Fraternità Gesù Risorto – Commento al Vangelo di domenica 10 Agosto 2025

Domenica 10 Agosto 2025 - XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 12,32-48

Data:

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Iª lettura  Sap 18,6-9 dal Salmo 32 IIª lettura  Eb 11,1-2.8-19 Vangelo Lc 12,32-48

Il popolo ebraico non può dimenticare che il cammino faticoso verso la libertà è stato accompagnato dalla colonna di fuoco. Quando doveva attraversare il deserto sconosciuto, pieno di pericoli ignoti e con la possibilità quotidiana di sbagliare percorso, ha dovuto riconoscere la presenza della mano provvidente e sapiente di Dio: quella nube infatti lo orientava di giorno, e di notte, trasformandosi in colonna di fuoco, gli illuminava il cammino. Questo è stato soltanto uno dei segni della presenza divina. Egli era invisibile, ma la sua protezione concreta. Era una guida previdente e pronta ad aiutare in vari modi, sia per proteggere dai nemici che da fatiche inutili, sia per rallegrare la vita.

Questa presenza divina, costante e puntuale, è ancora e sempre fonte di vita. Chi l’ha sperimentata non può più dubitare, e nemmeno rinnegarla, a costo della vita stessa.

La fede è proprio l’adesione piena, cordiale e costante alla presenza di Dio, un Dio vicino, un Dio che cammina insieme, che illumina le notti, che sorregge nelle difficoltà, che attende al traguardo. A lui si può dare fiducia in ogni situazione, in ogni difficoltà.

Abramo è il classico esempio del vero fedele. La lettera agli Ebrei ce lo presenta: ogni suo passo è un passo di fede. Per fede obbedì, per fede partì, per fede soggiornò, per fede offrì il suo unico figlio Isacco sul monte. Tutta la vita e tutte le scelte di Abramo nascono nella fede, sono impregnate di fede e avvolte nella fede. Non si può separare Abramo da Dio nemmeno per un momento. Guardi Abramo e vedi realizzarsi i disegni di Dio. La fede è l’atmosfera in cui Abramo vive, tanto che vi restano coinvolti anche tutti quelli che vivono con lui. Anche Sara condivide il credere: per questo, pure il loro figlio nasce in quest’ambiente che profuma della presenza concreta e costante e rassicurante di Dio.

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Gesù vorrebbe la stessa cosa per i suoi discepoli e per quel nuovo popolo, la Chiesa, che prenderà il via dalla loro comunione, sostenuta dalla sua Parola e dal suo Spirito. Egli suggerisce, o, meglio, comanda loro di vivere in modo tale da permettere a Dio di manifestare la sua presenza di Padre provvidente.

Il discepolo di Gesù non si preoccuperà di accumulare beni di questo mondo per garantirsi il futuro: non lo farà, perché sa di avere un Padre che tiene nelle sue mani tutta la storia. Egli cercherà di avere tesori nel cuore di Dio. Nostri tesori nel cuore di Dio saranno gli atti di generosità compiuti verso i poveri, i quali, giunti là dov’è Abramo, potranno intercedere per coloro che li hanno aiutati nelle loro difficoltà e sofferenze, e testimoniare per loro. Chi avrà tesori in cielo sarà un raccomandato!

I discepoli di Gesù sono pertanto diversi dagli uomini di questo mondo. Essi non vedono il loro Signore, ma sanno che tornerà a farsi presente. Perciò vivono sempre in attesa di lui, che deve venire, e tutto quello che fanno lo fanno perché egli, al suo arrivo, sia da loro bene accolto e amato. Essi vivono come servi di un “padrone” che li ha incaricati di servizi gli uni per gli altri. Egli non chiederà null’altro se non che siano stati fedeli a questi servizi che rendono la loro vita una festa, una continua festa di comunione.

Egli stesso, al suo ritorno, si farà loro servo: metterà il grembiule e passerà a servirli! La grandezza del discepolo di Gesù, e la vera grandezza dell’uomo, è data da quel grembiule che non verrà mai deposto. Non siamo figli di Dio nè uomini religiosi se non come servitori fedeli, che non sognano mai di comandare, di essere grandi come lo sognano gli uomini di questo mondo. Nel nuovo mondo, in cui regna il re del regno dei cieli, noi abbiamo l’incarico di diffondere questa novità: è grande colui che serve, ed è più grande chi serve sempre, tanto che chi non smette di servire si trova vicino a Dio.

Chi è fedele nel servizio riceverà in premio servizi ancora più importanti, con maggiori responsabilità, che richiedono maggior fatica, ma saranno anche di maggior onore. Questo dice Gesù a Pietro, che, con una sua domanda mostrava di sognare una grandezza gratificante tra gli uomini.

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Gli uomini troveranno la presenza di Dio nell’amore che serve, vissuto dai discepoli di Gesù. Attraverso quest’amore vissuto, Dio continuerà a guidare gli uomini alla salvezza: servendo, i discepoli offriranno a tutti la luce della fede, come certezza che Dio li ama, li accompagna e li attende.

Sito web della fraternità.

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