจ il Padre e la veritร di noi stessi. E infine nel digiuno facciamo esercizio di libertร : il digiuno educa il desiderio, ci spinge a scegliere di cosa nutrirci, a capire cosa รจ nutrimento, cosa ci mantiene in vita, e cosa no. ร una rinuncia che fa spazio allโaltro.
Usciamo da questa logica del dovere e del sacrificio, della mortificazione della carne fine a se stessa. La nostra ricompensa รจ la gioia. ร la gioia dello stare insieme, senza dover dimostrare nulla, o compiacere nessuno, cosรฌ come siamo davvero, davanti allโAmore che solo sa vedere.
Caterina Bruno
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato



