Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 30 Agosto 2020

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Il testo odierno รจ il prosieguo di quello di Domenica scorsa.

Avevamo lasciato Gesuโ€™ che, dopo la professione di fede di Pietro, lo aveva scelto come โ€œ pietra dโ€™angolo โ€œ su cui edificare la chiesa ( โ€œ tu sei Pietro e su questa pietra edificherรฒ la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa โ€œ ).

Ma Pietro ha ancora bisogno di molta comprensione sul reale significato di โ€œ essere cristiano โ€œ.

Lโ€™ โ€œ elezione โ€œ a pilastro della Chiesa, pensava, gli avrebbe dato โ€œ potere โ€œ, importanza, ed, invece, subito Gesuโ€™ gli mostraโ€ฆ.dove lo condurrร  ( โ€œ Gesรน cominciรฒ a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno โ€œ ).

Ed ecco che Pietro, che si sente giร  โ€œ capo โ€œ, con autoritร  โ€œ lo trae in disparte โ€œ e gli dice: โ€œ Questo non ti accadrร  mai โ€œ.

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Ha bisogno di conversione Pietro, cosiโ€™ come ne abbiamo ancora bisogno noi dopo 2000 anni di cristianesimo.

Non riesce proprio ad accettare lโ€™idea di un re che va a morire, la considera unโ€™assurditร , non coglie appieno tutta la frase che dice Gesuโ€™, si ferma al โ€œ soffrire molto โ€œ e al โ€œ venire ucciso โ€œ, tralasciando la RISURREZIONE.

Eโ€™ quello di Pietro anche il nostro cristianesimo?

Spesso ci fermiamo al โ€œ Venerdi Santo โ€œ, alla morte, alla sofferenza, divenendo noi stessi pessimi testimoni per altri fratelli.

Il cristianesimo viene visto come un insieme di mortificazioni, sacrifici, rinunce, una โ€œ religione triste โ€œ, come la definiva il filosofo Nietzsche.

Il tutto perchรฉ si dimentica che la morte non รจ la โ€œ fine โ€œ ma una โ€œ soglia โ€œ un โ€œ con-fine โ€œ, da attraversare per poi arrivare alla RESURREZIONE.

Eโ€™ quellโ€™ultima parola che pronuncia Gesuโ€™ che sfugge a Pietro e, probabilmente, anche a noi.

La morte corporale e, prima ancora, le morti che si incontrano nella vita, non sono lโ€™ultima parola, ma sono il passaggio indispensabile per poter esplodere nella gioia della Risurrezione.

Per vivere pienamente il โ€œ TUTTO โ€œ di Cristo bisogna necessariamente passare attraverso il โ€œ COME โ€œ di Cristo, facendo la sua stessa esperienza di morte per poi giungere alla gloria.

Gesuโ€™ lo spiega chiaramente nel testo odierno ove dice che per โ€œ trovare la propria vita โ€œ bisogna โ€œ rinnegare se stessi, prendere la propria croce e seguirlo โ€œ.

Propone pertanto, quale strada per la felicitร , il dirsi dei no ( โ€œ rinnegare se stessi โ€œ ), il non ritenersi il centro del mondo, intorno al quale tutto e tutti devono ruotare, lโ€™accettare i propri limiti, le difficoltร  che si incontrano sulla strada ( โ€œ le croci โ€œ ), senza voler da esse fuggire, e, soprattutto, il โ€œ seguirlo โ€œ, il donargli tempo per ascoltare la sua Parola, farla scendere in profonditร  e conformare la propria vita ad essa.

Solo in questo modo, morendo a se stessi, si trova la vera gioia.

Eโ€™ lโ€™antitesi della filosofia del mondo, che, al contrario, propone un sempre piรน esasperato individualismo, una cultura dellโ€™io smisurato e al centro di tutto, con eliminazione e disinteresse per tutto cioโ€™ che non sia finalizzato allโ€™ego.

Facile comprendere ( o forse no, visto cioโ€™ che dilaga intorno a noi ) che chi pensa solo a se stesso finisce davvero per โ€œ perdere la propria vita โ€œ in quanto sarร  sempre ansioso, agitato, iroso, bellicoso, pronto a tutto per difendere cioโ€™ che รจ suo, rompendo ogni tipo di relazione e finendo, cosiโ€™, a macerarsi nella solitudine.

Due domande per la nostra personale riflessione: 1) sono un โ€œ cristiano triste โ€œ, fermo al โ€œ Venerdiโ€™ Santo โ€œ, o dal mio agire emerge la gioia di chi โ€œ vive da risorto โ€œ?; 2) sono disposto a โ€œ perdere โ€œ la mia vita a causa di Gesuโ€™ per guadagnarla veramente o preferisco tentare vanamente di โ€œ salvarla โ€œ a modo mio โ€œ perdendola definitivamente โ€œ?

Buona Domenica e buona riflessione a tutti.


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