Sono stanco, dopo tutto il buio della notte, con il peso della fatica di cercare un segno nel nero del mare, di sentire un suono che mi dica che questa notte ha portato frutto, che questa notte le reti che ho lanciato con tanta speranza nel mare silenzioso siano fruttuose, di vita e guadagno. Sono stanco, per lโennesima volta di non aver raccolto nulla dalla mia fatica. Perchรฉ non cโรจ piรน vita in questo mare? Perchรฉ continuare a faticare, a buttare reti nellโignoto se poi non porto a casa nulla, se resto sempre a mani vuote?
Ho la schiena e il cuore a pezziโคโคโค Guardo i miei compagni di sfortuna e mi chiedo cosa dir loro questa volta. Come spiego tutto questo vuoto?
โSIMONE!โ
Una voce tra i miei pensieri fa capolino. Alzo la testa da terra, convinto di vedere un volto deluso da me per lโennesima volta. Ma non รจ cosรฌ: un uomo sorridente mi viene incontro verso il mare. Mi chiede di essere folle: tornare nellโignoto, che ormai รจ tristemente quotidiano, e buttare ancora le reti. E, cosa ancora piรน folle, mi chiede di farlo in pieno giorno, con la luce del sole. Ma forse รจ impazzito? Non sa come pescare?
Eppure qualcosa in quel sorriso mi dice di ascoltarlo.
Butto le reti, al centro della luce, proprio lรฌ dove si riflette il sole: le reti non tengono piรน, quanta abbondanza di vita!
Mi giro verso il Maestro, ride incredulo alla mia faccia sbalordita.
Come ho potuto non fidarmi di lui? Come ho potuto non credere subito? Non sono degno del suo sguardo!
โChe fai a terra? Alzati, Simone! Non avere paura! La tua vita รจ appena iniziata: tutto abbonda di vita!โ
Martina Pampagnin

Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato



