don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 29 Agosto 2023

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Il sibilo del peccato e la voce potente del sangue dei martiri

Martirio di San Giovanni Battista

Dal libro del profeta Geremìa Ger 1,17-19

Àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò.

In quei giorni, mi fu rivolta questa parola del Signore:

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«Tu, stringi la veste ai fianchi,

àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò;

non spaventarti di fronte a loro,

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altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro.

Ed ecco, oggi io faccio di te

come una città fortificata,

una colonna di ferro

e un muro di bronzo

contro tutto il paese,

contro i re di Giuda e i suoi capi,

contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.

Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno,

perché io sono con te per salvarti».

Vocazione e missione del profeta e di tutto il Popolo

Il Libro degli oracoli di Geremia si apre con la parola che Dio rivolge ad un uomo di Anatot, figlio del sacerdote Chelkia. Con essa gli rivela la vocazione e la missione di profeta per le quali è stato scelto e consacrato sin dal grembo della madre. Dunque, il profeta di Dio non è tale per una sua scelta ma per pura grazia. Essere profeta non significa ricoprire un ruolo ma assumersi la responsabilità di essere «voce» della Parola. È una voce scomoda come lo è la Parola che denuncia il peccato e annuncia le conseguenze disastrose dell’infedeltà d’Israele.

La reazione di Geremia fa cogliere la portata della missione a lui affidata che non può reggersi sulle sole forze umane. Geremia non è chiamato a farsi giudice accusatore dei suoi fratelli o censore dei nemici o, ancora, guida politica per organizzare la resistenza contro gli invasori stranieri. Geremia è piuttosto inviato al suo popolo per far conoscere i sentimenti e i pensieri di Dio, la sua profonda amarezza per il peccato d’Israele e la sua sofferenza per le inevitabili conseguenze delle continue trasgressioni dell’Alleanza. Davanti alla grandezza della sua missione affidatagli e a questa drammatica prospettiva il profeta indietreggia per la paura.

Dio lo rassicura del fatto che Egli «vigila» sulla sua parola perché si realizzi. La prima parola è quella della vocazione e della missione che non è solo del profeta ma di tutto il popolo; vocazione e missione che nascono dal cuore di Dio che ama e mai indietreggia rispetto alla sua promessa di salvezza. Dunque, la consapevolezza della propria debolezza rivelata nella denuncia profetica, più che far soccombere sotto il peso della paura e del senso di colpa deve invece suggerire sentimenti di speranza perché più forte del peccato è l’amore di Dio. Egli vigila sulla sua parola perché in ogni modo Essa possa realizzarsi per la conversione e la salvezza del popolo, non solo d’Israele, ma anche di quelli del mondo intero.

+ Dal Vangelo secondo Mc 6,17-29

Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista.

In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.

Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.

E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Il sibilo del peccato e la voce potente del sangue dei martiri

Erodiade svolge nella narrazione la stessa funzione che il peccato assume nell’uomo. Infatti, si passa dalla seduzione, alla menzogna e da qui all’omicidio. Erodiade agisce sempre dietro le quinte e trova il modo per raggiungere il suo scopo, la morte. Erode appare vittima di Erodiade che lo convince a tradire suo fratello prendendola in sposa e commettendo adulterio. Il peccato non tollera contraddizione e preferisce il silenzio accondiscendente piuttosto che la critica. Il re appare combattuto tra le parole di Erodiade che fanno leva sull’orgoglio e sul potere e quelle di Giovanni che richiamano alla giustizia e alla dignità della persona.

La trappola scatta nel momento della festa quando più ostentata è la potenza e più debole la volontà di resistere al male. Ubriacato di vana gloria Erode si ritrova privo di qualsiasi ragione per dire no al peccato.

La morte del Battista è anticipazione del martirio di Gesù che la chiesa antica così ha definito nella sua professione di fede: “morì per i nostri peccati”. Il martirio del Battista e quello di Gesù, come anche la morte dei giusti innocenti, è causata dal peccato che agisce, come Erodiade, silenziosamente in noi. Tuttavia, il martirio di Cristo ha vinto il peccato, per cui la sua forza viene inibita a patto che la grazia di Dio sia lasciata libera di agire e trasformare il cuore per renderlo simile al Suo.

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualità biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna