Circa otto giorni dopo aver annunciato la sua passione e le esigenze per seguirlo, Gesรน prese con sรฉ Pietro, Giovanni e Giacomo e salรฌ sul monte a pregare. La preghiera era il respiro della vita di Gesรน. In tutto il suo Vangelo, Luca pone lโaccento sulla preghiera contemplativa di Gesรน, sul gusto per la solitudine e sulla intimitร col Padre.
Luca evita accuratamente il termine โtrasfigurazioneโ e fa dipendere questa illuminazione dalla preghiera di Gesรน. Si limita a descrivere lโaspetto mutato del volto e la veste candida e sfolgorante: colori apocalittici che simbolizzano la condizione celeste, riflesso dellโalteritร divina, della gloria, della vittoria. La realtร gloriosa, raggiunta attraverso la passione e la risurrezione, viene anticipata nella trasfigurazione e traspare nellโumiltร di un uomo in preghiera: la divinitร non si sostituisce allโumanitร di Gesรน.
Ed ecco due uomini conversavano con lui. Mosรจ ed Elia cioรจ la Torah e i profeti, tutta la tradizione del dono di Dio e dellโaccompagnamento che Dio ha fatto al suo popolo. In maniera iconica nel nostro brano si parla di Gesรน come adempimento della Legge (Mosรจ) e dei profeti (Elia): Legge e profeti portano alla centralitร di Gesรน, alla rivelazione del Figlio.
Luca specifica la materia della conversazione di Gesรน con Mosรจ ed Elia: parlavano del suo esodo che stava per compiersi a Gerusalemme, luogo dove il piano di Dio viene portato a termine, centro della storia della salvezza. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno ma quando si svegliarono videro la gloria di Gesรน e i due uomini che stavano con lui. Vedono ma non essendo stati testimoni della conversazione non colgono il legame con la passione. I discepoli che ora vedono la โgloriaโ di Gesรน saranno gli stessi chiamati a essere testimoni della sua agonia nel Getsemani: in ambedue i casi il sonno li appesantisce. Pietro prende la parola: โMaestro, รจ bello per noi essere qui. Facciamo tre capanneโฆโ (tende) Pietro vuole prolungare lโesperienza divina alla quale i tre discepoli hanno assistito.
Con โmentre parlava cosรฌโ lโevangelista introduce il tema della nube che adombra come risposta alla proposta di Pietro. Non tocca agli uomini costruire una tenda per ospitare Dio (At 7,48 -17,24). Dio stesso li avvolge nella nube della sua presenza, come Maria al momento dellโannunciazione (Lc1,35). A quel punto sono presi da paura. In Luca il timore coincide con lโaccesso alla presenza di Dio. Una โvoceโ si fa sentire dalla nube โQuesti รจ il Figlio mio, lโeletto; ascoltatelo!โ La voce divina fa spontaneamente pensare alla voce della teofania battesimale Lc 3,22 ma ora in forma dichiarativa essa si rivolge non piรน a Gesรน ma ai discepoli.
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Viene riaffermata la filiazione divina di Gesรน (Figlio mio) e viene dichiarata la sua elezione a servo che deve, mediante la sofferenza e la morte, conoscere lโesaltazione. La dichiarazione si conclude con lโappello preso da Dt 18,15 riguardante il profeta come Mosรจ: โcostui ascoltatelo!โ. Dio stesso di conseguenza conferma le esigenze di Gesรน rivolte ai discepoli chiamandoli a portare la croce, a incamminarsi sulla sua via. Quando termina la voce celeste, Gesรน รจ trovato โsoloโ. I due profeti con la nube celeste sono spariti. Solo Gesรน รจ rimasto.
Luca non riferisce lโordine di tacere dato da Gesรน ai discepoli (Mc 9,9) ma constata il fatto che non hanno parlato: un silenzio dinanzi a un evento soprannaturale che non riescono a capire, anche se ne sono i beneficiari. Essi conservano il silenzio sullโevento โin quei giorniโ, cioรจ per il tempo che Gesรน รจ con loro. Dopo la risurrezione, il Risorto stesso aprirร la loro intelligenza.
Sr Maria Letizia
Monastero S. Chiara โ Milano – FONTE
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