Cโera una voltaโฆ e forse cโรจ ancora, da qualche parte dentro di noi, quel bambino che istintivamente sa di chi puรฒ fidarsi. Quel bambino che sa dire โquesto non mi piaceโ e che si interroga su quello che vede senza pregiudizi, che guarda tutto con stupore, che si lascia condurre davanti a Gesรน. Come in questa tela, cโรจ ancora una bambina che sta in piedi, davanti a Gesรน, e lo guarda rapita, dritto negli occhi. Lui le prende il piccolo polso, come si fa per guidare, accompagnare qualcuno, una presa salda, che ti rimette in piedi, al ritmo pulsante di un battito, allโorigine della vita. E sul fondo piccoli piedi scalzi, di fronte a quelli di Gesรน.
Cโera una volta un uomo, e con Lui un incontro vero, รจ cโรจ ancora nella preghiera quando abbiamo il coraggio di stare sotto questo sguardo che ci mette a nudo, ci rivela a quello che siamo, e lasciamo che imponga le mani su di noi, che ci ricordi la benedizione che siamo. Cโera una volta il Paradiso, la felicitร che riuscivamo a immaginare da bambini e di cui adesso facciamo fatica a intravederne le tracce nella quotidianitร .
Se quello che ci aspetta รจ il nulla, e la morte รจ lโultima parola, allora vivremo sempre nella paura del buio, del buio che abbiamo dentro e che tutti hanno dentro, sempre fuggendo la morte che รจ il dono di sรฉ, lโincontro autentico con lโaltro. I discepoli inizialmente si scandalizzano e allontanano questi bambini perchรฉ credono che sia necessaria una certa esperienza per accogliere la Parola. Rappresentano tutte le nostre resistenze a questo incontro nella piccolezza.
ร vero il contrario, serve innocenza, innocenza che non รจ ignoranza, o ingenuitร , trasformarsi tutti in โbravi bambiniโ, no, รจ conoscere tutto ed essere ancora attratti dal buono, essere capaci di stare insieme davanti a quel buono come davanti al buio, ricordando che oltre cโรจ ancora vita.
Caterina Bruno
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato



