don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 7 Aprile 2023

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DOVโ€™รˆ IL TUO DIO? – VENERDI SANTO (PASSIONE DEL SIGNORE)

Lectio

Lโ€™ultimo respiro del Crocifisso รจ il primo vagito dellโ€™Uomo nuovo

Il racconto della Passione secondo Giovanni รจ un dramma ma non รจ drammatico. Il quarto evangelista elimina dal suo racconto ogni riferimento a umiliazioni, oltraggi, offese rivolte a Gesรน la cui fronte rimane sempre alta, fino alla fine. Ne esce fuori il ritratto di Gesรน dal chiaro profilo regale, le cui caratteristiche principali sono la libertร  e la consapevolezza. Gesรน, proprio perchรฉ libero e consapevole, affronta la passione con dignitร . Non รจ orgoglioso e sprezzante del pericolo, nรฉ tanto meno รจ talmente esaltato dal galvanizzarsi allโ€™idea di diventare martire.

Lโ€™evangelista Giovanni non ha mancato di segnalare lโ€™umano turbamento di Gesรน davanti alla consapevolezza che era giunto il momento della resa dei conti. La paura, mettendoci in guardia da un pericolo che corriamo, ci permette di compiere le scelte opportune per evitarlo e salvarci. Fin quando non giunge la ยซsua oraยป Gesรน fugge o trova il modo di non cadere nelle trappole che gli vengono tese. Cโ€™รจ dunque un tempo nel quale bisogna fare un passo indietro, in cui รจ necessario riformulare i programmi, un tempo in cui aspettare. Gesรน nei pericoli non si fa prendere dalla paura, ma la prende per mano con delicatezza, perchรฉ il vero pericolo, da cui viene la paura piรน drammatica, รจ quella di non piacere a Dio. Ci si puรฒ far prendere dalla paura e bloccarsi nel fare il bene e nel portare avanti la propria missione. La paura รจ alimentata dalle accuse ingiuste, dallโ€™essere strumentalizzati, beffeggiati, osteggiati, irrisi, perseguitati. Di tutto questo non si fa cenno nel racconto della Passione in quanto tale ma รจ riportato in tutta la narrazione evangelica ad indicare il fatto che la passione attraversa tutta la vita di Gesรน.

Quando giunge la sua ora Gesรน รจ consapevole del fatto che รจ arrivato al vertice della missione per la quale รจ venuto nel mondo. Nellโ€™ora finale Gesรน guarda in faccia la morte. Davanti ad essa il timore รจ vinto dalla fiducia amorevole verso il Padre. La morte non รจ la fine di tutto, ma il fine di tutta la sua vita. Egli stesso impiega lโ€™immagine del seme che deve cadere nella terra e morire in vista del fine per il quale esiste ed รจ stato seminato: portare frutto. Lasciarsi dominare dalla paura comporta la perdita di luciditร  e capacitร  di ragionevolezza. Per cui istintivamente o ci si ritira o si aggredisce. La paura puรฒ portarci anche a mettere la testa nella sabbia, come gli struzzi, per non vedere e rifugiarci nelle utopie e staccarci dalla realtร . Gesรน invece affronta a viso scoperto la morte, senza maschere per mimetizzarsi e conformarsi alla massa e senza protezioni per salvare le apparenze. Gesรน non guarda altrove, ma attraverso la morte perchรฉ guarda avanti, verso il compimento della promessa del Padre e guarda in alto verso di Lui per non perdere il contatto visivo con Dio, unica fonte di speranza.

Quando vediamo avanzare i nemici, le forze delle tenebre, con lanterne, fiaccole e bastoni, ricordiamo le parole di Gesรน: ยซse cercate me, lasciate andare loroยป. Egli รจ veramente il nostro re, perchรฉ per salvarci, attraversa da solo la passione e la morte, ma non per rimanere da solo, ma per farci entrare con sรฉ a far parte del suo regno. Traducendo il testo greco in maniera diversa rispetto alla traduzione ufficiale, vediamo Gesรน, non Pilato, sedere nel litostroto. รˆ il vero re, anche se con una corona di spine sul capo e un mantello di porpora sulle spalle. A questo re dobbiamo guardare per lasciarci attirare dalla sua dolente e potente regalitร . Egli non ha nulla a che fare con i potenti di questo mondo, pieni di titoli, onori, ricchezze, potere, ma spesso vuoti interiormente e talmente leggeri che una folata di vento della prima avversitร  li porta via. Gesรน, inchiodato alla croce, รจ saldamente seduto sul suo trono di gloria. Cโ€™รจ una differenza tra i troni mondani e quello di Cristo: dagli scranni piรน alti delle gerarchie di potere facilmente si puรฒ cadere perchรฉ cโ€™รจ sempre chi insidia per prenderne il posto. Dallโ€™alto della croce non si cade ma si chiamano gli altri rialzandoli dalle loro cadute. Cosรฌ Gesรน, come il serpente issato da Mosรจ nel deserto, รจ innalzato affinchรฉ chiunque, morso dal serpente del peccato e alzando gli occhi verso di Lui, possa essere salvato.

Nella nostra passione non lasciamoci prendere dalla paura, ma guardiamo sempre avanti, certi che lโ€™approdo della vita non รจ la morte ma la salvezza, la vita eterna. Quando ci sentiamo smarriti e confusi guardiamo in alto dove, come la vetta della montagna che emerge dalle nuvole, possiamo contemplare il volto del Crocifisso dalle cui labbra fioriscono parole di conforto e dal cui costato aperto sgorga, come da una sorgente zampillante, il dono dello Spirito Santo. Quando ci sentiamo soli perchรฉ distanti, diamoci appuntamento sotto la croce, nel grande abbraccio di Gesรน, sotto la cui guida siamo ricondotti nellโ€™originale unica famiglia. Quando ci assale il dubbio di essere inutili, sterili, inconcludenti, falliti apriamo il nostro spirito di figli ad accogliere devotamente e con tenerezza quella Madre che ci viene donata dallโ€™alto. Chi piรน di Lei, stando ferma in piedi sotto la croce, ha avvertito il dolore lancinante della perdita del figlio? Ella ci insegna che anche nel travaglio piรน doloroso della prova si deve rimanere in piedi come le sentinelle nella notte, sorrette dalla speranza dellโ€™arrivo annunciato del nuovo giorno. Nel buio del lutto e della perdita di ciรฒ che ci sta a cuore impariamo da Lei a vedere in ciรฒ che ci manca la presenza dellโ€™essenziale, anche se in unโ€™altra forma. Anche Maria รจ morta col Figlio sulla croce, anche per lei giunse lโ€™ora. Sรฌ, nel momento in cui Gesรน ha reso lo Spirito Maria รจ morta come madre di suo figlio, ma, per il fatto di essere stata fecondata dalla sua parola dallโ€™alto della croce, รจ nata come Madre di tutta la Sua discendenza, Madre della Chiesa.  Alzando gli occhi verso il Crocifisso, e lasciandoci accompagnare da Maria, sperimenteremo con loro la morte non come vuoto nel quale precipitare ma quale grembo in cui rinasciamo come figli di Dio.

Meditatio

DOVโ€™รˆ IL TUO DIO?

ยซDovโ€™รจ il tuo Dio?ยป (Sal 41, 4. 11); mentre lโ€™uomo soffre, una domanda trafigge il suo cuore come una freccia dalla punta acuminata e mette in crisi la fede. Anche Gesรน รจ stato perseguitato da questa domanda provocatoria. La sua risposta รจ il silenzio perchรฉ nella sua pazienza si mostra un Dio compassionevole che ai ragionamenti e alle arringhe di difesa o di accusa preferisce caricarsi delle nostre sofferenze, della nostra rabbia per le ingiustizie, della nostra tristezza e delle nostre paure. ยซDalle sue piaghe siamo stati guaritiยป (Is 53,5). Le ferite del peccato infettano, quelle dellโ€™amore sanano. Gesรน si รจ lasciato infettare dalla morte perchรฉ fossimo guariti dal peccato.

Oratio

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Signore Gesรน, uomo della croce, i tuoi occhi brillano di speranza nella notte oscura della fede messa in crisi dalle sofferenze di cui non vediamo la fine ma che in te trovano il loro senso. Guarda i tuoi fratelli che, spaventati e tristi nellโ€™ora della prova, si chiudono in sรฉ stessi incapaci di sperare e chiedere aiuto. Insegnaci a pregare nellโ€™ora del dolore e in quella della solitudine a farci prossimi agli altri fratelli. Aiutaci ad affidarci fiduciosi nelle mani del Padre affinchรฉ possiamo essere docili e obbedienti alla sua volontร .

Leggi la preghiera

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร  biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna