La chiamata di Dio e il richiamo della carne
Lunedรฌ della XXII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicรฉsiย 1Ts 4,13-18
Dio, per mezzo di Gesรน, radunerร con lui coloro che sono morti.
Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nellโignoranza a proposito di quelli che sono morti, perchรฉ non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesรน รจ morto e risorto, cosรฌ anche Dio, per mezzo di Gesรน, radunerร con lui coloro che sono morti.
Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. Perchรฉ il Signore stesso, a un ordine, alla voce dellโarcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderร dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e cosรฌ per sempre saremo con il Signore.
Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.
La speranza, cammino incontro al Signore che viene
La predicazione di Paolo non era solo dottrinale ma anche morale stabilendo un nesso forte tra la fede e la vita. La visione esistenziale della vita dellโuomo non puรฒ essere racchiusa entro le date della nascita e della morte. La fede in Gesรน Cristo allarga lโorizzonte della speranza cristiana liberandola dai condizionamenti delle attese legate alle esigenze mondane per conferirle un valore piรน grande che abbraccia la volontร di Dio.
Le norme di comportamento non sono finalizzate allโottenimento di qualche premio ma al compimento della volontร di Dio il quale vuole che tutti siamo salvati. La salvezza consiste nellโabitare con il Signore, il quale, come il buon pastore, raduna il suo gregge. La storia di ciascuno รจ orientata allโincontro e al vivere sempre col Signore. Dunque, chi muore non รจ escluso da questa speranza. I morti, o meglio diremmo gli addormentati, sono coloro che, alla stregua dei vivi, attendono la venuta del Signore, la sua manifestazione definitiva e la realizzazione completa della sua volontร .
La speranza cristiana non รจ immobile attesa di un destino ineluttabile ma รจ una tensione continua gioiosa verso un bene piรน grande delle umane aspettative, รจ un pellegrinaggio verso lo sposo che mi attende lโamata per introdurla nellโintimitร della sua casa.ย
+ Dal Vangelo secondoย Lc 4,16-30
Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio. Nessun profeta รจ bene accetto nella sua patria.
In quel tempo, Gesรน venne a Nร zaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrรฒ nella sinagoga e si alzรฒ a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaรฌa; aprรฌ il rotolo e trovรฒ il passo dove era scritto:
ยซLo Spirito del Signore รจ sopra di me;
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per questo mi ha consacrato con lโunzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertร gli oppressi
e proclamare lโanno di grazia del Signoreยป.
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnรฒ allโinserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciรฒ a dire loro: ยซOggi si รจ compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltatoยป.
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: ยซNon รจ costui il figlio di Giuseppe?ยป. Ma egli rispose loro: ยซCertamente voi mi citerete questo proverbio: โMedico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafร rnao, fallo anche qui, nella tua patria!โยป. Poi aggiunse: ยซIn veritร io vi dico: nessun profeta รจ bene accetto nella sua patria. Anzi, in veritร io vi dico: cโerano molte vedove in Israele al tempo di Elรฌa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elรฌa, se non a una vedova a Sarรจpta di Sidรฒne. Cโerano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisรจo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamร n, il Siroยป.
Allโudire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della cittร e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro cittร , per gettarlo giรน. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
La chiamata di Dio e il richiamo della carne
Il programma di vita di Gesรน รจ riassunto nelle parole del profeta Isaia che proclama nella sinagoga di Nazaret dinanzi ad una platea di parenti, amici e conoscenti. ยซOra si รจ compiuta la parola che voi avete udito con i vostri orecchiยป. La Parola di Dio si compie quando chi lโascolta e la proclama, lโaccoglie con docilitร e umiltร . Gesรน sente rivolte a sรฉ quelle parole profetiche: egli รจ il consacrato di Dio, cioรจ colui che, โimpregnatoโ di Spirito Santo, gli appartiene totalmente ed รจ perciรฒ inviato agli uomini per evangelizzare. Gesรน, Figlio di Dio in mezzo ai figli degli uomini, povero tra i poveri, รจ la Parola di Dio che dona gioia ai miseri, luce ai ciechi, libertร agli schiavi, dignitร agli oppressi, consolazione e speranza agli sfiduciati.
Proprio perchรฉ si รจ fatto povero Gesรน si รจ lasciato plasmare dallo Spirito Santo che lo ha consacrato e lo ha inviato a evangelizzare. Le parole di grazia che escono dalle sue labbra non scaturiscono da una mente allenata allo studio sui testi ma dal suo cuore che continuamente si esercita a cercare il volto di Dio. La sapienza non รจ acquista in aule accademiche e sugellata da titoli di studio ma รจ attinta dalla vita di tutti i giorni, stando in mezzo alla gente e partecipando delle sue vicende tristi e liete, delle speranze e delle preoccupazioni dellโuomo comune.
Parimenti il luogo in cui risuona il Vangelo, e ancora di piรน dove sโincarna nella storia, non sono le aule accademiche o i circoli in cui si parla di Dio, tuttavia senza neanche incontrarlo, ma in quei templi resi sacri dal Signore che si fa vicino agli afflitti e visita chi รจ nel dolore. In questi santuari Dio giunge con la delicatezza della rugiada che ristora lโaffaticato e della luce dellโalba che annuncia alla sentinella lโavvento di un nuovo giorno.
Tutti i luoghi di sofferenza sono visitati da Dio, ma non tutti lo accolgono. Prima di accogliere la salvezza bisogna accettarsi come bisognosi di salvezza senza avere vergogna di riconoscersi mancanti, ciechi, schiavi e dipendenti dal male. Se le aspettative mondane occupano tutto il posto del nostro cuore non ci sarร lo spazio per la grazia di Dio. Gesรน ci chiede di seguirlo nel suo cammino perchรฉ insieme a Lui possiamo discernere la voce di Dio e quella del proprio io per obbedire alla sua chiamata e disobbedire al richiamo della carne.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“



