Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 1 Novembre 2021

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Oggi, nella giornata in cui si celebra la Solennità di tutti i Santi, la liturgia propone l’intensa pagina delle “ beatitudini “.

Gesu’ parla alle folle e lo fa “ sul monte “, dall’alto, e da “ seduto “, la posizione che assumono i “ Maestri “ quando insegnano.

Ed inizia ad..insegnare, cioè a mettere segni di Grazia nel cuore dei suoi ascoltatori.

Ripete per nove volte la parola “ Beato “.

Insegna alle folle dell’epoca e a noi oggi chi è “ beato “.

BEATO

Nel dizionario leggesi, quale definizione di questo termine, “ colui il quale è pienamente felice e soddisfatto “.

Ognuno di noi, probabilmente, leggendo questa definizione…pensa di “ non essere lui il fortunato “!!!

Quasi tutti utilizziamo spesso l’espressione “ Beato LUI “ rivolgendoci a qualcun altro.

Raramente si sente dire “ Beato ME “.

Perchè?

Perchè si ha un’idea errata della beatitudine.

Per beato, per felice, per contento, si intende, solitamente, chi ha di piu’, chi ha piu’ soldi, chi ha la macchina piu’ grande, chi ha la casa con piscina, chi si puo’ permettere le vacanze alle Maldive.

Beato è…chi ha di piu’.

E’ ovvio che, in questa ottica, nessuno potrà mai dire “ Beato ME “ perché ci sarà sempre qualcuno che…avrà qualcosa in piu’ di me!!!

Gesu’, come sempre, stravolge le nostre logiche e fa un elenco di “ nove beatitudini “ che, a leggerle, sembrano “ nove…cattivi auguri “.

Ma come, Gesu’, ma che dici?

Come puoi dire che è beato chi è povero, chi piange, chi è mite, chi viene perseguitato, insultato?

Cosa intendi per “ beato “?

Credo che questo termine, cosi’ come insegna Don Luigi Verdi, venga utilizzato dal Maestro nell’accezione di “ degno “, ove per “ dignità “ si intende “ stare in piedi dinanzi a tutto cio’ che capita “.

“ Beati i poveri “, pertanto, per fare un esempio tra le varie beatitudini, non significa “ felici i  poveri “ perché cio’ sarebbe assurdo, ma va letto come “ degni i poveri, perché sanno stare in piedi dinanzi alla povertà “.

Stare in piedi.

Essere degni.

Questo è il significato da attribuire al termine “ beati “.

Sostituendo pertanto, nel testo, al termine “ beati “ la parola “ degni “, capiamo che Gesu’ non esalta la povertà materiale, non è contento per chi piange, ma sta lodando questi uomini perché dinanzi alle ristrettezze economiche, dinanzi al dolore, non si abbattono, non si piegano, ma restano in piedi perché sono saldi nella fede, che da loro una certezza: il Signore è accanto a loro e non li abbandona.

Chi ha questa certezza, questa fiducia, è beato, vive, cioè, una gioia che ha la dimensione dell’eterno, e che, pertanto, è superiore ad ogni brandello di felicità che può nascere da un effimero piacere materiale.

Il messaggio per tutti noi, da trarre da questa pagina, è, pertanto: restate in piedi, non abbattetevi, perché, come ci ha promesso Gesu’ , “ io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo “ ( Mt 28,20 ).

Buona giornata e buona riflessione a tutti.


A cura di Fabrizio Morello

Foto: mia.