Enzo Bianchi commenta il Vangelo di domenica 19 giugno 2016

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Se qualcuno vuole venire dietro a meโ€ฆ

La predicazione pubblica di Gesรน di Nazaret รจ ormai iniziata da qualche tempo, ed egli รจ conosciuto, di lui si parla, su di lui ci si interroga. Gesรน appare infatti una figura di maestro che intriga, essendo la sua storia e il suo stile non consueti. Non รจ un rabbino come gli altri, con un curriculum di studio presso qualche rabbi di Gerusalemme o di una delle cittร  situate sul lago di Gennesaret. รˆ apparso accanto a Giovanni il Battezzatore (cf. Lc 3,21-22), anche lui figura anomala, che ricordava i profeti scomparsi da secoli in Israele, in particolare il profeta Elia, del quale aveva assunto il modo di vestire e lโ€™abitare nella solitudine del deserto (cf. Mc 1,2-6 e par.). Anche il tetrarca Erode, che aveva imprigionato il Battista (cf. Lc 3,19-20) e lo aveva fatto decapitare, si pone delle domande su Gesรน, che ne sta proseguendo il ministero profetico. Egli โ€“ scrive lโ€™evangelista โ€“ โ€œnon sapeva che cosa pensare di lui, perchรฉ alcuni dicevano: โ€˜Giovanni รจ risorto dai mortiโ€™, altri: โ€˜รˆ apparso Eliaโ€™, e altri ancora: โ€˜รˆ risorto uno degli antichi profetiโ€™. Ma Erode diceva: โ€˜Giovanni, lโ€™ho fatto decapitare io; chi รจ dunque costui, del quale sento dire queste cose?โ€™. E cercava di vederloโ€ (Lc ย 9,7-9).

[ads2]Intanto Gesรน aveva inviato i discepoli a due a due nelle varie cittร  dei dintorni ad annunciare il Regno di Dio (cf. Lc 9,1-6) ed essi erano tornati da lui dopo una missione feconda (cf. Lc 9,10). Ed ecco, durante una sosta in disparte di Gesรน e della sua comunitร , una sosta di silenzio, riposo e preghiera, Gesรน stesso pone ai discepoli una domanda: โ€œLe folle, chi dicono che io sia?โ€. Egli domanda, chiede, perchรฉ vuole conoscere cosa si pensa di lui, della sua missione, ma soprattutto vuole sapere se i discepoli che ha chiamato e radunato attorno a sรฉ riescono a comprendere chi lui รจ, qual รจ veramente la sua missione, che rapporto ha con Dio, quindi con loro. I discepoli rispondono che la gente, ascoltandolo, vedendolo vivere e agire, pensa che egli sia un profeta, sorto in Israele come nei tempi antichi. Cโ€™รจ chi lo crede Giovanni il Battista redivivo, perchรฉ proprio dopo la sua morte Gesรน ha impresso al proprio ministero un ritmo e unโ€™estensione che si notavano; altri pensano a Elia. Insomma, per la gente Gesรน era un rabbi (un maestro) e un profeta, un portatore della parola di Dio.

A questo punto Gesรน pone la domanda piรน importante, decisiva: โ€œMa voi, chi dite che io sia?โ€. Attenzione, egli non vuole una risposta โ€œda catechismoโ€, una formula, ma vorrebbe poter leggere la loro fede-fiducia in lui, vorrebbe conoscere la loro adesione, il loro coinvolgimento nella sua vita. Ed ecco che Pietro, il primo tra i Dodici, colui che aveva ricevuto da Gesรน il nome di Kefa, Roccia (cf. Lc 6,14; Gv 1,42), esclama: โ€œTu sei il Cristo, il Messia di Dioโ€. Non solo rabbi, non solo profeta, ma il Messia di Dio, lโ€™atteso Unto del Signore, promesso dal Signore per la salvezza del suo popolo negli ultimi tempi. Secondo gli altri vangeli sinottici, la risposta di Pietro รจ espressa in modo leggermente diverso. In Marco, la fonte di Luca, le parole sono piรน brevi, senza alcuna specificazione: โ€œTu sei il Cristoโ€ (Mc ย 8,29). In Matteo la confessione รจ esplicitata con la definizione del Messia quale โ€œFiglio del Dio viventeโ€ (Mt 16,16; cf. Sal 2,7). Certamente non conosciamo gli ipsissima verba Petri, le parole stesse di Pietro, ma ciรฒ che รจ decisivo viene testimoniato da tutti e tre i testi. Pietro confessa โ€“ ed รจ difficile dire se lo fa a nome personale o come portavoce della comunitร  โ€“ che Gesรน รจ il Messia atteso, per la cui venuta ogni ebreo pregava allโ€™interno delle cosiddette Diciotto benedizioni. Dโ€™altronde il battesimo di Gesรน era stato evento di โ€œunzioneโ€, perchรฉ lo Spirito santo era sceso su di lui (cf. Lc 3,22), e Gesรน stesso nella sinagoga di Nazaret si era presentato come colui che era stato annunciato dal profeta Isaia: โ€œLo Spirito del Signore รจ sopra di me, perchรฉ egli mi ha unto, mi ha inviato ad annunciare ai poveri la buona notiziaโ€ (Lc 4,18; Is 61,1).

Lโ€™evangelista non registra alcuna reazione alle parole di Pietro, se non lโ€™ammonimento di Gesรน a non riferire a nessuno la sua identitร . Perchรฉ? Innanzitutto perchรฉ Gesรน teme che questa identitร  sia compresa in modo sviante, alla stregua di un Messia politico secondo lโ€™ideologia messianica dominante; inoltre, teme che i capi, interpretando la sua identitร  come una pretesa di potere politico, possano mettere fine alla sua azione in modo prematuro. Per questo aggiunge subito: โ€œIl Figlio dellโ€™uomo deve soffrire molto, essererifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giornoโ€. Gesรน ama definirsi โ€œFiglio dellโ€™uomoโ€, titolo che spiega meglio, senza ambiguitร , la sua missione di inviato da Dio, quale terrestre, โ€œfiglio di Adamoโ€ (Lc 3,38). Come tale, egli sa di dove andare incontro alla sorte che attende tutti gli umani: โ€œlโ€™uomo giustoโ€ (Lc 23,47), che vive secondo la volontร  di Dio, in un mondo di ingiusti e peccatori puรฒ solo essere osteggiato e ripudiato, fino a essere messo a morte. รˆ una necessitร  umana, inerente alla storia di questo mondo, come avevano ben capito i sapienti di Israele contemporanei di Gesรน (cf. Sap 1,16-2,20). Il giusto, il servo del Signore, se resta fedele a Dio e continua a fare la sua volontร , si troverร  forzatamente nella condizione di โ€œsoffrire molte coseโ€ (pollรก), di essere perseguitato come tutti i profeti, di essere addirittura ucciso da assassini (questo il loro nome, anche se sono autoritร  religiose), ma di ricevere perรฒ il terzo giorno la risposta di Dio che lo rialza, lo rimette in piedi quale vincitore del male e della morte.

Questa รจ la fede di Gesรน, non una certezza, ma la fede che si รจ nutrita dellโ€™ascolto della Parola contenuta nelle sante Scritture, del discernimento dei segni dei tempi, dellโ€™ascolto attento e amoroso della voce di Dio dentro di sรฉ nelle sue ore di preghiera. Necessitร  umana โ€“ si badi bene โ€“, non necessitร , destino imposto da Dio a Gesรน fino a togliergli la libertร  della risposta. Necessitas humana che solo secondariamente รจ anche necessitas divina, a cui Dio si sottomette, perchรฉ non puรฒ rinunciare a ciรฒ che egli รจ: un Dio di amore, che non si difende, non fa vendetta, non รจ mai un Dio armato. La necessitas humana degli eventi diviene, per lโ€™umiltร  amorosa di Dio, necessitas divina. Il โ€œsi deve, bisognaโ€ (deรฎ) va letto in questโ€™ottica, senza dare a Dio un volto perverso, il volto di un padre piรน cattivo dei nostri padri terreni (รจ esattamente il contrario, come Gesรน ci ha rivelato in Lc 11,11-13!), oppure, come alcune volte i cristiani hanno fatto, creando un Dio che mette paura e fa fuggire gli umaniโ€ฆ

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Ed ecco lโ€™invito conseguente di Gesรน: โ€œIo sono questo tipo di Messia, dunque se qualcuno vuole venire dietro a me, seguirmi, essere mio discepolo, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi seguaโ€. Si tratta di caricarsi dello strumento della propria esecuzione, per rinnegare, far morire, uccidere lโ€™uomo vecchio che รจ in noi, con le sue โ€œmembra di peccatoโ€, dirร  Paolo (cf. Rm 6,13). Sรฌ, questo vocabolario รจ duro, ma non indica una sterile mortificazione, bensรฌ una sottomissione degli istinti mondani, delle pulsioni cariche di egoismo che ci abitano. Caricarsi della croce

significa immettere nella propria vita la logica della cura dellโ€™altro, del servizio dellโ€™altro fino a sottomettersi a lui;

significa spendere la vita per gli altri, fare della propria esistenza una pro-esistenza, una vita per gli altri;

significa dimenticare se stessi e smettere di affermare se stessi senza gli altri e contro gli altri.

La vita, o la si dona oppure la si tiene gelosamente per sรฉ: se la si dona, si trova beatitudine; se la si tiene per sรฉ, si trova la morte. Ecco il senso dellโ€™aggiunta finale di Gesรน: โ€œChi vuole salvare la propria vita, la perderร , ma chi perderร  la propria vita per causa mia, la salverร โ€.

Chi รจ intelligente e comprende bene le parole di Gesรน, quando pensa al โ€œprendere la croceโ€ non lo intende in senso masochistico o doloristico. Al contrario, abbracciando la croce nella libertร  e per amore dietro a Gesรน, va incontro alla beatitudine, alla vita bella, alla bontร  della convivenza fraterna. Perchรฉ alla fine della strada cโ€™รจ la vita, la resurrezione.

p. Enzo Bianchi

Fonte: Monastero di Bose
Ogni settimana il commento al Vangelo di p. Enzo Bianchi

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XII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Lc 9, 18-24
Dal Vangelo secondo Luca

Un giorno Gesรน si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: ยซLe folle, chi dicono che io sia?ยป. Essi risposero: ยซGiovanni il Battista; altri dicono Elรฌa; altri uno degli antichi profeti che รจ risortoยป.
Allora domandรฒ loro: ยซMa voi, chi dite che io sia?ยป. Pietro rispose: ยซIl Cristo di Dioยป.
Egli ordinรฒ loro severamente di non riferirlo ad alcuno. ยซIl Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giornoยป.
Poi, a tutti, diceva: ยซSe qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderร , ma chi perderร  la propria vita per causa mia, la salverร ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 19 – 25 Giugno 2016
  • Tempo Ordinario XII, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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