Cento volte รจ tanto, forse talmente tanto che vanifica il nostro tentativo di contare le misure nella nostra vita ed apprezzarne lโaumento.
Eppure se rammento i miei giorni mi rendo conto che non devo metterli per forza in fila. Penso a questโavventura iniziata da tempo. Non รจ stata bella? La piรน bella che io possa immaginare.
E mi vengono alla mente momenti, esperienze, sentimenti di ciรฒ che chiamo passato. Sono contento di ciรฒ che รจ stato, e nel dirlo mi rendo conto che non รจ solo passato.
Il richiamare alla mente questa bellezza mi fa fare unโesperienza ora. Queste cose che nascono in me sono ora e non solo ieri. Il ricordo di quella sera, quella volta che sono stato male, quellโaltra che ho visto uno spettacolo mozzafiato. Io in questo istante sono lo stesso di allora. Sono ancora in questo istante contento per lo spettacolo mozzafiato. Sono ancora adesso quello stesso bambino che si meravigliava di cose semplici.
Nulla di tutto questo รจ passato. Si รจ trasformato ed รจ diventato materiale che mi costituisce ora, come tessere di un puzzleโฆ un puzzle strano, che ha tante tessere ognuna collegata con tutte le altre. E in questo puzzle vedo che anche le cose che ho dovuto lasciare si sono trasformate, il rapporto con le persone care che non ho piรน intorno con la frequenza di un tempo, il rapporto con gli amici lontani, coi luoghi vissutiโฆ Riesco a sentire la bellezza di queste cose ora, non ci riuscivo prima di lasciarle. Ammesso che si possa misurare, apprezzo la vita almeno cento volte piรน di prima. E non lโho deciso io. ร un dono ricevuto.
E tutto questo รจ presente e vivo in ogni istante in cui esisto. Non passato, non futuro. Eterno.
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Ettore Di Micco

Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato
