don Claudio Doglio – Commento al Vangelo del 7 Aprile 2023

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Il discepolo Giovanni era presente ai piedi della croce, ha visto e ne dà testimonianza, perché anche noi crediamo che Gesù è veramente l’Agnello di Dio, che morendo vince il peccato e la morte. Sulla croce avviene il combattimento decisivo. Lo stesso Giovanni ha scritto anche l’Apocalisse, in cui non annuncia la fine del mondo, ma il dramma della storia in cui Cristo continua a combattere contro il principe di questo mondo, che domina, schiavizza, rapisce e violenta.

In un passo importante dell’Apocalisse si parla della battaglia decisiva di Harmagheddon (Ap 16,16). Questo termine ebraico vuol dire Monte di Meghiddo e rinvia ad un’antica battaglia in cui — molti secoli prima di Cristo — morì il buon re Giosia; e fu proprio con riferimento ai funerali di questo re che venne pronunciata la profezia di Zaccaria: “Volgeranno lo sguardo al colui che è stato trafitto” (Zc 12,10).

Gesù porta lo stesso nome del re Giosia e la sua vicenda di morte tragica richiama quella dell’antico re: con tale allusione simbolica l’Apocalisse vuol dire che la battaglia risolutiva è stata combattuta sul Golgota. La morte di Cristo è Harmagheddon, cioè lo scontro decisivo in cui il Re buono è morto, ma ha vinto una volta per tutte le forze del male. Il vincitore è colui che ha saputo amare di più e ci attira a sé; e noi, liberamente, ci lasciano attirare da questo amore.

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Vogliamo stare dalla sua parte e di fronte alle violenze che gli uomini compiono, noi scegliamo di aderire all’amore di Cristo.

AUTORE: don Claudio Doglio
FONTE: Messalino “Amen” e Canale YouTube Teleradiopace TV
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