La chiamiamo giustizia, ma questa legge che alla fine rende tutti mutili รจ solo unโaltra forma di vendetta.
Se Cristo abita nel nostro cuore non possiamo non imparare a distinguere il peccato dal peccatore, in questo sta il senso di โnon opporsiโ al malvagio.
Certo che esiste il male, Gesรน non ci chiede di fare finta di nulla o di incassare i colpi, altrimenti non starebbe neanche a spiegare come comportarsi quando subiamo un torto, ma sposta lโattenzione sul chi lo compie e su come noi possiamo scegliere di reagire. Abbiamo sempre una scelta. Ci sta chiedendo di rispondere al male con il bene per interrompere la spirale senza uscita della violenza, come ha fatto lui: ยซcome pecora condotta al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprรฌ la sua boccaยป. Il testo dellโEsodo che richiama la legge del taglione รจ molto duro, chiede di pagare vita per vita, ferita per ferita, ma se รจ un altro che ha giร pagato per noi, allora per la vita, nostra e dellโaltro, la strada รจ unโaltra.
ร quella della libertร di una donna come Rosa Parks che con mitezza non cede il suo posto sullโautobus e finisce in carcere, senza opporre resistenza. ร quella dei tanti che scelgono il perdono che rimette al mondo lโaltro, accettando di fare ancora della strada con lui, non quello che lo esclude. Di quella libertร che viene dalla consapevolezza che non รจ necessario mostrarsi piรน forti, denigrare lโaltro, prevaricarlo. Di chi preferisce restare senza mantello, quindi vulnerabile, ferito, piuttosto che ferire a sua volta perchรฉ sa che quello รจ il solo modo per guarire.
A furia di tentare continuamente di pareggiare i conti per paura si finisce per restare soli. La pace, quella vera, che va oltre il nostro modo di fare giustizia, si costruisce a partire da qui.
Caterina Bruno
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato



