fra Stefano M. Bordignon – Commento al Vangelo del 12 novembre 2025

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Immaginiamo una scena molto semplice e quotidiana: una mamma prepara con amore la cena per la sua famiglia. Ha lavorato tutto il giorno, รจ stanca, ma si mette comunque ai fornelli pensando al bene dei suoi cari.

A tavola, perรฒ, nessuno le dice โ€œgrazieโ€. Tutti mangiano in fretta, magari qualcuno si lamenta pure perchรฉ il piatto non รจ di suo gusto. In quel silenzio la mamma sente un poโ€™ di ingratitudine, e resta amareggiata.

Questa scena assomiglia molto a quella che ci racconta il Vangelo di Luca, dove Gesรน guarisce dieci lebbrosi, ma soltanto uno torna indietro per ringraziarlo. Gli altri, pur guariti, se ne vanno senza una parola. Non hanno colto che la guarigione ricevuta non era solo un fatto esteriore, ma un incontro con lโ€™amore di Dio.
La gratitudine รจ proprio questo: riconoscere che il bene che riceviamo non รจ scontato. Dire โ€œgrazieโ€ significa aprire gli occhi sul dono, non passare oltre distrattamente. Ci aiuta anche a non diventare persone che si lamentano sempre, ma che sanno vedere la bellezza nascosta nelle piccole cose.

Allora possiamo imparare dal samaritano che torna indietro. Ogni volta che riconosciamo un bene, anche piccolo, e sappiamo dirlo con sinceritร , rendiamo piรน luminosa la nostra vita e facciamo sentire agli altri che il loro impegno ha valore. La gratitudine apre il cuore, ed รจ il primo passo per vivere nella gioia.

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