fra Marin Berišić – Commento al Vangelo del 23 Marzo 2020 – Gv 4, 43-54

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“Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia».

Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.” Chi di noi non cerca i segni o non ha mai cercato i segni nella vita. Cercare i segni vuol dire avere la sicurezza in ciò che noi crediamo.

Ma il padre disperato del vangelo di oggi ci fa vedere per quale motivo si prega. Non prega perché desidera un segno, ma perché veramente ama il suo figlio. Prega, insiste perché ama! È l’esempio della preghiera sincera.

La nostra preghiera com’è? Cerchiamo i segni o preghiamo perché amiamo? Il padre si fide della parola di Gesù e si mette in cammino. Non sa cosa succederà, ma si fida e si mette in cammino. Avere fede è questo, non capire, non sapere ma fidarsi della sua parola d’amore. Vediamo il miracolo, Gesù ha sanato la fede di questo padre che era disperato. È diventato padre che si fida.

Ha saputo affrontare la vita. “Signore risana la nostra fede.”

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