Iª lettura Ger 20,10-13 dal Salmo 68 IIª lettura Rm 5,12-15 Vangelo Mt 10,26-33
Ogni tanto ci raggiunge la notizia di Chiese e cristiani perseguitati. Molti nostri fratelli, solo per il fatto d’essere cristiani, si trovano in pericolo di vita o in una situazione di emarginazione. Ciò avviene in quasi tutti i paesi dove la maggioranza dei cittadini professa un’altra religione. Ma ciò accade anche in alcuni luoghi a noi familiari, dove non è possibile dichiararsi cristiano senza essere messo da parte, ignorato, fatto tacere.
Anche tu certamente hai vissuto dei momenti in cui sei stato deriso o evitato per la tua fede in Gesù, oppure sei stato vinto dalla tentazione di tacere o nascondere la tua identità per non essere qualificato intransigente o bigotto o fanatico, e invece volevi solo vivere l’amore al tuo Signore e arricchire dei suoi frutti il tuo ambiente. Ebbene, non ci meravigliamo. Il Signore stesso ci ha preavvertiti. Egli pure sapeva dalle Scritture che il giusto viene ingiustamente accusato e messo alla prova da coloro che si sentono rimproverati dalla sua condotta, come dice la prima lettura di oggi, e come lasciano intravedere molti fatti della storia della salvezza.
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Abele, perché amico di Dio, è stato invidiato da suo fratello maggiore, rifiutato e ucciso. I figli di Giacobbe hanno invidiato e odiato il loro fratello minore Giuseppe fino a venderlo come schiavo, a dispetto della sofferenza che ciò avrebbe procurato al loro padre. Saul tentò più volte di uccidere Davide, pur essendo stato beneficato da lui e pur sapendo che egli godeva della predilezione di Dio.
Chi è fedele a Dio non deve lasciarsi spaventare da quanto fanno gli uomini contro di lui. Egli deve continuare la propria fedeltà , che torna poi a vantaggio di tutti, come la fedeltà a Dio di Giuseppe venduto dai fratelli è diventata salvezza per loro e per molti altri.
Essere fedeli nella persecuzione non è facile, mai! Per questo Gesù ne parla con chiarezza e decisione. La persecuzione e il rifiuto si abbatte sempre su di lui: se viene rivolta a noi è a causa di lui, o di quella vita e santità ricevuta da lui.
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Gesù ci rassicura dell’amore del Padre, che non dimentica i suoi figli come non dimentica i passeri. A lui non sfugge nulla, nemmeno la sorte dei nostri capelli, benché siano la cosa meno importante del corpo, perciò ci raccomanda di non aver timore. Anche se i persecutori riuscissero a uccidere il nostro corpo, non riuscirebbero a dominare la nostra anima e a farla perire.
Il nostro amore è più forte della morte e così il nostro attaccamento a lui. La nostra salvezza è assicurata, se riconosciamo Gesù come nostro salvatore, e se lo riconosciamo davanti agli uomini, cioè pubblicamente. È importante che siamo suoi testimoni, che non nascondiamo la ricchezza della sua vita e la sapienza della sua presenza. Egli dev’essere annunciato a tutti, perché è lui l’amore del Padre per tutto il mondo.
È grazie a Gesù che si riversa la grazia di Dio su tutti gli uomini, peccatori, perché nati sulla strada della disubbidienza di Adamo. Senza di lui nessuno potrebbe uscire dal peccato ed essere liberato dalle sue conseguenze di morte. Perciò con gioia annunciamo Gesù, Signore e salvatore del mondo, anche a costo di subire ingiustizie e di portare sofferenze: è l’unico modo che realizza in pienezza la nostra vita, il nostro amore per tutto il mondo!
La prima lettura si conclude con quest’invito del profeta Geremia: «Cantate inni al Signore, lodate il Signore, perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori». Noi stessi siamo testimoni di questa liberazione. Siamo stati liberati dalla paura della morte grazie alla risurrezione di Gesù, nostro Signore. E siamo anche strumento della liberazione di molti nostri fratelli, che vedono la nostra gioia e serenità e ascoltano le nostre parole di lode a Gesù. Chi ascoltava Geremia sapeva quanto egli aveva sofferto per la sua fede e la sua obbedienza a Dio. Se lui cantava di gioia e lodava il Signore, quanto più potrò farlo io e lo faremo tutti insieme, perché sicuri di vincere sopportando le offese e gli insulti degli uomini. Grazie alla nostra pazienza potranno essi stessi ravvedersi e diventare nostri fratelli!