Quando si legge questo brano quasi sempre lโattenzione cade sulla diatriba tra Gesuโ e il capo della sinagoga, nascente dal fatto che il Signore avesse guarito la donna di Sabato.
Oggi, perรฒ, mi voglio soffermare sui โ gesti di Gesuโ โ, che portano questa donna, da โ curva โ che era, a โ mettersi diritta โ.
La donna, dice il testo, โ era inferma da diciotto anni, era curva e non riusciva a stare diritta โ.
Diciotto anni.
Un tempo lunghissimo.
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Probabilmente, quindi, questa donna era curva โ da sempre โ.
Lโessere curvo, ripiegato su se stesso, impedisce di alzare lo sguardo, di vivere.
Spesso anche noi siamo come quella donna, sempre ripiegati su di noi, a rimuginare sui nostri problemi o presunti tali.
Per rialzarci abbiamo bisogno di Dio che, con noi, fa come fece con lei: ci vede, ci chiama e ci libera dalla nostra malattia.
Dio ci vede, si accorge di noi.
Certo dobbiamo imparare a riconoscere quando ci sta guardando.
Lo fa con gli occhi di un fratello, di una sorella, che ci mette vicino in un momento di difficoltร e ci parla sempre tramite qualcuno che ci dice: โ coraggio, alzati, non stare curvo, perchรฉ tu vali in quanto FIGLIO DI DIO โ.
Il sentirsi figli consente di passare dallโ โ essere curvi โ allo โ stare diritti โ.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.



