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Fabrizio Giannini – Commento al Vangelo di domenica 3 Dicembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mc 13, 33-37

Oggi iniziamo l’attesa e auguro a me e a voi di viverla restando “svegli”. E’ un auspicio sempre valido, perché tutta la nostra vita è un cammino di preparazione all’ incontro con Dio. E’ importante star svegli, perché non sappiamo quando e come il Signore verrà.

Ho avuto modo di dire nelle precedenti riflessioni che dobbiamo saperlo riconoscere quotidianamente, perché si potrebbe presentare in qualsiasi momento. Il Vangelo di Marco, il più breve di tutti i sinottici, è originale, essenziale, immediato e ci aiuterà durante questo periodo di Avvento (ma anche durante tutto l’anno liturgico) a scoprire il volto di Gesù e a trovarci pronti quando verrà.

Questo Vangelo comincia con l’episodio del battesimo di Gesù nel fiume Giordano e termina con quello della sua morte in croce. In tutte due le circostanze assistiamo al riconoscimento di Gesù. Il primo avviene durante il battesimo da parte di Dio: “questo è il figlio mio l’ amato” e il secondo l’ha fatto un pagano convertito, il Centurione, il quale sotto la croce afferma: “veramente quest’uomo era figlio di Dio.”

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Questi due episodi rappresentano in qualche modo l’inizio e il termine del cammino terreno di Gesù. Analogamente la nostra vita ha il suo percorso che parte col battesimo e finisce con la morte terrena. In questo arco di tempo, ci viene data l’opportunità di riconoscere e proclamare Gesù Cristo, cercando con solerzia e arguzia ma soprattutto con fede di abituarci ad incontrarlo. Certo l’impegno non è da poco. Lo sa anche Dio. Lo capiamo se leggiamo attentamente la prima lettura tratta dal libro del Profeta Isaia al cap. 63: “Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli.”

E vero! ci ribelliamo continuamente perché, purtroppo, non abbiamo capito una cosa fondamentale: dobbiamo amare! Ma, come continua Isaia, “siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani.” Bene allora, essendo opera delle mani di Dio, siamo fatti per amare come ci ama lui.

Quando e se siamo capaci di amare, riusciamo a stare svegli perché l’esercizio di questo sentimento profondissimo, regale e divino non permette distrazioni e impegna tutta la nostra giornata. Dio ha iniziato la sua opera in noi il giorno del nostro battesimo e continua a plasmarci durante tutta la nostra esistenza.

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Ci invita a stargli dietro senza scoraggiarci perché lo sa che la strada è dura. E’ una strada tutta in salita come quella che porta alla vetta del calvario. Però lassù c’è Cristo appeso ad una croce, la quale è il simbolo della nostra irriconoscenza.

Ma così come al  Centurione, anche per noi potrebbe avvenire quella radicale conversionenevessaria per poter esclamare: “veramente tu sei Figlio di Dio”. Forse avremo bisogno di stropicciarci gli occhi, perchè saremo stanchi, ma questo non ci impedirà di riconoscere Dio perchè come dice Paolo nella seconda lettura odierna “Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!”   

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Mc 13, 33-37 | Fabrizio Giannini 35 kb 0 downloads

Prima domenica di Avvento – 3 dicembre 2023 …
Chi è Fabrizio Giannini-Diacono

Fabrizio (Assisitente diocesano dell’ Apostolato del Mare) è diacono permanente dal 2015, faceva il comandante sulle navi ed ora lo è sulla piattaforma petrolifera a Civitavecchia. Cerca di coniugare vita familiare (Moglie una Figlia di 28 anni ed un Angelo in cielo che aveva 7 anni) e di ministero nel migliore dei modi e crede che questo sia uno di quelli per portare la parola di Dio a tutti i fratelli.


Foto di Mirosław i Joanna Bucholc da Pixabay

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