don Vincenzo Marinelli – Commento al Vangelo del 22 Novembre 2022

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“Di quello che vedete, non resterà pietra su pietra”

Lo sguardo che Gesù ha sul Tempio non è disfattista e non vuole indurre pessimismo e terrore. Tutt’altro. Il suo sguardo è il giusto contrappeso a quella vana compiacenza con cui si guarda al proprio lavoro, alle opere del proprio intelletto, o dei propri frutti.

A volte siamo presi da una mania di assoluto e di eterno, che dimentichiamo che ogni nostra opera è soggetta al flusso della storia e del tempo, il cui ricordo è destinato a scomparire. Anche le imprese più storiche di cui gli uomini fanno memoria, resteranno fino al tempo che Dio ha stabilito per la vita umana, ma non in eterno.

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Se dunque compissimo tutte le nostre azioni con questa consapevolezza, noi stessi saremmo i primi a ridere di chi elogia ed esalta qualcosa che non ha futuro, non ha alcun accesso all’eternità. Le opere umane sono lo strumento con cui l’uomo giorno per giorno guadagna la sua eternità.

E l’opera che può apparire più umile e silenziosa allo sguardo degli uomini e della storia, può essere quella che rimane per sempre dinanzi a Dio.

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