“ Chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna “…..“ chi crede in lui non è condannato ma chi non crede è già stato condannato“.
“ Credi in me “, come più volte ho ripetuto nelle mie brevi riflessioni al Vangelo, è il “ comandamento nuovo “ che il Signore Gesu’ porta con la sua venuta.
Ed il Vangelo di oggi ci spiega, in modo mirabile, quali sono gli effetti, nella nostra vita, della decisione, libera, di “ credere “ o “ non credere “ in lui.
Chi “ non crede “ è già stato condannato.
E’ proprio cosi’.
Non credere significa infatti non avere fede, non comprendere l’enorme amore avuto dal Padre per te sin dall’eternità , manifestatosi concretamente nel dono del Figlio, venuto, vissuto e morto per te, per i tuoi peccati.
Significa, pertanto, “ non lasciarsi amare “, preferire le “ tenebre “ alla luce, far trionfare “ l’ uomo vecchio “, ingabbiato nei piaceri della triplice concupiscenza, piuttosto che dare spazio all’ “ uomo nuovo “ che ciascuno di noi, per grazia, è divenuto con il dono del Battesimo.
Chi non si lascia amare non potrà , a sua volta, amare, ed è destinato, su questa terra, alla tristezza, perché schiacciato dal peccato, che lo “ imbruttisce “, lo rende “ oscuro “, nonché alla “ dannazione eterna “ perché, consapevolmente, ha ripudiato l’amore gratuitamente offertogli.
Chi “ crede “, al contrario, non è condannato.
Perchè?
Perché si è “ lasciato amare “ da Dio, rende grazie per l’amore ricevuto e vuole, con i suoi limiti e fragilità , ricambiarlo.
E’ innamorato della “ luce “, vive da “ trasfigurato “ ed è evidente che le sue opere sono fatte “ in Dio “, cioè non per mera filantropia ma per riconoscimento del volto di Dio in quello del fratello.
Il Vangelo ha parlato, come sempre, chiaro.
Sta ora a noi, in piena consapevolezza, scegliere di “ credere “ o di “ non credere “, di “ abitare nella luce “ o di “ dimorare nelle tenebre “.
E io, e tu, da che parte voglio/vogliamo stare?
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.