Saper perdere per imparare a gioire – Martedรฌ della VIII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
โ๏ธย Commento al brano del Vangelo di: โย Mc 10,28-31
Dal libro del Sirร cideย Sir 35,1-15
Chi adempie i comandamenti offre un sacrificio che salva.
Chi osserva la legge vale quanto molte offerte;
chi adempie i comandamenti offre un sacrificio che salva.
Chi ricambia un favore offre fior di farina,
chi pratica lโelemosina fa sacrifici di lode.
Cosa gradita al Signore รจ tenersi lontano dalla malvagitร ,
sacrificio di espiazione รจ tenersi lontano dallโingiustizia.
Non presentarti a mani vuote davanti al Signore,
perchรฉ tutto questo รจ comandato.
Lโofferta del giusto arricchisce lโaltare,
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il suo profumo sale davanti allโAltissimo.
Il sacrificio dellโuomo giusto รจ gradito,
il suo ricordo non sarร dimenticato.
Glorifica il Signore con occhio contento,
non essere avaro nelle primizie delle tue mani.
In ogni offerta mostra lieto il tuo volto,
con gioia consacra la tua decima.
Daโ allโAltissimo secondo il dono da lui ricevuto,
e con occhio contento, secondo la tua possibilitร ,
perchรฉ il Signore รจ uno che ripaga
e ti restituirร sette volte tanto.
Non corromperlo con doni, perchรฉ non li accetterร ,
e non confidare in un sacrificio ingiusto,
perchรฉ il Signore รจ giudice
e per lui non cโรจ preferenza di persone.
La vita progredisce sulle due gambe del culto e della caritร
Ben Sira, autore dellโomonimo libro biblico, espone la ricchezza della tradizione sapienziale dโIsraele che mette in dialogo il culto, con le sue forme rituali, e la pratica dei comandamenti. Nella vita del credente sapiente liturgia e morale si illuminano vicendevolmente. Lโuomo saggio esprime nella caritร fraterna, soprattutto nei confronti dei piรน deboli, la forma piรน completa del culto a Dio. Chi fa il bene e si astiene dallโoperare il male รจ gradito a Dio perchรฉ si presenta a lui con il cuore pieno di gratitudine. La riconoscenza nei confronti del Signore predispone alla bontร e al rispetto nei riguardi degli altri. La giustizia e la caritร innescano un circolo virtuoso nel quale fluisce la benedizione di Dio che si irradia in un raggio di azione sempre piรน ampio.
โ Dal Vangelo secondo Marcoย Mc 10,28-31
Riceverete in questo tempo cento volte tanto insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrร .
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesรน: ยซEcco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguitoยป.
Gesรน gli rispose: ยซIn veritร io vi dico: non cโรจ nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva giร ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrร . Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primiยป.
Saper perdere per imparare a gioire
Un tale era andato da Gesรน per chiedere consiglio su cosa fare per ereditare la vita eterna. Era giร sulla buona strada dellโosservanza dei comandamenti e Gesรน gli propone di vendere tutto per darlo ai poveri e poi seguirlo. Quellโuomo si era voltato indietro ed era andato via triste perchรฉ non voleva lasciare i suoi molti beni. Lโattaccamento alle ricchezze รจ grande ostacolo alla salvezza, ovvero al godimento della vera gioia. Il possesso dei beni, e il piacere che esso procura, ci educano a pensare che anche la salvezza sia un bene da conquistare e possedere per provare il grado piรน alto del piacere.
In realtร ci autocondanniamo ad una tristezza senza consolazione. Pietro, a nome anche degli altri discepoli, esterna il suo pensiero secondo il quale la loro scelta di lasciare tutto sia il prezzo da pagare per ottenere quello che si vuole. Lโapostolo si confronta con lโuomo che aveva rifiutato lโinvito di Gesรน pur di non perdere le proprie ricchezze; lui invece, come anche gli altri apostoli, hanno lasciato tutto per seguirlo. Non importa tanto quanto si lascia alle spalle e ciรฒ a cui si rinuncia, ma conta per chi e per cosa lo si fa.
Lโamore per Gesรน cresce nella misura dello spazio che liberiamo per lui nel nostro cuore. Farsi poveri non significa ridursi in miseria ma creare lo spazio della libertร dalle cose da gestire, e che alla fine ci gestiscono, per lasciarci abitare da un amore cento volte piรน gratificante del piacere che potrebbero darci i beni di questo mondo. Chi allenta la presa sulle cose e sulle persone, chi rinuncia alla pretesa di avere il controllo su tutto, chi non segue lโistinto dellโaviditร e della cupidigia, chi si libera dalle ansie della prestazione, si regala la gioia di scoprire sempre cose nuove, lโentusiasmo nel creare relazioni di amicizia, gode la bellezza della comunione e della condivisione, riesce a vedere il bello ovunque e anche quando le sorti sono avverse sa adattarsi per non perdere la fiducia e la speranza.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“



