Fabrizio Francesco Campus – Commento al Vangelo del giorno – 26 Gennaio 2020

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«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».

Il passo di Isaia riportato dal Vangelo di oggi, riguarda anche noi. Infatti anche nel nostro tempo, nella nostra quotidianità, il Signore Gesù, Luce da Luce, viene a visitarci. Lo fa in un modo sempre nuovo e in stretta relazione a ciò che viviamo.

E per accorgersi di Gesù che viene, occorre sforzarsi di tenere lo sguardo fisso su di Lui, magari chiedendoci come vivrebbe Lui quella situazione. La conversione a cui ci richiama Gesù stesso, inizia da qui. Ma la conversione non è un dono? Certo, ma come e più di ogni altro dono, ha bisogno della nostra disponibilità ad accoglierlo.

Un dono lo si vive solo se lo si accoglie. Io mi sforzo di avere questo sguardo sul Signore? È fondamentale che ce lo chiediamo, perché questa Luce che viene è anche per noi ma rischiamo di non viverla, di non gioirne. Nessun cristiano può vivere senza la Luce di Cristo, né di luce prodotta da sé.

L’alternativa è il buio, che possiamo anche scegliere perché siamo liberi, ma non è la nostra verità.

Fabrizio Francesco CampusCommento a cura di Fabrizio Francesco Campus

Il 5 Aprile 2015 ho ricevuto il Battesimo, diventando a tutti gli effetti cristiano cattolico, ma soprattutto figlio di un Dio che non ha mai smesso di cercarmi. La mia vita non è cambiata, ma è cambiato il mio sguardo su di essa. Non sono migliore, ma ora so di essere infinitamente amato e sono in cammino per imparare ad amarmi e ad amare così.


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