Fabio Quadrini – Commento al Vangelo di domenica 22 Marzo 2020

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Continuando a partecipare del digiuno piรน atroce, ovvero quello dal Pane e dallโ€™Acqua di Vita (da osservare come il ยซnostroยป digiuno preveda di consumare proprio i soli pane e acqua, mentre in questa difficile Quaresima, ciรฒ di cui siamo privati รจ proprio il Pane e lโ€™Acqua Viva), questa domenica continuiamo a proclamare un altro estratto secondo Giovanni, che poi tanto ยซestrattoยป non รจ, in quanto si tratta dellโ€™intero capitolo 9.
Il cardinal Martini, a proposito del metodo per leggere la Parola di Dio, disse che, prima di tutto, occorreva dotarsi di una penna, e poi aprire il Vangelo: ยซperchรฉ il Vangelo si legge con la penna e non soltanto con gli occhiยป.
Ebbene, questโ€™oggi potremmo consumare lโ€™inchiostro di non si sa quante penne, per commentare la pericope che abbiamo dinanzi. Gli spunti, i tracciati, le riflessioni, i rimandi, sono tantissimi, e piรน se ne individuano alcuni, piรน se ne aprono altri, in una continua ed esponenziale eco esegetica.
Di ciรฒ dato atto, ci limiteremo a fornire alcune chiavi (evidentemente ยซinsufficientiยป) che possano accendere e stimolare la meditazione del lettore.

Primo
La prima sottigliezza che vorremmo evidenziare sta nel verbo SPALMARE, il quale si trova sia al versetto 6 (ยซDetto questo, [Gesรน] sputรฒ per terra, fece del fango con la saliva, spalmรฒ il fango sugli occhi del ciecoยป), sia al versetto 11 (ยซEgli [il cieco guarito] rispose: โ€œLโ€™uomo che si chiama Gesรน ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: โ€œVaโ€™ a Sรฌloe e lร vati!โ€. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vistaโ€ยป).
In greco il verbo ยซspalmareยป รจ espresso con epikhrรญo che letteralmente significa ยซungere_sopraยป. Ma da evidenziare รจ il fatto che il verbo khrรญo, da cui deriva epikhrรญo, รจ la radice del sostantivo khristรณs, che non occorre chiaramente tradurre.
Interessanti, a tal proposito, alcune notazioni.

a-La prima, tratta proprio dal versetto 6, ci mostra come Gesรน, con il suo atto, abbia reso manifesto chi Egli sia: questa guarigione del cieco nato รจ una chiara epifania del Signore, prima che essere un atto prodigioso e curativo: Egli รจ il Messia, il Cristo, non un medico!

b-La seconda ci porta al versetto 22 (ยซ[โ€ฆ] i Giudei avevano giร  stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagogaยป).
Ecco il grado piรน alto del peccato, ovvero il peccato che non verrร  mai cancellato (cf. Gv 9, 41): quando il Signore si rivela, ma nei suoi confronti il rifiuto รจ pregiudiziale e cosciente, il peccato diviene imperdonabile (cf. Mt 12, 31: ยซPerciรฒ io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrร  perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrร  perdonataยป; cf. anche 1Gv 5, 16: ยซSe uno vede il proprio fratello commettere un peccato che non conduce alla morte, preghi, e Dio gli darร  la vita: a coloro, cioรจ, il cui peccato non conduce alla morte. Cโ€™รจ infatti un peccato che conduce alla morte; non dico di pregare riguardo a questo peccatoยป).

c-Rilevante una terza riflessione, che dal versetto 11 ci porta, poi, al versetto 15.
Ebbene, abbiamo giร  riportato il versetto 11, nel quale il cieco guarito dice proprio che lโ€™uomo Gesรน gli ha ยซspalmato gli occhiยป; ma quando viene, invece, interrogato dai farisei (v. 15), costui non adopera il verbo ยซspalmare (epikhrรญo)ยป, bensรฌ dice: ยซMi ha messo (epรฉthekรฉn) del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedoยป.
Ecco, non รจ facile affrontare il mondo per chi crede in Cristo, anche se Egli ci ha ยซmiracolosamente toccatoยป; e non bastano i miracoli materiali (che sono quotidiani tra lโ€™altro) a indirizzare ed incoraggiare il nostro percorso di fede: credere nel Signore Gesรน รจ un cammino di crescita interiore (che naturalmente viene, man mano, proiettato esteriormente); รจ un tragitto continuo e costante, in cui il pieno miracolo non รจ (solo) il mero evento prodigioso a livello pragmatico, bensรฌ la conversione del cuore; la conversione della vita.
Purtroppo, perรฒ, lungo questo percorso, spesso si inciampa, poichรฉ il richiamo, ovvero il timore, del mondo รจ forte in noi, piรน forte anche di un miracolo (cf. Gv 11 [la risurrezione di Lazzaro]). Tuttavia il Signore conosce queste nostre debolezze, questa nostra ยซcecitร ยป, e, in tal caso, il suo perdono (se, riconoscendoci ยซciechiยป, lo invochiamo) sarร  sempre pronto.
Come terminerร  il nostro cammino?
Behโ€ฆognuno di noi scelga la propria strada.
Invece, comโ€™รจ terminato il cammino del cieco guarito?
Lo vedremo a breve.

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gerusalemme_getsemani_degli_ulivi_giardino
Getsemani (Gerusalemme)

Secondo
Un secondo momento di riflessione lo argomenteremo seguendo il tracciato di un altro verbo estratto dalla pericope odierna: SAPERE.
Se il lettore avrร  notato, partecipando con la lettura o col mero ascolto del brano evangelico, siamo al cospetto di un gergo prettamente concentrato su tre aspetti sensoriali: udito, tatto e vista.
Ma dei tre, vorremmo concentrarci sullโ€™ultimo, anche perchรฉ, leggendo in lingua corrente italiana, qualche dettaglio ci sfugge.
Ebbene, lโ€™aspetto della ยซvistaยป, giร  manifestamente preponderante, se andiamo al greco originale del testo, diventa subissante; quasi strabordante: il ยซvedereยป, infatti, รจ inteso anche ogniqualvolta nel testo ci si trova al cospetto del verbo ยซsapereยป.
Il greco orรกo, di fatto, significa certamente ยซsapereยป, ma il suo senso di fondo รจ perfettamente quello di ยซvedereยป; e se andiamo, nelle righe evangeliche in esame, a sostituire ยซsapereยป con ยซvedereยป, ecco che ci troveremo accecati da una continua e ridondante concentrazione:

a-versetto 1: ยซPassando, vide (รจ esattamente adoperato proprio il verbo orรกo, e in tal caso il traduttore italiano lascia precisamente lโ€™accezione ยซvedereยป, mentre, nel corso del testo, orรกo รจ adoperato come ยซsapereยป) un uomo cieco dalla nascitaยป;

b-versetto 12: ยซGli dissero: โ€œDovโ€™รจ costui?โ€. Rispose: โ€œNon lo so (vedo)โ€œยป;

c-versetto 20: ยซI genitori di lui risposero: โ€œSappiamo (vediamo) che questo รจ nostro figlio e che รจ nato ciecoยป;

d-versetto 21: ยซma come ora ci veda non lo sappiamo (vediamo), e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo (vediamo). Chiedetelo a lui: ha lโ€™etร , parlerร  lui di sรฉโ€ยป;

e-versetto 24: ยซAllora chiamarono di nuovo lโ€™uomo che era stato cieco e gli dissero: โ€œDaโ€™ gloria a Dio! Noi sappiamo (vediamo) che questโ€™uomo รจ un peccatoreโ€ยป;

f-versetto 25: ยซQuello rispose: โ€œSe sia un peccatore, non lo so (vedo). Una cosa io so (vedo): ero cieco e ora ci vedoโ€ยป;

g-versetto 29: ยซNoi sappiamo (vediamo) che a Mosรจ ha parlato Dio; ma costui non sappiamo (vediamo) di dove siaโ€ยป;

h-versetto 30: ยซRispose loro quellโ€™uomo: โ€œProprio questo stupisce: che voi non sapete (vedete) di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhiยป;

i-versetto 31: ยซSappiamo (vediamo) che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontร , egli lo ascoltaยป.

Basterebbe arrestarsi solo sui dettagli di questo elenco per rimanere abbacinati da infinite analisi esegetiche.
Soffermiamoci, per non restare abbagliati, giusto ad alcune note.
I soggetti protagonisti sono 3 (lasciamo stare il punto a- poichรฉ รจ stato citato solo a titolo esplicativo): i genitori del cieco guarito; i farisei (e fino a qui possiamo ammetterli); ma anche lo stesso cieco guarito!
Partiamo brevemente dai genitori (punti c-; d-).
Essi vedono circa le vicende materiale che hanno coinvolto il figlio, ma no riescono a vedere oltre; nondimeno, si considerano onestamente ciechi dinanzi al Mistero: ma questo non รจ un peccato imperdonabile (cf. 1Gv 5-16), poichรฉ essi sono ciechi e tali si dichiarano (cf. Gv 9, 41).
Ci basti.
Abbiamo, poi, i farisei (punti e-; g-;).
Essi, invece, affermano di vedere, e di vedere anche ยซoltreยป, poichรฉ emettono giudizi anche al di lร  della materialitร . Orbene costoro, dinanzi al Mistero, proprio perchรฉ consci che lo vedono e ne sanno, in virtรน di ciรฒ non saranno mai perdonati del loro peccato (cf. 1Gv 5-16), poichรฉ il loro rifiuto del Signore รจ ben consapevole (cf. Gv 9, 41)!
Ci basti.
Infine, eccoci al cieco guarito (punti b-; f-; h-; i-).
Il suo atteggiamento non รจ facile da cogliere: anchโ€™egli limita la sua percezione visiva alle questioni pragmatiche, rimanendo cieco per quel che concerne lโ€™ambito spirituale; tuttavia sembra che in lui ci sia una turbolenta ricerca e un vorticoso sbandamento, quasi a domandarsi: ยซComโ€™รจ possibile che, pur vedendo, non riesco a vedere?ยป.
Paradigmatico, a tal proposito, รจ il versetto 12 (punto b-): ยซGli dissero: โ€œDovโ€™รจ costui?โ€. Rispose: โ€œNon lo so (vedo)โ€œยป. Eppure era stato appena guarito dalla sua cecitร !
In merito a questโ€™ultimo aspetto, perรฒ, manca un versetto che andrebbe elencato assieme agli altri, ovvero il versetto 37: ยซGli disse Gesรน: โ€œLo hai visto (anche qui vale lo stesso discorso per il punto a-: il traduttore lascia ยซvedereยป quando invece il greco รจ orรกo che, seguendo la logica strutturale della pericope, andava tradotto con ยซsapereยป): รจ colui che parla con teโ€ยป.
Ebbene, dato atto di questi ragionamenti, il miracolo del capitolo 9 secondo Giovanni, non sta al versetto 7 (ยซVaโ€™ a lavarti nella piscina di Sรฌloeโ€ โ€“ che significa Inviato. Quegli andรฒ, si lavรฒ e tornรฒ che ci vedevaยป), bensรฌ proprio al versetto 37, poichรฉ รจ esattamente a questo punto che gli occhi (compresi quelli del cuore) del cieco sono completamente aperti!
Ed infatti, appena dopo, il cieco, guarito non solo ยซdallaยป, ma ยซnellaยป cecitร , puรฒ fortemente liberarsi nella sua piena affermazione e professione: ยซCredo, Signore!ยป (v. 38).
Il lettore osserverร : Gesรน, forse, ha sbagliato a fare il miracolo allโ€™inizio, e, quindi, ha dovuto ritentare dopo?
Sarebbe estremamente interessante, a partire da tale domanda, assolutamente lecita vista la riflessione sin qui manifestata, fare un raffronto con un altro passo evangelico che tiene similmente la stessa portata di quello odierno, ovvero il cieco di Betsร ida (Mc 8, 22-25: ยซGiunsero a Betsร ida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: โ€œVedi qualcosa?โ€. Quello, alzando gli occhi, diceva: โ€œVedo la gente, perchรฉ vedo come degli alberi che camminanoโ€. Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosaยป), tuttavia lo spazio e il tempo sono nostri acerrimi nemici.
Attenendoci, dunque, a fare salva la domanda solo per lโ€™episodio odierno, possiamo carpire la risposta nel terzo punto di sviluppo di questo nostro incontro.

Terzo
Lโ€™episodio odierno del cieco guarito, al di lร  del miracolo concreto, che non vโ€™รจ motivo di escluderlo (lo abbiamo ripetuto piรน volte: Gesรน รจ storia! E per spiegarci meglio col gergo moderno, dato che, ogni tanto, รจ bene anche attualizzare il linguaggio comunicativo, invece del nostro consueto greco e latino, tanto odiato da chi si sforza di leggere questi sgradevoli commenti, adoperiamo lโ€™inglese: Gesรน non รจ story, ma history!), rivela che il prodigio vero e proprio non sta nella sola apertura delle pupille, quanto piuttosto nello ยซspalancamentoยป del cuore: e questo รจ un cammino in cui lโ€™opera del Signore tiene conto della nostra libertร .
Egli, infatti, non puรฒ costringerci alla conversione, ovvero ad amarlo.
Puรฒ infonderci, per Grazia, lโ€™incipit, lโ€™impulso, lโ€™avvio: tuttavia spetterร , poi, a noi, certamente tra le difficoltร  dei nostri stenti, scegliere, di fronte ai bivi, la via corretta; rialzarci qualora dovesse capitare un inciampo.
Ben sicuri, perรฒ, che tali deficitari approcci (i nostri peccati) saranno sempre perdonati (chiaramente se di questi se ne chiede a Dio il perdono), poichรฉ camminare verso il Signore รจ unโ€™erta difficoltosa ed insidiosa, ed Egli รจ consapevole che la nostra condizione di esseri limitati puรฒ portarci a cadere: le nostre cecitร , infatti, nel momento in cui divengono partecipi del cammino verso Lui, saranno sempre rimesse.
Non sarร  perdonato, invece, chi pregiudizialmente e coscientemente, pur avendo beneficiato del nitore della Grazia, dice di vedere che Dio non cโ€™รจ; di sapere che Dio non รจ; di vedere e sapere solo sรฉ (cf. 1Gv 5, 16)!

Ebbene, ecco i passi del tragitto del cieco guarito.

a-Al versetto 9 egli dice: egรณ eimi, ovvero ยซio sonoยป.
Ma questo รจ il nome di Dio!
E nel Vangelo secondo Giovanni รจ tipicamente in bocca a Gesรน (cf. ad esempio Gv 18, 5-6 ยซGli risposero: โ€œGesรน, il Nazarenoโ€. Disse loro Gesรน: โ€œSono io!โ€. Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro โ€œSono ioโ€œ, indietreggiarono e caddero a terraยป).
In partenza, dunque, il cieco, pur se sanato materialmente dalla Grazia del Signore, con riguardo a sรฉ stesso ancora non manca di adoperare la formula egรณ eimi (il suo livello รจ ancora acerbo: ยซDioยป e ยซioยป non sono ben nitidi); mentre, abbiamo giร  visto, quando gli chiedono di Gesรน, egli riduce il Signore ad un: ยซNon lo so (vedo โ€“ v. 12: pur se Dio gli ha reso luce, il cieco guarito รจ ancora annebbiato)ยป.

b-Al versetto 17, invece, ecco che nella bocca, ma meglio nel cuore, del cieco guarito, inizia a cambiare qualcosa: ha camminato; sta camminando, pur se tra stenti e sbandamenti; dal suo iniziale ยซNon lo so (vedo)ยป รจ passato a: ยซรˆ un profeta!ยป.

c-Ma, come abbiamo giร  accennato sopra, il suo cammino arriva a compimento: il cieco, guarito materialmente, trova finalmente il Signore (v. 36: ยซE chi รจ, Signore, perchรฉ io creda in lui?ยป) e insieme viene pienamente trovato dal Signore (v. 37: ยซLo hai visto: รจ colui che parla con teยป), e questa volta lโ€™incontro diviene compiuto, poichรฉ il germe della Grazia รจ stato fecondato dalla fatica dellโ€™uomo, il quale, completamente aperto negli occhi e nel cuore, non puรฒ fare altro che esclamare e professare: ยซCredo, Signore!ยป (v. 38), dove ยซSignoreยป, in greco รจ kรบrios, ovvero lโ€™equivalente dellโ€™ebraico Adonai, quindiโ€ฆil nome di Dio!

Dio, che ti ha creato senza di te, non puรฒ salvarti senza di te: non รจ miracolo compiuto, quando io รจ separato da D_io!
Cosรฌ sia, anche per questa irta Quaresima!

Fonte

Per gentile concessione di Fabio Quadrini che cura, insieme a sua moglie, anche la rubrica ALLA SCOPERTA DELLA SINDONE: https://unaminoranzacreativa.wordpress.com/category/sindone/


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