Ascoltiamo Gesù, e impariamo a stare attenti a noi stessi. Un lavoro che non è facile ma è molto utile. Credo che questo sia un principio valido per tutti, credenti e non credenti, in qualsiasi caso vale la pena di essere vigilanti su noi stessi.
Forse la parola vigilante può sembrare eccessiva, e forse è vero, se la intendiamo in modo oppressivo, come certe persone scrupolose che perdono la pace interiore a causa di una eccessiva vigilanza. No, non si tratta di andare in cerca del pelo dell’uovo, o appesantire la vita con i sensi di colpa, no, non è questo il senso.
Al contrario la vigilanza serve per non lasciarci appesantire il cuore, perché sempre il male e i vizi si presentano a noi come lupi travestiti da agnelli, si presentano come forme di leggerezza, di libertà , come fuga dai problemi, ma con il tempo si rivelano per ciò che veramente sono, come catene che ci rendono schiavi. I vizzi sono peggio delle catene, perché almeno quelle le possiamo vedere, ci fanno male, e siamo sicuri che appena ce le toglieremo staremo meglio.
Per i vizi non è così, molto spesso non li vediamo, all’inizio non è facile viverne senza, e poi sono legami interiori, per cui finiamo per convincerci che sono parte di noi, e con il tempo rischiano veramente di alterare la nostra coscienza. Ecco allora il richiamo di Gesù, cerca di essere vigilante su te stesso, e soprattutto se ti accorgi che stai prendendo l’abitudine di fare qualcosa che è nocivo al tuo cuore. Cerchiamo di conservare un cuore leggero, un cuore libero, un cuore puro.
E soprattutto, non diventiamo schiavi degli affanni della vita, quelli ci sono, lo so, non possiamo fuggire dai problemi della vita, ma non diventiamone schiavi.
Fonte: il canale YOUTUBE di fra Stefano