don Roberto Seregni – Commento al Vangelo del 12 Luglio 2020

Le parabole mi hanno sempre affascinato. Ricordo che da bambino avevo un Bibbia illustrata e le mie pagine preferite erano quelle delle parabole di Gesù. Anche se non le capivo bene mi affascinavano. E dopo un po’ di anni che le leggo e le medito ho ancora la stessa impressione. Di non comprenderle fino in fondo e, allo stesso tempo, esserne profondamente affascinato.

Oggi proviamo a fermarci su una delle parabole più famose: quella del seme.
Forse vale la pena, fin dall’inizio, chiarire che il vero protagonista di questo testo è la Parola. Le quattro scene, infatti, narrano esiti diversi dell’annuncio della Parola.
Ricordo che quando leggevo questa parabola, mi chiedevo perché il contadino gettasse i semi sulla strada o fra i sassi. I miei nonni erano contadini e ricordo che preparavano con cura il terreno e seminavano con molta attenzione.
Ma Gesù lancia ovunque il seme della Parola, non sceglie i terreni, non fa differenza, non scarta, non seleziona. Tutti siamo il terreno di Dio, nessuno di noi è stato sottratto a questo dono.
È evidente anche che ci sono esiti molto diversi che non dipendono dalla qualità del seme, ma dal terreno. Il seme è lo stesso, ma non sempre puó germogliare e dare frutto.
In realtà questa parabola anticipa la vita di Gesù, scioglie le logiche più profonde che porteranno il cammino del maestro verso la Croce. La Parola entra nella storia dell’uomo con la piccolezza e la debolezza di un seme gettato sulla terra, che puó essere rifiutato, calpestato o soffocato.
La sua potenza è indiscussa, ma è la qualità dell’accoglienza che fa cambiare l’esito.

Ma c’è un piccolo particolare che dovrebbe attirare la nostra attenzione. Gesú dice che il terreno buono frutta il cento, il sessanta o il trenta.  Ma, secondo gli studi degli esperti, con le tecniche di lavoro di quel tempo, un sacco di semi poteva darne al massimo undici o dodici. La proporzione della parabola è davvero smisurata, inverosimile.

Cosa vuole dirci Gesú con questa voluta esagerazione?
Il maestro vuole darci la certezza che la sua Parola, se è accolta, amata e vissuta, dà frutti straordinari e imprevedibili! Il Signore ci dà più di quanto osiamo immaginare e sperare! L’unica condizione è aprire il cuore, essere docili e disponibili.

Coraggio amici, siate terra buona, liberatevi dalle spine e dalle pietre che soffocano la Parola e lo Spirito del Signore farà germogliare in voi, e attorno a voi, la Sua immensa bellezza!

Se vuoi continuare a meditare sulle parabole, ti propongo un mio libro: “Risillabare le parabole”, edito con Áncora. Il ricavato della vendita dei miei testi è interamente dedicato alle opere della missione in Perù.

Un abbraccio
Uniti nella preghiera
Don Roberto


Don Roberto (prete missionario della Diocesi di Como) – Sito Web

Fonte: il canale Telegram “Sulla Tua Parola“.

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