Enzo Bianchi – Commento al Vangelo del 30 Giugno 2024

Domenica 30 Giugno 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 5, 21-43

Data:

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Toccare ed essere toccati da Gesรน

Gesรน abolisce ogni sorta di sacro, poichรฉ egli non era โ€œsacroโ€ come i sacerdoti, essendo un ebreo laico, non di stirpe sacerdotale, e poichรฉ vedeva nelle leggi della sacralitร  una contraddizione alla caritร , alla relazione cosรฌ vitale per noi umani.

Che cosโ€™รจ lโ€™impuritร ? Quando una persona รจ impura, cioรจ indegna di stare con gli altri e con Dio? Quando una persona รจ โ€œsegnataโ€ da una situazione malefica? E potremmo continuare a porre domande simili o parallele, perchรฉ da sempre questi interrogativi emergono nei nostri cuori nelle differenti situazioni della nostra vita. E le risposte che noi esseri umani abbiamo dato, e magari ancora diamo, non sempre riflettono la volontร  del Creatore, i sentimenti di Dio. Purtroppo le vie religiose tracciate dallโ€™umanitร  spesso riflettono non il pensiero di Dio, ma sono piuttosto il frutto di sentimenti umani per i quali si sono trovate giustificazioni fonte di alienazione o di separazione tra gli umani.

In questi percorsi, il sangue, segno della vita negli animali e negli umani, ha attirato fortemente lโ€™attenzione su di sรฉ. Ognuno di noi รจ nato nel sangue che fluisce dallโ€™utero della madre e ognuno di noi muore quando il suo sangue non scorre piรน. Ecco dunque, al riguardo, la Legge e le leggi: il sangue che esce da una donna nel mestruo o alla nascita di un figlio la rende impura, cosรฌ come ognuno quando muore entra nella condizione di impuritร , perchรฉ preda della corruzione del proprio corpo. Il sangue rende impuri, rende indegni, e questa per una donna รจ una schiavitรน impostale dalla sua condizione secondo la Legge, dunque โ€“ dicono gli uomini religiosi โ€“ da Dio.

La donna impura per il mestruo o per la gravidanza non toccherร  cose sante, non entrerร  nel tempio (nel Santo) e per purificarsi dovrร  offrire un sacrificio; anche chi toccherร  una donna impura sarร  reso impuro (cf. Lv 12,1-8; 15,19-30), impuro come un lebbroso e chi lo tocca, impuro come un morto e chi lo tocca. Di qui ecco barriere, muri, separazioni innalzati tra persona e persona, ecco lโ€™imposizione dellโ€™esclusione e dellโ€™emarginazione. Certo, โ€œa fin di beneโ€, per evitare il contagio, per instaurare un regime diย immunitas: ma al prezzo della creazione di uno steccato e dellโ€™indegnitร -impuritร  posta come sigillo su alcune persone! Anche le misure di precauzione finiscono per diventare una condannaโ€ฆ

Ma Gesรน รจ venuto proprio per far cadere queste barriere: egli sapeva che non รจ possibile che il sangue di un animale offerto in sacrificio possa togliere il peccato e rendere puri, mentre il sangue di una donna versato per il naturale ciclo mestruale o il corpo di un morto di cui occorre avere cura possano generare impuritร , indegnitร  di stare con gli altri e davanti a Dio. Per questo i vangeli mettono in evidenza che Gesรน non solo curava e guariva i malati, gli impuri, come i lebbrosi o come le donne colpite da emorragia, ma li toccava e da essi si faceva toccare. Gesรน abolisce ogni sorta di separazione voluta dalla logica sacrale, poichรฉ egli non era un uomo sacrale come i sacerdoti, essendo un ebreo laico, non di stirpe sacerdotale, e poichรฉ vedeva nelle leggi della sacralitร  una contraddizione alla caritร , alla relazione cosรฌ vitale per noi umani.

Amare lโ€™altro vale piรน dellโ€™offerta a Dio di un sacrificio (cf. Mc 12,33; 1Sam 15,22), essere misericordiosi รจ vivere il precetto, il comandamento dato dal โ€œDio misericordioso (rachum) e compassionevole (channun)โ€ (Es 34,6). In Gesรน cโ€™era la presenza di Dio, dunque lui era โ€œil Santo di Dioโ€ (Mc 1,24; Lc 4,34; Gv 6,69), ma egli non temeva di contrarre lโ€™impuritร ; al contrario, egli proclamava e mostrava che la santitร  di Dio santifica anzichรฉ rendere impuri, consuma e brucia il peccato e lโ€™impuritร , perchรฉ รจ una santitร  che รจ misericordia (cf. Os 11,9: โ€œIo sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrรฒ da te nella mia iraโ€). In questa azione di Gesรน, inoltre, รจ impossibile non vedere una liberazione della donna da schiavitรน e alienazioni imposte dalla cultura dominante.

Per questo Gesรน lasciava che i malati lo toccassero, avessero contatto con il suo corpo (cf. Mc 6,56; Mt 14,36), per questo egli toccava i malati: tocca il lebbroso per guarirlo (cf. Mc 1,41 e par.), tocca gli orecchi e la lingua del sordomuto per aprirli (cf. Mc 7,33), tocca gli occhi del cieco per ridargli la vista (cf. Mc 8,23.25), tocca i bambini e impone le mani su di loro (cf. Mc 10,13.16 e par.), tocca il morto per risuscitarlo (cf. Lc 7,14); e a sua volta si lascia toccare dai malati, da una prostituta, dai discepoli, dalle folleโ€ฆ Toccare, questa esperienza di comunicazione, di con-tatto, di corpo a corpo, azione sempre reciproca (si tocca e si รจ toccati, inscindibilmente!), questo comunicare la propria alteritร  e sentire lโ€™altrui alteritร โ€ฆ Toccare รจ il senso fondamentale, il primo a manifestarsi in ciascuno di noi, ed รจ anche il senso che piรน ci coinvolge e ci fa sperimentare lโ€™intimitร  dellโ€™altro. Toccare รจ sempre vicinanza, reciprocitร , relazione, รจ sempre un vibrare dellโ€™intero corpo al contatto con il corpo dellโ€™altro.

Le due azioni di Gesรน riportate da Marco nel brano evangelico di questa domenica sono unite tra loro proprio dal toccare: Gesรน รจ toccato da una donna emorroissa e tocca il cadavere di una bambina. Due azioni vietate dalla Legge, eppure qui messe in rilievo come azioni di liberazione e di caritร . Questo toccare non รจ unโ€™azione magica, bensรฌ eminentemente umana, umanissima: โ€œIo tocco, dunque sono con te!โ€. Mentre Gesรน passa con la forza della sua santitร  in mezzo alla gente, una donna malata di emorragia vaginale pensa di poter essere guarita toccando anche solo il suo mantello, ilย tallit, lo scialle della preghiera.

Ciรฒ avviene puntualmente, e allora la donna, impaurita e tremante, nella convinzione di aver fatto un gesto vietato dalla Legge, un atto che rende impuro Gesรน, una volta scoperta scoperta confessa โ€œil peccatoโ€ da lei commesso. Ma Gesรน, che con il suo sguardo la cerca tra la folla, udita la confessione le dice con tenerezza e compassione: โ€œFiglia, la tua fede ti ha salvata. Vaโ€™ in pace e sii guarita dal tuo maleโ€. Egli si comporta cosรฌ non per infrangere la Legge, ma perchรฉ risale alla volontร  di Dio, senza fermarsi alla precettistica umana. E se Dio era sceso per liberare il suo popolo in Egitto, terra impura, abitata da gente impura, anche Gesรน sente di poter stare tra impuri e di poterli incontrare, dando loro la liberazione. Per questo egli ha sentito uscire da sรฉ โ€œunโ€™energiaโ€ (dรฝnamis) quando la donna lโ€™ha toccato, perchรฉ la sua santitร  passava in quella donna impura.

Subito dopo Gesรน viene condotto nella casa del capo della sinagoga Giairo, dove giace la sua figlioletta di dodici anni appena morta. Portando con sรฉ solo Pietro, Giacomo e Giovanni, appena entrato in casa sente strepito, lamenti e grida per quella morte; allora, cacciati tutti dalla stanza, in quel silenzio prende la mano della bambina e le dice in aramaico: โ€œTalitร  kumโ€, โ€œRagazza, io ti dico: Alzati!โ€. Anche qui la santitร  di Gesรน vince lโ€™impuritร  del cadavere, vince la possibile corruzione e comunica alla bambina una forza che รจ resurrezione, possibilitร  di rimettersi in piedi e di riprendere vita. Nella sua attenzione umanissima, poi, Gesรน ordina che a quella bambina sia dato da mangiare, quasi che lei stessa abbia faticato per rispondere alla santitร  di Gesรน, il quale le comunica quellโ€™energia divina di cui รจ portatore.

Toccare lโ€™altro รจ un movimento di compassione;
toccare lโ€™altro รจ desiderare con lui;
toccare lโ€™altro รจ parlargli silenziosamente con il proprio corpo, con la propria mano;
toccare lโ€™altro รจ dirgli: โ€œIo sono qui per teโ€;
toccare lโ€™altro รจ dirgli: โ€œTi voglio beneโ€;
toccare lโ€™altro รจ comunicargli ciรฒ che io sono e accettare ciรฒ che lui รจ;
toccare lโ€™altro รจ un atto di riverenza, di riconoscimento, di venerazione.

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Dalla contemplazione di questa pagina del vangelo ci viene rivelato che la nostra carne, il nostro corpo non era indegno di Dio: per questo il Figlio di Dio si fece carne (cf. Gv 1,14), non in modo apparente ma in modo reale e autentico. รˆ la nostra carne che รจ diventata la carne di Dio, e Gesรน, il Figlio, lโ€™ha assunta non come un peso da cui liberarsi tornando al Padre, ma come un mezzo per incontrare lโ€™umanitร , per essere nostro fratello in piena solidarietร , uguale a noi in tutto eccetto che nel peccato.

รˆ grazie a questa carne che Gesรน ha potuto toccare ed essere toccato, vivere il sentimento della misericordia e della compassione e rivelarci la vicinanza e la tenerezza di Dio. Anche noi come suoi discepoli e sue discepole, anche la chiesa deve โ€œosare la carneโ€ e saper abbracciare, toccare, curare la โ€œcarne di Cristoโ€nei sofferenti, nei malati, nei peccatori, in tutti i corpi degli uomini e delle donne che, con grida forti o mute, invocano la salvezza delle loro vite.

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi.

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