GRATI PER ESSERE GRATUITI – XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) โ Lectio divina
Dal libro dellโรsodo (Es 19,2-6)
Sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa.
In quei giorni, gli Israeliti, levate le tende da Refidรฌm, giunsero al deserto del Sinai, dove si accamparono; Israele si accampรฒ davanti al monte.
Mosรจ salรฌ verso Dio, e il Signore lo chiamรฒ dal monte, dicendo: ยซQuesto dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti: โVoi stessi avete visto ciรฒ che io ho fatto allโEgitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me. Ora, se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietร particolare tra tutti i popoli; mia infatti รจ tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santaโยป.
Santitร e sacerdozio, appartenenza e partecipazione
Israele passa dal lavoro servile al servizio sacerdotale, ovvero dalla sottomissione alla legge del piรน forte allโobbedienza a Dio, forte nellโamore. Israele ha sperimentato la potenza di Dio che ha salvato gli Israeliti dalla schiavitรน come lโaquila porta sulle ali i suoi piccoli per condurli in un posto sicuro. Il Dio del Sinai si rivela come Signore di tutto lโuniverso che mostra la potenza dellโamore, sollevando dal pericolo e proteggendo il popolo che ha scelto per guidarlo allโincontro con Lui e stringere un patto di alleanza.
Lโappartenenza, paventata da Dio, non significa segregazione ma legame di amore che libera, responsabilizza e santifica conformando a Dio il credente nella mente e nel cuore, nella volontร e nellโagire. La scelta di Dio nei confronti del piccolo popolo dโIsraele non lo pone su un piano superiore agli altri popoli perchรฉ sโinorgoglisca ma perchรฉ sia di esempio di obbedienza e di rispetto.
La santitร , vissuta nellโesercizio del sacerdozio, รจ la caratteristica principale dโIsraele perchรฉ รจ quel tratto che lo rende piรน simile al suo Dio. Letteralmente santo significa separato. Dio, come lโaquila con i suoi cuccioli, santifica il suo popolo, non isolandolo dalle altre nazioni ma separandolo dal male che dilaga nel mondo, perchรฉ in esso sia segno del bene che con la giustizia sconfigge il peccato e riconcilia gli uomini tra loro. Dunque sinonimo di santitร รจ giustizia e comunione. Il sacerdozio ha come fine la santificazione, ovvero la conformazione di ogni membro del popolo a Dio, fonte di ogni santitร , misericordioso e giusto.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romaniย (Rm 5,6-11)
Se siamo stati riconciliati per mezzo della morte del Figlio, molto piรน saremo salvati mediante la sua vita.
Fratelli, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morรฌ per gli empi.
Ora, a stento qualcuno รจ disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo รจ morto per noi.
A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dallโira per mezzo di lui. Se infatti, quandโeravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto piรน, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesรน Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.
Riconciliati e riconcilianti
La rivelazione biblica non consiste in una dottrina particolare ma nella relazione che sโinstaura tra Dio e lโuomo. Le forme dei rapporti tra le persone possono essere tante; si va da quella familiare a quella sociale, da quella amichevole a quella professionale, da quella giuridica a quella istituzionale. Il legame che unisce Dio allโuomo abbraccia tutte le forme possibili perchรฉ coinvolge la vita in tutte le sue dimensioni: esso รจ lโamore. Dio si rivela dichiarando il suo amore per lโuomo. Lo ama non perchรฉ ai suoi occhi รจ meritevole ma proprio perchรฉ รจ debole e facile a cadere nel peccato, ovvero nel male che lo ferisce e che puรฒ portare alla morte. La scelta di Dio รจ dettata dallโamore gratuito e fedele. Lโuomo, incapace di un amore tale ma desideroso di sperimentarlo, non avrebbe potuto immaginare un dio cosรฌ; piuttosto lo avrebbe costruito โa sua immagineโ, come ha fatto costruendo gli idoli, trasferendo in esso la sua ambizione.
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Infatti, gli dei altro non sono che la proiezione o la gigantografia del proprio io egoista e avido di potere. Dio si rivela, ovvero fa conoscere il suo nome e il suo volto, non con discorsi verbosi ma con i fatti, il piรน grande dei quali รจ il dono del proprio Figlio unigenito. Gesรน Cristo, morendo per noi, si offre in sacrificio per liberarci dal peccato. Solo lโamore che si dona puรฒ sconfiggere il male, liberare lโuomo dalla sua dipendenza mortale e costruire un legame forte con il Dio della vita. Tale relazione costituisce lโuomo quale Figlio di Dio, lo inserisce nella famiglia divina e lo santifica perchรฉ possa essere nel mondo testimone con la vita della misericordia che salva. Salvato e riconciliato con Dio, lโuomo, reso giusto dal sacrificio di Cristo, viene chiamato ad essere ministro della riconciliazione e della comunione fraterna per anticipare nel presente la gioia della beatitudine eterna.
+ Dal Vangelo secondo Matteoย Mt 9,36-10,8
Chiamati a sรฉ i suoi dodici discepoli, li mandรฒ.
In quel tempo, Gesรน, 9,36vedendo le folle, ne sentรฌ compassione, perchรฉ erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore . 37Allora disse ai suoi discepoli: “La messe รจ abbondante, ma sono pochi gli operai! 38Pregate dunque il signore della messe, perchรฉ mandi operai nella sua messe!”. 10,1 Chiamati a sรฉ i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermitร .
2I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; 3Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; 4Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradรฌ.
5Questi sono i Dodici che Gesรน inviรฒ, ordinando loro: “Non andate fra i pagani e non entrate nelle cittร dei Samaritani; 6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. 7Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli รจ vicino. 8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demรฒni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
Lectio
Contesto
La sezione che va da Mt 8,2 a 9,34 รจ dedicata prevalentemente al racconto di dieci miracoli compiuti da Gesรน. ร posta unโattenzione particolare, da una parte, alla manifestazione della sua autoritร messianica esercitata sulle malattie (8, 1-17), sulla natura e i demoni (8, 23-28), sulle disabilitร e sulla morte (9, 1-34), e dallโaltra sulla questione della fede necessaria per seguire il Maestro, per essere guariti o riconoscerlo come Messia. Lโattivitร missionaria descritta in questa sezione si svolge prevalentemente a Cafarnao, la cittร in cui Gesรน aveva deciso di risiedere.
Mt 9,35, che presenta Gesรน quale profeta itinerante, evangelizzatore e taumaturgo, funge da sommario della sua attivitร missionaria per introdurre la nuova sezione caratterizzata dal secondo discorso, detto ยซmissionarioยป o ยซdi invioยป. Infatti, le parole di Gesรน indirizzate ai discepoli, introdotte dalla pericope sulla quale ci si sofferma questa domenica, affrontano tre temi importanti: la missione e il compito degli inviati (10, 5b-15), la persecuzione (10, 16-33), indicazioni e implicazioni dellโinvio (10, 34-42).
Il tema missionario รจ presentato anche da Mc 6 e Lc 10; tuttavia, Matteo ha delle caratteristiche che gli sono proprie: 1) la elezione e la missione nasce dalla compassione di Gesรน verso la gente sbandata ยซcome pecore senza pastoreยป; 2) la presentazione dei Dodici che formano la prima comunitร missionaria; 3) La partenza dei missionari rimandata a dopo la risurrezione (cf. Mt 28, 16-20).
Struttura
A – v. 9,36: La compassione di Gesรน verso le folle che sono come ยซpecore senza pastoreยป
B – vv. 9, 37-38: Invito alla preghiera per la missione degli operai nel campo del Signore
C – v. 10,1: La vocazione e la missione dei discepoli
B1 – v. 10,2-4: Lโelenco dei dodici apostoli
A1 – v. 10, 5-8: Istruzioni circa la missione da rivolgere alle ยซpecore perdute della casa dโIsraele
I vv. 9,36 e 10,5-8 sono accomunati dalla relazione che si instaura con la gente, ยซpecore senza pastoreยป e ยซpecore perdute della casa dโIsraeleยป. La compassione, quale amore viscerale verso i deboli, si traduce nel prendersi cura dei piรน fragili.
I vv. 9,37-38 e 10,2-4 sono collegati dallโimmagine degli operai ยซspintiยป dal ยซsignore della messeยป nel campo e gli apostoli, ovvero i dodici discepoli che sono tali perchรฉ ยซinviatiยป da Gesรน.
In posizione centrale cโรจ la chiamata e la costituzione del gruppo dei Dodici i quali ricevono da Gesรน la sua stessa autoritร per partecipare alla sua missione (10,1).
9,36 – ยซVedendo le folle, ne sentรฌ compassione, perchรฉ erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastoreยป.
In 9,35 Matteo sintetizza la missione di Gesรน evidenziando lo stile itinerante, il contenuto della predicazione e lโazione terapeutica. Il v.36 opera una focalizzazione interna ai personaggi coinvolti che ne rivela la loro piรน intima interioritร . La compassione di Gesรน รจ lโintelligenza e la partecipazione al vissuto piรน profondo del popolo. Lo stile di prossimitร di Gesรน, che sceglie di non fondare una sua scuola ma di visitare cittร e villaggi, gli permette di sviluppare quella particolare virtรน dellโempatia, grazie alla quale egli non rimane sulla superficie di un rapporto funzionale con la gente ma crea legami spirituali tali da cogliere il bisogno piรน vero di libertร e comunione.
Il termine greco, con il quale ci si riferisce alla compassione, ha nella sua radice lโimmagine delle viscere che, nel greco classico sono la sede degli istinti piรน bassi, mentre nella tradizione biblica indicano lโutero materno. Non si tratta solo di una questione lessicale ma fondamentale per comprendere lโagire di Dio. Infatti, lโuomo che agisce di pancia tende ad afferrare per possedere, mentre la compassione, in senso biblico, รจ la โforzaโ che genera, cioรจ spinge fuori, ovvero fa venir fuori una nuova creatura. La compassione รจ assimilabile alla sofferenza propria delle doglie del parto.
Non cโรจ solo il dolore di chi partorisce, ma anche di chi viene partorito. Nel processo generativo la sofferenza di chi partorisce e di chi viene partorito sono congiunte affinchรฉ la speranza di chi partorisce diventi gioia di chi viene partorito.
Le folle appaiono agli occhi di Gesรน come un gregge disgregato nel quale regna la solitudine e il disorientamento. Lโimmagine pastorale, cara alla tradizione biblica, richiama alla mente il popolo dโIsraele che, lacerato da lotte intestine di potere nelle quale si contrappongono coloro che ambiscono a detenerlo per interesse personale e per orgoglio, diventa vulnerabile e piรน esposto alle vessazioni dei potenti di turno. Lโingiustizia, che attraversa trasversalmente tutte le classi sociali, รจ un vulnus che puรฒ far cadere nella rassegnazione o nella ribellione, oppure puรฒ essere unโoccasione per aprirsi con speranza allโaiuto di Dio, non con un atteggiamento passivo ma responsabile.
Lโimmagine del gregge senza pastore ritorna nel contesto dellโultima cena. Mentre Gesรน esce dal cenacolo con i suoi discepoli verso il monte degli Ulivi annuncia il compimento della profezia di Zaccaria: ยซPercuoterรฒ il pastore e saranno disperse le pecore del greggeยป. Tuttavia, aggiunge che una volta risorto egli li avrebbe radunati di nuovo in Galilea. ร proprio quello che accade! (Mt 26, 30-31. 28, 7.10.16-20). Dunque, le ยซpecore senza pastoreยป sono le โpecore disperseโ. I discepoli sono parte integrante di questo popolo che attende di essere riconciliato e raccolto in unitร .
vv. 37-38 – ยซAllora disse ai suoi discepoli: “La messe รจ abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perchรฉ mandi operai nella sua messe!”ยป.
Dallโimmagine pastorale si passa a quella agricola del campo che biondeggia di grano, pronto per essere raccolto. Il seme della Parola รจ stato gettato ed ha prodotto una messe abbondante. ร arrivato il momento della mietitura. Rispetto alla vastitร del campo gli operai sono pochi. Nelle parole di Gesรน riecheggia la dichiarazione sconsolata di chi constata la mancanza di profeti. Il profeta Amos aveva annunciato: ยซEcco, verranno giorni – oracolo del Signore Dio – in cui manderรฒ la fame nel paese; non fame di pane nรฉ sete di acqua, ma di ascoltare le parole del Signoreยป. Allora andranno errando da un mare all’altro e vagheranno da settentrione a oriente, per cercare la parola del Signore, ma non la troverannoยป (Am 8, 11-12). Il Salmista invoca lโaiuto di Dio facendosi voce della supplica che sale dal ยซgregge del tuo pascoloยป perchรฉ ยซNon vediamo piรน le nostre bandiere, non ci sono piรน profeti
e tra noi nessuno sa fino a quandoยป (Sal 74,9). Israele, che da un manipolo di nomadi, รจ diventato un popolo numeroso sotto la guida di Dio, si ritrova ad essere un piccolo gregge che desidera ritrovare la guida sicura del suo pastore che conduce ai pascoli verdi e rigogliosi. Nella crisi si scopre che lโingiustizia, che crea solo disordine sociale e povertร di beni materiali, si combatte ritornando a nutrirsi della Parola di Dio. Gli operai sono coloro che si fanno interpreti del bisogno di aiuto dellโuomo e si mettono a disposizione della volontร di Dio. I discepoli sono parte del gregge che cerca, attende e invoca il suo pastore ma anche operai che dicono: ยซEccomi, manda me!ยป (Is 6,8).
Lโinvio degli operai da parte del signore della messe non รจ un semplice incarico affidato a loro. Il verbo usato da Matteo suggerisce lโidea di una โspintaโ simile a quella che esercita la donna durante il parto. Lโinvio missionario รจ un processo generativo nel quale gli operai piรน che offrire una prestazione occasionale esercitano una funzione generativa per formare una famiglia dai confini universali. Alla luce dellโinvio missionario di Mt 28, 19-20, la prospettiva di Gesรน, che abbraccia un orizzonte molto piรน ampio dei confini geografici, storici, culturali e religiosi dโIsraele, fa dei discepoli gli operai della fraternitร universale.
v. 10,1- ยซChiamati a sรฉ i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermitร ยป
Gesรน si fa prossimo alle folle e ne ha compassione. Da questo sentimento, propriamente divino, scaturisce la missione di Gesรน e dei discepoli a dodici dei quali rivolge una particolare chiamata. La convocazione segna anche la costituzione di un gruppo particolare con il quale Gesรน condivide lโautoritร di scacciare gli spiriti impuri e di guarire ogni malattia e infermitร . Matteo รจ lโunico evangelista che cita per due volte la parola ยซChiesaยป (16,18; 18,17). Allโinizio del primo discorso i discepoli si avvicinano a Gesรน che era salito sul monte. Il primo evangelista forse vuole sottolineare il valore dello spazio sacro della sinagoga che viene dal verbo โriunirsiโ. Come in sinagoga ci si riunisce attorno alla Parola, cosรฌ i discepoli si riuniscono attorno a Gesรน Maestro. In questo caso รจ Gesรน che chiama a sรฉ costituendo il primo nucleo della Chiesa (la radice verbale indica la convocazione) nella persona dei dodici discepoli.
Il numero dodici รจ chiaramente un richiamo alle tribรน di cui era composto il popolo dโIsraele che viene convocato per ricevere il ยซpotereยป. Di quale autoritร si tratta e da dove viene? Gesรน trasmette quello che lui stesso ha ricevuto. Infatti, il Risorto avvicinandosi agli Undici fratelli ai quali aveva dato appuntamento in Galilea, dice: ยซA me รจ stato ogni potere in cielo e in terraยป (Mt 28,18). Il passivo teologico rivela che la fonte del ยซpotereยป รจ Dio che, con la forza dello Spirito, ha vinto la morte e lo ha risuscitato dai morti.
I dodici discepoli hanno assistito alle manifestazioni dellโautoritร di Gesรน delle quali lโevangelista Matteo ne racconta dieci. Il narratore trova nella Scrittura la chiave di lettura di quegli eventi nei quali si rivela lโidentitร Messianica di Gesรน: ยซEgli ha preso le nostre infermitร e si รจ caricato delle malattieยป (Mt 8,17 cita Is 53,4). Lโattivitร missionaria di Gesรน รจ la traduzione pratica della compassione intesa non solo come sentimento ma quale scelta di vita a servizio del progetto di Dio.
La misericordia, stile di vita proprio di Dio, รจ la forza dellโamore che viene data in pienezza a Gesรน nella risurrezione e da lui partecipata ai discepoli perchรฉ nella loro missione possano rendere visibile la presenza del Signore che viene a salvare.
I discepoli sono chiamati per ricevere la grazia della misericordia che purifica, libera, guarisce per essere essi stessi misericordiosi e missionari della misericordia nei confronti dei loro fratelli.
vv.2-4 – ยซI nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; 3Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; 4Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradรฌยป.
Matteo inserisce lโelenco dei dodici discepoli eletti da Gesรน e chiamati apostoli perchรฉ ยซinviatiยป. Come la scuola di Gesรน รจ la strada del mondo che gli uomini percorrono, le case nelle quali si vive il dolore della malattia e il piacere della convivialitร , le sinagoghe in cui ci si raduna per ascoltare la Parola, cosรฌ i discepoli sono inviati agli uomini per partecipare della loro vita che si svolge per le vie di comunicazione, nelle dimore e nei luoghi di culto. Essi sono apostoli perchรฉ inviati dal ยซsignore della messeยป ยซnella sua messeยป per raccogliere il frutto, dal Pastore per prendersi cura e radunare suo gregge. Inquanto discepoli essi sono messe e gregge, destinatari della Parola di cura, perdona, libera, una volta risposto alla chiamata di Gesรน essi, rimangono sempre bisognosi di aiuto ma diventano anche servi-operai della Parola, missionari di quella misericordia che li chiama a salvezza.
Lโelenco dei dodici apostoli richiama lโinizio del Libro dellโEsodo dove vengono riportati i nomi delle dodici tribรน che compongono il popolo dโIsraele. Essi compongono la Chiesa nascente che non da origine ad un nuovo Israele ma รจ principio e modello dellโIsraele nuovo che nasce per opera di Gesรน Cristo, il Figlio di Dio.
vv. 5-8– ยซQuesti sono i Dodici che Gesรน inviรฒ, ordinando loro: “Non andate fra i pagani e non entrate nelle cittร dei Samaritani; 6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. 7Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli รจ vicino. 8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demรฒni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente dateยป.
La missione effettiva dei Dodici รจ preceduta da alcune istruzioni che riguardano gli obbiettivi, il contenuto e il metodo dellโazione missionaria. Piรน che la selezione dei destinatari Gesรน invita gli apostoli a considerare la missione non come proselitismo e opera di convincimento o conversione ma a viverla con lo spirito di chi va incontro al fratello per aiutarlo. Lโintento del divieto di percorrere la ยซstrada dei paganiยป e di ยซentrare nella casa dei Samaritaniยป รจ quello di chiarire sin dallโinizio che lโobbiettivo principale della missione รจ riscoprire la bellezza della comunione fraterna e favorirla purificando sรฉ stessi da ogni idea o progetto estraneo alla volontร di Dio e al suo stile relazionale.
La compassione di Gesรน da una parte e assunzione della debolezza dellโuomo, e dallโaltra รฉ piena fiducia nellโaiuto di Dio. Nella passione Gesรน si รจ unito ad ogni uomo e donna piagati dalle ferite del male e del peccato e, pregando, ha dato voce alla supplica del giusto sofferente per implorare la salvezza. Ottenutala con la resurrezione, Egli dona lo Spirito Santo affinchรฉ accenda nei cuori dei suoi discepoli la luce della fede, della speranza e della caritร . I discepoli, che prima dโincontrare Cristo hanno sperimentato le ingiustizie della vita, rispondendo alla chiamata a seguirlo e decidendosi per lui, ricevono lo Spirito Santo grazie al quale, lungi dallโessere immunizzati dalla fatica e dal dolore o dalle tentazioni, riescono a condurre la lotta contro il maligno sapendo di avere Gesรน con loro come guida e maestro. I discepoli devono sempre fare memoria che, solo per i meriti di Cristo crocifisso e risorto, sono destinatari dellโamore che guarisce, risuscita, purifica, libera. Non per meriti propri sono amati ma per pura grazia; similmente non per acquisire meriti si va in missione ma perchรฉ la gioia del dono si moltiplichi raggiungendo gli ultimi e gli emarginati, a partire da quelli della propria famiglia e comunitร . Proprio loro sono i primi destinatari dellโannuncio della salvezza fatta con parole e gesti intimamente connessi. Lโio del discepolo non รจ nรฉ allโorigine nรฉ al temine della missione che svolge. Egli non deve operare da sรฉ stesso e per sรฉ stesso, ma รจ chiamato a essere anello di una catena che nasce da Dio Trinitร e trova il suo compimento nel Dio Comunione. Il discepolo missionario รจ parte e artefice della tradizione nella quale si trasmette la grazia del Vangelo che si riceve.
Meditatio
Operai di comunione
Gesรน non sโinorgoglisce per il successo e non sโinasprisce per le critiche ma porta avanti la missione di predicare il Vangelo e di guarire ogni tipo dโinfermitร e malattia con cuore libero. Questo perchรฉ, mantenendo lo sguardo del cuore fisso sul volto del Padre, non cerca altro che compiere la sua volontร . La compassione รจ il sentimento che nasce da un animo puro come quello di chi รจ piรน desideroso di scoprire piuttosto che di possedere, di lasciarsi coinvolgere da una bellezza piรน grande invece di occupare posti di potere. Chi ha compassione non si preoccupa di sรฉ ma dellโaltro. Infatti, Gesรน, calandosi pienamente nella situazione delle folle stanche e disorientate, coglie il loro bisogno di unitร e coesione. Le parole che Gesรน rivolge ai discepoli sono dirette anche a noi che spesso siamo accecati dalla gelosia. Come quelle cattive dei farisei anche le nostre parole deformano la realtร e creano confusione e disorientamento. Lโazione del maligno avviene nel segreto e influisce sullโinterpretazione che diamo ai fatti e soprattutto si manifesta nei giudizi taglienti espressi nei confronti degli altri. Sicchรฉ, da operai inviati nel campo per raccogliere la messe diventiamo come cinghiali che invadono i terreni per divorare e distruggere.
โCome sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, che dice a Sion: ยซRegna il tuo Dioยปโ (Is 52,7). Le parole del libro del profeta Isaia, scritte cinquecento anni prima di Cristo, annunciano il ritorno di Dio come pastore e guida del suo popolo. La proclamazione dellโevento รจ affidata ai messaggeri che annunciano la pace portata dal Signore che esercita su Israele la sua regalitร . Una delle immagini classiche per indicare il capo del popolo รจ quella del pastore che cura il suo gregge.
Il pastore svolge il suo lavoro sulla strada, cosรฌ come Gesรน percorre cittร e villaggi, evangelizzando e guarendo, e parimenti i Dodici discepoli sono inviati a predicare strada facendo. La strada รจ il luogo degli incontri non scontati, non programmati, non calcolati. Nel chiaroscuro dellโimprevedibilitร cโรจ la possibilitร per la scoperta e per la novitร che lโincontro con lโaltro sempre riserva.
La strada รจ lo spazio dellโincontro con chi non รจ aggrappato alle sue certezze mondane sulle quali confidare, ma รจ in ricerca di ciรฒ che puรฒ realizzare i suoi sogni e i suoi desideri.
La strada รจ lโoccasione per incontrare chi lascia la comoditร e la convenienza di un posto fisso o la propria isola di sicurezza e si avventura. La strada รจ il luogo della condivisione sincera di quello che si porta con sรฉ, le proprie domande, le ferite, i doni ricevuti e diventati patrimonio personale.
Gesรน ci invita ad essere viandanti sulle strade del mondo e non sedentari custodi e vigilanti armati di veritร astratte. Il pellegrino non seleziona a priori chi incrociare, ma sa solo che sta andando per incontrare tanti volti quante sono le sfaccettature dellโumanitร complessa e articolata alla quale portare la luce del Vangelo.
Gesรน tra i suoi seguaci ne sceglie dodici con i quali condivide piรน strettamente la sua missione. Il potere sugli spiriti immondi e di guarigione, che ha ricevuto dal Padre, egli lo partecipa ai Dodici. Essi ricevono lโereditร di Gesรน e perciรฒ, come i patriarchi dโIsraele, sono chiamati a realizzare la promessa di Dio esercitando il potere loro conferito. I Dodici, pur mantenendo ognuno la propria identitร , sono chiamati a vivere al loro interno la fraternitร mettendo a servizio gli uni degli altri le peculiaritร personali e riconoscendosi appartenenti ad unica famiglia, discepoli di un unico maestro, legati da un unico patto dโamore. La missione apostolica non รจ un privilegio dato a pochi ma รจ la vocazione di chiunque aderisce a Gesรน Cristo e ne vuole seguire le orme. Infatti, lโessere cristiano non si riduce ad una funzione, ma รจ uno stile di vita caratterizzato dal desiderio di abitare veramente la terra sulla quale si poggiano i piedi per renderla bella e feconda. Lโaltra caratteristica dellโessere cristiano consiste nel prendersi cura del prossimo facendosi vicino agli altri fratelli e sorelle. Il regno dei cieli non รจ una teoria ma รจ una persona, รจ Dio che si fa prossimo allโuomo per liberarlo, guarirlo e dargli la vita. Il potere che Gesรน conferisce alla Chiesa passa, attraverso gli apostoli e i loro successori, ad ogni battezzato perchรฉ sia nel suo ambiente di vita il segno vivo ed efficace dellโamore di Dio. Non bisogna confondere la fede con la devozione perchรฉ altrimenti rischiamo di accontentarci di qualche segno di croce abbozzato o di quello che ci si ricorda delle preghiere insegnateci a catechismo per dirci credenti. Non esiste cristianesimo senza missione e non รจ cristiano colui che non avverte la necessitร di predicare il vangelo con la propria vita, attraverso il modo di parlare, di relazionarsi e di amare.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“