Ci sono momenti nella vita in cui tutto sembra chiudersi davanti a noi: le porte, le persone, perfino il futuro. Sentiamo di non avere più un posto, di non essere compresi, accolti o amati come vorremmo. È una sensazione che toglie il respiro e lascia dentro un grande vuoto. Ma è proprio lì, nel vuoto, che Dio sceglie di farsi vicino.
“Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.”
Maria e Giuseppe arrivano a Betlemme stanchi, respinti, senza un luogo dove fermarsi. Eppure non si arrendono. Nella povertà di una stalla, trovano il modo di accogliere la Vita. Quel Bambino deposto nella mangiatoia non è solo il segno della nascita di Gesù, ma la prova che Dio entra proprio dove nessuno lo aspetta: nei luoghi dimenticati, nei cuori feriti, nelle case dove sembra mancare tutto.
La mangiatoia diventa così il simbolo della speranza che non muore. Perché se Dio è potuto nascere in una stalla, può nascere anche nel tuo cuore, per quanto spoglio o stanco ti sembri.
Quando pensi di non avere più spazio per la gioia, ricordati che Dio non cerca persone di successo, ma disponibilità. Gli basta un piccolo sì, una luce accesa nel buio. E allora anche la notte più fredda diventa casa, anche la solitudine si trasforma in abbraccio, e anche tu puoi sentire che — sì — per Dio, c’è sempre posto.
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