Dio è come un pastorello che se ne va sui monti con il suo gregge, e questo gregge siamo noi, noi tutti, tutta l’umanità . Ma questo è un gregge un po’ scalcagnato, diciamocelo, un gregge dove non molte pecore seguono il loro pastore, anzi, a quanto pare sono più le pecore scappate di quelle che sono rimaste fedeli.
Potrebbe sembrare una affermazione eccessiva, ma guardate quanto male ci circonda e ditemi voi? È questo il segno che stiamo seguendo Gesù, o quali altri pastori stiamo seguendo, e dove ci stanno portando questi pastori?
Forse appena fuggita un pecora può anche sentire le brezza della libertà , la gioia di fare quello che vuole, di andare dove le pare, ma se scopre che lontano dal pastore c’è solo miseria dovrebbe ravvedersi non vi pare?
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E invece facciamo parte di una umanità sofferente, ma che nonostante stia sbagliando strada, cocciutamente è perseverante nell’andare fuori strada. Ma c’è una buona notizia, Dio è più perseverante di noi, il suo amore è più forte della nostra testardaggine, il Padre è in cerca, anche oggi, anche con questo vangelo, è in cerca di me e di te.
Smettiamola di nasconderci dietro i sassi, lasciamoci ritrovare da Dio, riconosciamo il nostro fallimento e ripartiamo dal vangelo, che è amore, generosità , perdono, benevolenza, preghiera, compassione, offerta dei propri sacrifici, e accoglienza della grazia di Dio. Hai ascoltato il vangelo di oggi? È la voce di Dio che ti sta cercando.