Il testo odierno รจ il prosieguo di quello di Domenica scorsa.
Avevamo lasciato Gesuโ che, dopo la professione di fede di Pietro, lo aveva scelto come โ pietra dโangolo โ su cui edificare la chiesa ( โ tu sei Pietro e su questa pietra edificherรฒ la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa โ ).
Ma Pietro ha ancora bisogno di molta comprensione sul reale significato di โ essere cristiano โ.
Lโ โ elezione โ a pilastro della Chiesa, pensava, gli avrebbe dato โ potere โ, importanza, ed, invece, subito Gesuโ gli mostraโฆ.dove lo condurrร ( โ Gesรน cominciรฒ a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno โ ).
Ed ecco che Pietro, che si sente giร โ capo โ, con autoritร โ lo trae in disparte โ e gli dice: โ Questo non ti accadrร mai โ.
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Ha bisogno di conversione Pietro, cosiโ come ne abbiamo ancora bisogno noi dopo 2000 anni di cristianesimo.
Non riesce proprio ad accettare lโidea di un re che va a morire, la considera unโassurditร , non coglie appieno tutta la frase che dice Gesuโ, si ferma al โ soffrire molto โ e al โ venire ucciso โ, tralasciando la RISURREZIONE.
Eโ quello di Pietro anche il nostro cristianesimo?
Spesso ci fermiamo al โ Venerdi Santo โ, alla morte, alla sofferenza, divenendo noi stessi pessimi testimoni per altri fratelli.
Il cristianesimo viene visto come un insieme di mortificazioni, sacrifici, rinunce, una โ religione triste โ, come la definiva il filosofo Nietzsche.
Il tutto perchรฉ si dimentica che la morte non รจ la โ fine โ ma una โ soglia โ un โ con-fine โ, da attraversare per poi arrivare alla RESURREZIONE.
Eโ quellโultima parola che pronuncia Gesuโ che sfugge a Pietro e, probabilmente, anche a noi.
La morte corporale e, prima ancora, le morti che si incontrano nella vita, non sono lโultima parola, ma sono il passaggio indispensabile per poter esplodere nella gioia della Risurrezione.
Per vivere pienamente il โ TUTTO โ di Cristo bisogna necessariamente passare attraverso il โ COME โ di Cristo, facendo la sua stessa esperienza di morte per poi giungere alla gloria.
Gesuโ lo spiega chiaramente nel testo odierno ove dice che per โ trovare la propria vita โ bisogna โ rinnegare se stessi, prendere la propria croce e seguirlo โ.
Propone pertanto, quale strada per la felicitร , il dirsi dei no ( โ rinnegare se stessi โ ), il non ritenersi il centro del mondo, intorno al quale tutto e tutti devono ruotare, lโaccettare i propri limiti, le difficoltร che si incontrano sulla strada ( โ le croci โ ), senza voler da esse fuggire, e, soprattutto, il โ seguirlo โ, il donargli tempo per ascoltare la sua Parola, farla scendere in profonditร e conformare la propria vita ad essa.
Solo in questo modo, morendo a se stessi, si trova la vera gioia.
Eโ lโantitesi della filosofia del mondo, che, al contrario, propone un sempre piรน esasperato individualismo, una cultura dellโio smisurato e al centro di tutto, con eliminazione e disinteresse per tutto cioโ che non sia finalizzato allโego.
Facile comprendere ( o forse no, visto cioโ che dilaga intorno a noi ) che chi pensa solo a se stesso finisce davvero per โ perdere la propria vita โ in quanto sarร sempre ansioso, agitato, iroso, bellicoso, pronto a tutto per difendere cioโ che รจ suo, rompendo ogni tipo di relazione e finendo, cosiโ, a macerarsi nella solitudine.
Due domande per la nostra personale riflessione: 1) sono un โ cristiano triste โ, fermo al โ Venerdiโ Santo โ, o dal mio agire emerge la gioia di chi โ vive da risorto โ?; 2) sono disposto a โ perdere โ la mia vita a causa di Gesuโ per guadagnarla veramente o preferisco tentare vanamente di โ salvarla โ a modo mio โ perdendola definitivamente โ?
Buona Domenica e buona riflessione a tutti.
