Fabio Quadrini – Commento al Vangelo di domenica 6 Ottobre 2019

- Pubblicitร  -

Essendo lโ€™estate oramai trascorsa, ci si avvicina pian piano alla stagione fredda, che comunque in certi tratti sembra ancora abbastanza lontana: pur se al calar del sole lโ€™aria si รจ fatta frizzante, tenacemente le giornate resistono aggrappate a quei tepori che hanno riscaldato i mesi trascorsi.
Una languida mestizia caratterizza questi periodi, ma accanto alle foglie che cadono, ci sono colori e sapori che maturano: anche se lโ€™apparenza si vela di morte, a trionfare sarร  sempre la gioia della vita.
Certo che se poi a partire da fine settembre la pubblicitร  giร  reclamizza i regali di Natale, tutto diventa piรน facile!

Lo Spirito renda vivace lโ€™ispirazione dello scrivente e la meditazione del lettore.

Dopo aver affrontato nelle scorse settimane letture alquanto lunghe, questa domenica la liturgia ci offre un passo evangelico relativamente breve. Tuttavia lo scrivente รจ bene a conoscenza che anche โ€œun solo iotaโ€ della Scrittura ha in sรฉ unโ€™infinita densitร , e che la concisione del lessico non corrisponde a sterilitร  di senso.
Lโ€™estratto lucano che il sacerdote proclamerร  in questa occasione, riporta un confronto tra Gesรน e gli apostoli.
Questi ultimi pongono al Maestro una domanda dal contenuto importante. Il testo italiano recita: โ€œAccresci in noi la fede!โ€ (v. 6), ma il greco originale usa il verbo โ€œprostรฌthemiโ€ che letteralmente vale โ€œporre_pressoโ€. I dodici quindi, per precisione, non chiedono che Gesรน renda piรน grande la fede che giร  posseggono, ma supplicano che il Maestro conceda loro la fede che non hanno.
Certamente gli apostoli in tale circostanza, hanno domandato una cosa molto buona, ed hanno agito molto bene: la fede infatti รจ un dono, e questo dono va chiesto al Signore. Eppure, in trasparenza, cโ€™รจ unโ€™enorme ombra che incupisce questa richiesta.
Lo scrivente invita il lettore a porsi la seguente domanda: per quale motivo i dodici chiedono la fede?
รˆ necessario affrontare tale quesito, perchรฉ quello che gli apostoli chiedono al Cristo allude ad altro, e ciรฒ non รจ sfuggito alla โ€œcardiognosiโ€ del Maestro.
Alla richiesta dei dodici (โ€œDacci la fede!โ€), Gesรน replica: โ€œSe aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: <<Srร dicati e vai a piantarti nel mare>>, ed esso vi obbedirebbeโ€.
La risposta di Gesรน ha una duplice sfumatura (proprio come duplice รจ la tinta della supplica dei dodici): Il significato letterale delle parole del Cristo porta allo scoperto il motivo subdolo della richiesta degli apostoli; il senso recondito, invece, risponde poderosamente alla โ€œrischiosaโ€ esternazione formale di Pietro e compagni.

(Curioso รจ il gioco di incroci tra gli apostoli e Gesรน. Entrambe le parti, ciascuna nelle rispettive pronunzie, hanno una โ€œapparenza formaleโ€ e una โ€œsottigliezza sostanzialeโ€, ed รจ interessante come alla sottigliezza dei dodici faccia fronte lโ€™apparenza di Gesรน, e come allโ€™apparenza di costoro a rispondere sia la sottigliezza del Maestro)

Veniamo al primo aspetto.
La superficie delle parole di Gesรน intende questo: โ€œVolete la fede? Guardate che la fede ha un potere grandemente autorevole, poichรฉ ne basterebbe pochissima per compiere prodigi inverosimiliโ€.
Ecco il vero motivo per cui gli apostoli volevano la fede: il potere!

- Pubblicitร  -

(Esplicativo a tale asserto sia il riferimento a due esempi, i primi che sovvengono alla mente dello scrivente. 1 โ€“ Durante la Cena prima della Passione โ€œnacque tra loro (gli apostoli) anche una discussione: chi di loro fosse da considerare piรน grandeโ€ [Lc 22, 24]. 2 โ€“ Addirittura durante unโ€™apparizione del Risorto gli apostoli domandarono: โ€œSignore, รจ questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?โ€ [At 1, 6]. Per tornare al gioco degli incroci di poco fa, Gesรน ha colto pienamente la sottigliezza degli apostoli, ma questi ultimi [a leggere gli esempi riportati] non hanno per nulla scorto la profonditร  della risposta del Cristo [che analizzeremo tra poco]: lo capiranno pian piano durante lโ€™arco della loro vita. E noi?)

Per scovare, invece, il valore profondo della risposta di Gesรน, dobbiamo penetrare dentro le parole del Signore e scrutarle con attenzione.
Da come il lettore avrร  intuito, questโ€™oggi il centro del nostro commento รจ una frase, non tanto una parola, ma per rispettare ciรฒ che caratterizza i nostri incontri, scegliamo un termine che ci faccia da guida: GELSO.

sicomoro_gerico
Sicomoro di Gerico

Il nome greco che viene usato nella pericope รจ โ€œsukร minosโ€ che vale tanto โ€œgelsoโ€ quanto โ€œsicomoroโ€.
Questa pianta, tuttavia, assume senso pieno, solo se stretta in relazione con il suo agire: โ€œSrร dicati e vai a piantartiโ€.
Lo โ€œSrร dicatiโ€ italiano soddisfa pienamente il greco โ€œekrizรฒthetiโ€. Per quel che riguarda โ€œvai_a_piantartiโ€, in greco รจ โ€œfutรจuthetiโ€, verbo che ha la stessa radice di โ€œfรนoโ€ che intende propriamente โ€œnascere/crescereโ€.
Per giungere a dare completezza al nostro discorso, occorre prestare attenzione anche allo sfondo della scena: il โ€œmareโ€.
Sappiamo che Gesรน, a questo punto del Vangelo secondo Luca, รจ in viaggio verso Gerusalemme; inoltre nei capitoli successivi (precisamente al capitolo 19) Cristo entrerร  in Gerico. La logica dello scrivente puรฒ dedurre che il dialogo riportato nel Vangelo odierno si sia svolto, quindi, nei pressi di Gerico, e il fondale che attornia tale cittร  potrebbe essere stato di ispirazione per lโ€™esempio paradigmatico proclamato dal Signore. In virtรน di quanto dedotto, nei pressi di Gerico vi รจ un solo mare: il โ€œMar Mortoโ€.
Detto tutto ciรฒ, torniamo allo scenario che ci viene offerto dal versetto 6: un gelso che si sradica dal terreno (dalla sua naturale fonte di vita) e va a piantarsi (va a nascere/crescere) nel mare (che giร  di per sรฉ non puรฒ concedere habitat ad un gelso, figuriamoci un mare โ€œmortoโ€).
Proseguiamo nellโ€™esplicitazione.
Abbiamo anticipato che al capitolo 19 Gesรน entrerร  in Gerico. In tale circostanza il Vangelo secondo Luca colloca lโ€™episodio di Zaccheo. Il lettore certamente ricorda che per vedere Gesรน, Zaccheo sale su un albero, e che questโ€™albero รจ un โ€œsicomoroโ€ (per la precisione il greco in tal caso usa โ€œsukomorรจaโ€).
Ma cosa รจ stato il sicomoro per Zaccheo? รˆ stata la sua salvezza, poichรฉ solo aggrappandosi al sicomoro ha potuto vedere Gesรน; solo aggrappandosi al sicomoro ha potuto farsi vedere da Gesรน. Ma perchรฉ la sua salvezza fosse definitivamente compiuta, Zaccheo รจ dovuto scendere dal sicomoro (sukomorรจa) e aggrapparsi a ben altro โ€œsicomoro/gelso (sukร minos)โ€: Gesรน.
Ma che Gesรน si possa identificare con il โ€œgelsoโ€ di Luca 17, 6 non รจ il frutto romanzato dello scrivente: รจ proprio tale versetto che suggerisce questa lettura. E per cogliere il suggerimento in questione procediamo come fa il matematico con un postulato: il โ€œgelsoโ€ รจ Gesรน, poichรฉ chi se non lui si รจ โ€œsradicatoโ€ (dalla sua natura divina) e si รจ โ€œpiantato nel mareโ€ (della condizione mortale)?
Unโ€™altra โ€œincognitaโ€, inoltre, viene ad irrobustire il postulato in esame: il verbo โ€œobbedireโ€ (il versetto 6 usa โ€œupรจkousenโ€ letteralmente โ€œstare_sotto_in_ascoltoโ€). Chi se non Gesรน รจ lโ€™ โ€œObbedienteโ€ per eccellenza, obbediente fino ad aggrapparsi, egli che รจ il Gelso, al โ€œgelso della Croceโ€?

(Interessante e degno di riflessione รจ proprio il fatto che il โ€œgelsoโ€ del versetto 6 possa essere anche prefigurazione della Croce: infatti la tappa che segue Gerico sarร  Gerusalemme)

Lo scaltroย lettore starร  riflettendo perรฒ, che il postulato รจ un principio che viene โ€œammesso come veroโ€, solo e soltanto al fine di giungere logicamente alla veritร  di una asserzione, ma non รจ dimostrato che sia tale. Eppure lo scrivente sa che quella scaltrezza che ha appena pervaso la contestazione del lettore, gli avrร  immediatamente suggerito la controprova che dimostra la veridicitร  del postulato in questione: รจ un passo della Scrittura che in dissolvenza ci sta respirando accanto.
La Lettera ai Filippesi capitolo 2 versetti 6-8 รจ stesa precisamente su Luca 17, 6:
A โ€“ โ€œpur essendo di natura divina, non considerรฒ un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliรฒ sรฉ stessoโ€ (Srร dicati)
B โ€“ โ€œassumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliรฒ sรฉ stessoโ€ (vai_a_piantarti)
C โ€“ โ€œfacendosi obbedienteโ€ (obbedirebbe)
D โ€“ โ€œfino alla morte e alla morte di croceโ€ (mare)
E โ€“ Manca giustamente il soggetto ovvero il postulato, che viene perfettamente confermato: โ€œil qualeโ€ ovvero sottinteso (da Fil 2, 5) โ€œCristo Gesรนโ€ (gelso)

(Ci basti in questa sede solo una mera nota al riguardo: il โ€œfacendosi obbediente [upรจkoos]โ€ della Lettera ai Filippesi รจ lo stesso identico lemma di โ€œupรจkousenโ€ del versetto di Lc 17, 6)

Come se non bastasse, tutto ciรฒ รจ corroborato dalla prima parte del versetto di Lc 17, 6: โ€œSe aveste fede quanto un granello di senapeโ€.
Per sviscerare anche questโ€™altra โ€œincognitaโ€, dobbiamo far riferimento ad un ulteriore estratto dal Vangelo secondo Luca. Il capitolo 13 versetto 19 recita: โ€œ(il Regno di Dio [sogg. sott. dal v. 18]) รˆ simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettรฒ nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi ramiโ€.
Il โ€œgranello di senapeโ€, quindi, non indica tanto una โ€œquantitร โ€, quanto una โ€œqualitร โ€: esso รจ un albero, o meglio un โ€œfarsi alberoโ€.
Interessante come il greco di Luca 13, 19 per indicare โ€œalberoโ€ usi โ€œdรจndronโ€ che รจ un termine generico: intende infatti โ€œtronco/legnoโ€. Occorre, allora, classificare questo arbusto generico.
Ragioniamo con un sillogismo: se il granello di senape corrisponde a (farsi) albero, e se il granello di senape รจ figurazione del Regno di Dio, tra (farsi) albero รจ โ€œRegno di Dioโ€ la congiunzione รจ diretta.
E chi รจ il Regno di Dio se non Gesรน (tra molteplici riferimenti a supporto cfr. Lc 17, 20-21), il โ€œGelso Obbedienteโ€?
Ecco quindi che alla โ€œrischiosaโ€ (poichรฉ non sapevano quello che chiedevano) domanda formale degli apostoli: โ€œDacci la fede!โ€, la risposta profonda di Gesรน รจ la seguente: โ€œSe volete da me la fede, sappiate che la mia fede รจ farsi obbediente fino alla morteโ€.
Potremmo concludere cosรฌ, ma piace allo scrivente dare al lettore un altro supporto: con le chiavi che abbiamo scovato, proviamo a parafrasare letteralmente questa risposta di Gesรน (Lc 17, 6), facendoci aiutare da altre due โ€œincogniteโ€: โ€œquantoโ€ e โ€œquestoโ€.
Iniziando il nostro incontro, parlavamo di come la voce del Cristo abbia un significato letterale ed un senso recondito. Mutando termini, possiamo affermare che il significato letterale corrisponde allโ€™aspetto โ€œquantitativoโ€, mentre il senso recondito allโ€™aspetto โ€œqualitativoโ€.

Parafrasiamo in base allโ€™aspetto quantitativo:
A โ€“ โ€œSe aveste fede quanto un granello di senapeโ€
(โ€œquantoโ€ equivale โ€œmisura/dimensioneโ€)
A1 โ€“ โ€œSe aveste fede della misura/dimensione di un granello di senapeโ€
(Da intendersi, quindi, โ€œfede poca/piccolaโ€)
B โ€“ โ€œpotreste dire a questo gelso: <<Srร dicati e vai a piantarti nel mare>>, ed esso vi obbedirebbeโ€
(โ€œquestoโ€ equivale โ€œdi_fronte/davantiโ€)
B1 โ€“ โ€œpotreste dire al gelso che sta qui di_fronte/davanti: <<Srร dicati e vai a piantarti nel mare>>, ed esso vi obbedirebbeโ€
(La fede รจ un โ€œpotereโ€)

Parafrasiamo in base allโ€™aspetto qualitativo:
A โ€“ โ€œSe aveste fede quanto un granello di senapeโ€
(โ€œquantoโ€ equivale โ€œallo_stesso_modo/alla_stessa_manieraโ€
A2 โ€“ โ€œSe aveste fede come quella che appartiene a un granello di senapeโ€
(Da intendersi, quindi, โ€œfede partecipe al Regno di Dioโ€);
B โ€“ โ€œpotreste dire a questo gelso: <<Srร dicati e vai a piantarti nel mare>>, ed esso vi obbedirebbeโ€
(โ€œquestoโ€ equivale โ€œme_qui_presenteโ€ [per capire lโ€™accezione cfr. Gv 2, 19-21: โ€œDistruggete questo tempioโ€ฆโ€]
B2 โ€“ โ€œpotrร  dire a me_qui_presente_che_sono gelso: <<Srร dicati e vai a piantarti nel mare>>, ed io obbedirรฒโ€
(Avendo certamente il lettore rilevato una stonatura di incongruenza logica tra A2 e B2, andiamo ad argomentare. Nel momento in cui la mia fede diviene โ€œcome_quella_che_appartiene_aโ€ un granello di senape (partecipe al Regno di Dio) cโ€™รจ un ribaltamento, poichรฉ cambia il concetto di fede: cessa di alludere ad un โ€œpotereโ€ e diviene โ€œobbedienzaโ€. Quindi il gelso che era fuori di me, su cui avrebbe pesato il mio potere, divento io stesso gelso obbediente. Il lettore osserverร  che necessita esplicitare, a questo punto, il soggetto a cui obbedire, dato che chi doveva esserlo si รจ fatto obbediente. Ebbene, la fede che chiediamo a Gesรน altro non puรฒ essere che โ€œobbedienza alla volontร  di nostro Signoreโ€, il quale Egli stesso si รจ fatto obbediente. Il lettore domanderร : ma nostro Signore, invece, ha obbedito a chi? Egli ha obbedito alla Sua volontร  [ci basti!]. Ecco in definitiva, quindi, che la fede รจ avere in noi โ€œgli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesรนโ€ [guarda un poโ€™? Ancora lei: Fil 2, 5]).
Per il coraggioso (e ce nโ€™รจ voluto di coraggio!) che ha perseverato sin qui nella lettura, รจ bene che egli sappia che abbiamo miseramente approcciato โ€œun solo versettoโ€.

Fonte

A cura di Fabio Quadrini che cura, insieme a sua moglie, anche la rubrica ALLA SCOPERTA DELLA SINDONE: https://unaminoranzacreativa.wordpress.com/category/sindone/

Altri Articoli
Related

don Andrea Vena – Commento al Vangelo di giovedรฌ 25 Dicembre 2025

Carissimi amici,il cammino liturgico dellโ€™Avvento ci porta alla grotta...

Sr. Palmarita Guida – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Maria ha giร  detto sรฌ.Non chiede prove per credere.Eppure Dio,...

Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Beati coloro che vivono e sentono l'amore di Dio....

Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 22 dicembre 2025

Cristo Signore รจ la pietra angolare, la roccia su...