fra Stefano M. Bordignon – Commento al Vangelo del 22 Aprile 2025

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Maria di Magdala รจ lรฌ, fuori dal sepolcro, immersa nel suo dolore. Piange, perchรฉ il corpo di Gesรน non รจ piรน dove lo aveva visto l’ultima volta. La sua angoscia รจ il riflesso di quel senso di vuoto e smarrimento che anche noi proviamo nei momenti di solitudine, quando tutto sembra perduto.

Ma proprio in quel momento, Gesรน le si fa vicino. Non la lascia nel buio della sua sofferenza. Non si impone, non si fa riconoscere subito, ma la chiama per nome: “Maria!”. รˆ questo il segno della Sua tenerezza: ci chiama personalmente, nel modo piรน intimo, proprio quando il nostro cuore รจ pieno di lacrime.

Gesรน non rimprovera Maria per il suo pianto, non le dice di smettere di soffrire, ma la porta oltre la sua angoscia, rivelandosi a lei nel momento in cui il suo cuore รจ pronto ad accogliere la gioia della Risurrezione. Anche con noi, nei momenti di dolore, Gesรน รจ presente, spesso senza che ce ne accorgiamo subito. Ci chiama per nome, ci offre consolazione, ci aiuta a guardare oltre le lacrime.

Oggi possiamo chiederci: riesco a riconoscere la voce di Gesรน che mi chiama nella mia solitudine? Sono pronto a lasciarmi consolare dalla Sua presenza? Lasciamoci toccare dalla Sua tenerezza e accogliamo la speranza che Lui vuole donarci. Caro amico e amica che mi stai ascoltando in questo momento, per piacere non piangere, Gesรน รจ accanto a te.

Fonte

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