don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 18 Giugno 2023

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GRATI PER ESSERE GRATUITI – XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) โ€“ Lectio divina

Dal libro dellโ€™รˆsodo (Es 19,2-6)

Sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa.

In quei giorni, gli Israeliti, levate le tende da Refidรฌm, giunsero al deserto del Sinai, dove si accamparono; Israele si accampรฒ davanti al monte.

Mosรจ salรฌ verso Dio, e il Signore lo chiamรฒ dal monte, dicendo: ยซQuesto dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti: โ€œVoi stessi avete visto ciรฒ che io ho fatto allโ€™Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me. Ora, se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietร  particolare tra tutti i popoli; mia infatti รจ tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santaโ€ยป.

Santitร  e sacerdozio, appartenenza e partecipazione

Israele passa dal lavoro servile al servizio sacerdotale, ovvero dalla sottomissione alla legge del piรน forte allโ€™obbedienza a Dio, forte nellโ€™amore. Israele ha sperimentato la potenza di Dio che ha salvato gli Israeliti dalla schiavitรน come lโ€™aquila porta sulle ali i suoi piccoli per condurli in un posto sicuro. Il Dio del Sinai si rivela come Signore di tutto lโ€™universo che mostra la potenza dellโ€™amore, sollevando dal pericolo e proteggendo il popolo che ha scelto per guidarlo allโ€™incontro con Lui e stringere un patto di alleanza.

Lโ€™appartenenza, paventata da Dio, non significa segregazione ma legame di amore che libera, responsabilizza e santifica conformando a Dio il credente nella mente e nel cuore, nella volontร  e nellโ€™agire. La scelta di Dio nei confronti del piccolo popolo dโ€™Israele non lo pone su un piano superiore agli altri popoli perchรฉ sโ€™inorgoglisca ma perchรฉ sia di esempio di obbedienza e di rispetto.

La santitร , vissuta nellโ€™esercizio del sacerdozio, รจ la caratteristica principale dโ€™Israele perchรฉ รจ quel tratto che lo rende piรน simile al suo Dio. Letteralmente santo significa separato. Dio, come lโ€™aquila con i suoi cuccioli, santifica il suo popolo, non isolandolo dalle altre nazioni ma separandolo dal male che dilaga nel mondo, perchรฉ in esso sia segno del bene che con la giustizia sconfigge il peccato e riconcilia gli uomini tra loro. Dunque sinonimo di santitร  รจ giustizia e comunione. Il sacerdozio ha come fine la santificazione, ovvero la conformazione di ogni membro del popolo a Dio, fonte di ogni santitร , misericordioso e giusto.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romaniย (Rm 5,6-11)

Se siamo stati riconciliati per mezzo della morte del Figlio, molto piรน saremo salvati mediante la sua vita.

Fratelli, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morรฌ per gli empi.

Ora, a stento qualcuno รจ disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo รจ morto per noi.

A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dallโ€™ira per mezzo di lui. Se infatti, quandโ€™eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto piรน, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesรน Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.

Riconciliati e riconcilianti

La rivelazione biblica non consiste in una dottrina particolare ma nella relazione che sโ€™instaura tra Dio e lโ€™uomo. Le forme dei rapporti tra le persone possono essere tante; si va da quella familiare a quella sociale, da quella amichevole a quella professionale, da quella giuridica a quella istituzionale. Il legame che unisce Dio allโ€™uomo abbraccia tutte le forme possibili perchรฉ coinvolge la vita in tutte le sue dimensioni: esso รจ lโ€™amore. Dio si rivela dichiarando il suo amore per lโ€™uomo. Lo ama non perchรฉ ai suoi occhi รจ meritevole ma proprio perchรฉ รจ debole e facile a cadere nel peccato, ovvero nel male che lo ferisce e che puรฒ portare alla morte. La scelta di Dio รจ dettata dallโ€™amore gratuito e fedele. Lโ€™uomo, incapace di un amore tale ma desideroso di sperimentarlo, non avrebbe potuto immaginare un dio cosรฌ; piuttosto lo avrebbe costruito โ€œa sua immagineโ€, come ha fatto costruendo gli idoli, trasferendo in esso la sua ambizione.

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Infatti, gli dei altro non sono che la proiezione o la gigantografia del proprio io egoista e avido di potere. Dio si rivela, ovvero fa conoscere il suo nome e il suo volto, non con discorsi verbosi ma con i fatti, il piรน grande dei quali รจ il dono del proprio Figlio unigenito. Gesรน Cristo, morendo per noi, si offre in sacrificio per liberarci dal peccato. Solo lโ€™amore che si dona puรฒ sconfiggere il male, liberare lโ€™uomo dalla sua dipendenza mortale e costruire un legame forte con il Dio della vita. Tale relazione costituisce lโ€™uomo quale Figlio di Dio, lo inserisce nella famiglia divina e lo santifica perchรฉ possa essere nel mondo testimone con la vita della misericordia che salva. Salvato e riconciliato con Dio, lโ€™uomo, reso giusto dal sacrificio di Cristo, viene chiamato ad essere ministro della riconciliazione e della comunione fraterna per anticipare nel presente la gioia della beatitudine eterna.

+ Dal Vangelo secondo Matteoย Mt 9,36-10,8

Chiamati a sรฉ i suoi dodici discepoli, li mandรฒ.

In quel tempo, Gesรน, 9,36vedendo le folle, ne sentรฌ compassione, perchรฉ erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore . 37Allora disse ai suoi discepoli: “La messe รจ abbondante, ma sono pochi gli operai! 38Pregate dunque il signore della messe, perchรฉ mandi operai nella sua messe!”. 10,1 Chiamati a sรฉ i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermitร .

2I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; 3Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; 4Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradรฌ.

5Questi sono i Dodici che Gesรน inviรฒ, ordinando loro: “Non andate fra i pagani e non entrate nelle cittร  dei Samaritani; 6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. 7Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli รจ vicino. 8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demรฒni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

Lectio

Contesto

La sezione che va da Mt 8,2 a 9,34 รจ dedicata prevalentemente al racconto di dieci miracoli compiuti da Gesรน. รˆ posta unโ€™attenzione particolare, da una parte, alla manifestazione della sua autoritร  messianica esercitata sulle malattie (8, 1-17), sulla natura e i demoni (8, 23-28), sulle disabilitร  e sulla morte (9, 1-34), e dallโ€™altra sulla questione della fede necessaria per seguire il Maestro, per essere guariti o riconoscerlo come Messia. Lโ€™attivitร  missionaria descritta in questa sezione si svolge prevalentemente a Cafarnao, la cittร  in cui Gesรน aveva deciso di risiedere.

Mt 9,35, che presenta Gesรน quale profeta itinerante, evangelizzatore e taumaturgo, funge da sommario della sua attivitร  missionaria per introdurre la nuova sezione caratterizzata dal secondo discorso, detto ยซmissionarioยป o ยซdi invioยป. Infatti, le parole di Gesรน indirizzate ai discepoli, introdotte dalla pericope sulla quale ci si sofferma questa domenica, affrontano tre temi importanti: la missione e il compito degli inviati (10, 5b-15), la persecuzione (10, 16-33), indicazioni e implicazioni dellโ€™invio (10, 34-42).

Il tema missionario รจ presentato anche da Mc 6 e Lc 10; tuttavia, Matteo ha delle caratteristiche che gli sono proprie: 1) la elezione e la missione nasce dalla compassione di Gesรน verso la gente sbandata ยซcome pecore senza pastoreยป; 2) la presentazione dei Dodici che formano la prima comunitร  missionaria; 3) La partenza dei missionari rimandata a dopo la risurrezione (cf. Mt 28, 16-20).

Struttura

A – v. 9,36: La compassione di Gesรน verso le folle che sono come ยซpecore senza pastoreยป

B – vv. 9, 37-38: Invito alla preghiera per la missione degli operai nel campo del Signore

C – v. 10,1: La vocazione e la missione dei discepoli

B1 – v. 10,2-4: Lโ€™elenco dei dodici apostoli

A1 – v. 10, 5-8: Istruzioni circa la missione da rivolgere alle ยซpecore perdute della casa dโ€™Israele

I vv. 9,36 e 10,5-8 sono accomunati dalla relazione che si instaura con la gente, ยซpecore senza pastoreยป e ยซpecore perdute della casa dโ€™Israeleยป. La compassione, quale amore viscerale verso i deboli, si traduce nel prendersi cura dei piรน fragili.

I vv. 9,37-38 e 10,2-4 sono collegati dallโ€™immagine degli operai ยซspintiยป dal ยซsignore della messeยป nel campo e gli apostoli, ovvero i dodici discepoli che sono tali perchรฉ ยซinviatiยป da Gesรน.

In posizione centrale cโ€™รจ la chiamata e la costituzione del gruppo dei Dodici i quali ricevono da Gesรน la sua stessa autoritร  per partecipare alla sua missione (10,1).

9,36 – ยซVedendo le folle, ne sentรฌ compassione, perchรฉ erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastoreยป.

In 9,35 Matteo sintetizza la missione di Gesรน evidenziando lo stile itinerante, il contenuto della predicazione e lโ€™azione terapeutica. Il v.36 opera una focalizzazione interna ai personaggi coinvolti che ne rivela la loro piรน intima interioritร . La compassione di Gesรน รจ lโ€™intelligenza e la partecipazione al vissuto piรน profondo del popolo. Lo stile di prossimitร  di Gesรน, che sceglie di non fondare una sua scuola ma di visitare cittร  e villaggi, gli permette di sviluppare quella particolare virtรน dellโ€™empatia, grazie alla quale egli non rimane sulla superficie di un rapporto funzionale con la gente ma crea legami spirituali tali da cogliere il bisogno piรน vero di libertร  e comunione.

Il termine greco, con il quale ci si riferisce alla compassione, ha nella sua radice lโ€™immagine delle viscere che, nel greco classico sono la sede degli istinti piรน bassi, mentre nella tradizione biblica indicano lโ€™utero materno. Non si tratta solo di una questione lessicale ma fondamentale per comprendere lโ€™agire di Dio. Infatti, lโ€™uomo che agisce di pancia tende ad afferrare per possedere, mentre la compassione, in senso biblico, รจ la โ€œforzaโ€ che genera, cioรจ spinge fuori, ovvero fa venir fuori una nuova creatura. La compassione รจ assimilabile alla sofferenza propria delle doglie del parto.

Non cโ€™รจ solo il dolore di chi partorisce, ma anche di chi viene partorito. Nel processo generativo la sofferenza di chi partorisce e di chi viene partorito sono congiunte affinchรฉ la speranza di chi partorisce diventi gioia di chi viene partorito.

Le folle appaiono agli occhi di Gesรน come un gregge disgregato nel quale regna la solitudine e il disorientamento. Lโ€™immagine pastorale, cara alla tradizione biblica, richiama alla mente il popolo dโ€™Israele che, lacerato da lotte intestine di potere nelle quale si contrappongono coloro che ambiscono a detenerlo per interesse personale e per orgoglio, diventa vulnerabile e piรน esposto alle vessazioni dei potenti di turno. Lโ€™ingiustizia, che attraversa trasversalmente tutte le classi sociali, รจ un vulnus che puรฒ far cadere nella rassegnazione o nella ribellione, oppure puรฒ essere unโ€™occasione per aprirsi con speranza allโ€™aiuto di Dio, non con un atteggiamento passivo ma responsabile.

Lโ€™immagine del gregge senza pastore ritorna nel contesto dellโ€™ultima cena. Mentre Gesรน esce dal cenacolo con i suoi discepoli verso il monte degli Ulivi annuncia il compimento della profezia di Zaccaria: ยซPercuoterรฒ il pastore e saranno disperse le pecore del greggeยป. Tuttavia, aggiunge che una volta risorto egli li avrebbe radunati di nuovo in Galilea. รˆ proprio quello che accade! (Mt 26, 30-31. 28, 7.10.16-20). Dunque, le ยซpecore senza pastoreยป sono le โ€œpecore disperseโ€. I discepoli sono parte integrante di questo popolo che attende di essere riconciliato e raccolto in unitร .

vv. 37-38 – ยซAllora disse ai suoi discepoli: “La messe รจ abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perchรฉ mandi operai nella sua messe!”ยป.

Dallโ€™immagine pastorale si passa a quella agricola del campo che biondeggia di grano, pronto per essere raccolto. Il seme della Parola รจ stato gettato ed ha prodotto una messe abbondante. รˆ arrivato il momento della mietitura. Rispetto alla vastitร  del campo gli operai sono pochi. Nelle parole di Gesรน riecheggia la dichiarazione sconsolata di chi constata la mancanza di profeti. Il profeta Amos aveva annunciato: ยซEcco, verranno giorni – oracolo del Signore Dio – in cui manderรฒ la fame nel paese; non fame di pane nรฉ sete di acqua, ma di ascoltare le parole del Signoreยป. Allora andranno errando da un mare all’altro e vagheranno da settentrione a oriente, per cercare la parola del Signore, ma non la troverannoยป (Am 8, 11-12). Il Salmista invoca lโ€™aiuto di Dio facendosi voce della supplica che sale dal ยซgregge del tuo pascoloยป perchรฉ ยซNon vediamo piรน le nostre bandiere, non ci sono piรน profeti

e tra noi nessuno sa fino a quandoยป (Sal 74,9). Israele, che da un manipolo di nomadi, รจ diventato un popolo numeroso sotto la guida di Dio, si ritrova ad essere un piccolo gregge che desidera ritrovare la guida sicura del suo pastore che conduce ai pascoli verdi e rigogliosi. Nella crisi si scopre che lโ€™ingiustizia, che crea solo disordine sociale e povertร  di beni materiali, si combatte ritornando a nutrirsi della Parola di Dio. Gli operai sono coloro che si fanno interpreti del bisogno di aiuto dellโ€™uomo e si mettono a disposizione della volontร  di Dio. I discepoli sono parte del gregge che cerca, attende e invoca il suo pastore ma anche operai che dicono: ยซEccomi, manda me!ยป (Is 6,8).

Lโ€™invio degli operai da parte del signore della messe non รจ un semplice incarico affidato a loro. Il verbo usato da Matteo suggerisce lโ€™idea di una โ€œspintaโ€ simile a quella che esercita la donna durante il parto. Lโ€™invio missionario รจ un processo generativo nel quale gli operai piรน che offrire una prestazione occasionale esercitano una funzione generativa per formare una famiglia dai confini universali. Alla luce dellโ€™invio missionario di Mt 28, 19-20, la prospettiva di Gesรน, che abbraccia un orizzonte molto piรน ampio dei confini geografici, storici, culturali e religiosi dโ€™Israele, fa dei discepoli gli operai della fraternitร  universale.

v. 10,1- ยซChiamati a sรฉ i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermitร ยป

Gesรน si fa prossimo alle folle e ne ha compassione. Da questo sentimento, propriamente divino, scaturisce la missione di Gesรน e dei discepoli a dodici dei quali rivolge una particolare chiamata. La convocazione segna anche la costituzione di un gruppo particolare con il quale Gesรน condivide lโ€™autoritร  di scacciare gli spiriti impuri e di guarire ogni malattia e infermitร . Matteo รจ lโ€™unico evangelista che cita per due volte la parola ยซChiesaยป (16,18; 18,17). Allโ€™inizio del primo discorso i discepoli si avvicinano a Gesรน che era salito sul monte. Il primo evangelista forse vuole sottolineare il valore dello spazio sacro della sinagoga che viene dal verbo โ€œriunirsiโ€. Come in sinagoga ci si riunisce attorno alla Parola, cosรฌ i discepoli si riuniscono attorno a Gesรน Maestro. In questo caso รจ Gesรน che chiama a sรฉ costituendo il primo nucleo della Chiesa (la radice verbale indica la convocazione) nella persona dei dodici discepoli.

Il numero dodici รจ chiaramente un richiamo alle tribรน di cui era composto il popolo dโ€™Israele che viene convocato per ricevere il ยซpotereยป. Di quale autoritร  si tratta e da dove viene? Gesรน trasmette quello che lui stesso ha ricevuto. Infatti, il Risorto avvicinandosi agli Undici fratelli ai quali aveva dato appuntamento in Galilea, dice: ยซA me รจ stato ogni potere in cielo e in terraยป (Mt 28,18). Il passivo teologico rivela che la fonte del ยซpotereยป รจ Dio che, con la forza dello Spirito, ha vinto la morte e lo ha risuscitato dai morti.

I dodici discepoli hanno assistito alle manifestazioni dellโ€™autoritร  di Gesรน delle quali lโ€™evangelista Matteo ne racconta dieci. Il narratore trova nella Scrittura la chiave di lettura di quegli eventi nei quali si rivela lโ€™identitร  Messianica di Gesรน: ยซEgli ha preso le nostre infermitร  e si รจ caricato delle malattieยป (Mt 8,17 cita Is 53,4). Lโ€™attivitร  missionaria di Gesรน รจ la traduzione pratica della compassione intesa non solo come sentimento ma quale scelta di vita a servizio del progetto di Dio.

La misericordia, stile di vita proprio di Dio, รจ la forza dellโ€™amore che viene data in pienezza a Gesรน nella risurrezione e da lui partecipata ai discepoli perchรฉ nella loro missione possano rendere visibile la presenza del Signore che viene a salvare.

I discepoli sono chiamati per ricevere la grazia della misericordia che purifica, libera, guarisce per essere essi stessi misericordiosi e missionari della misericordia nei confronti dei loro fratelli.

vv.2-4 – ยซI nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; 3Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; 4Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradรฌยป.

Matteo inserisce lโ€™elenco dei dodici discepoli eletti da Gesรน e chiamati apostoli perchรฉ ยซinviatiยป. Come la scuola di Gesรน รจ la strada del mondo che gli uomini percorrono, le case nelle quali si vive il dolore della malattia e il piacere della convivialitร , le sinagoghe in cui ci si raduna per ascoltare la Parola, cosรฌ i discepoli sono inviati agli uomini per partecipare della loro vita che si svolge per le vie di comunicazione, nelle dimore e nei luoghi di culto. Essi sono apostoli perchรฉ inviati dal ยซsignore della messeยป ยซnella sua messeยป per raccogliere il frutto, dal Pastore per prendersi cura e radunare suo gregge. Inquanto discepoli essi sono messe e gregge, destinatari della Parola di cura, perdona, libera, una volta risposto alla chiamata di Gesรน essi, rimangono sempre bisognosi di aiuto ma diventano anche servi-operai della Parola, missionari di quella misericordia che li chiama a salvezza.

Lโ€™elenco dei dodici apostoli richiama lโ€™inizio del Libro dellโ€™Esodo dove vengono riportati i nomi delle dodici tribรน che compongono il popolo dโ€™Israele. Essi compongono la Chiesa nascente che non da origine ad un nuovo Israele ma รจ principio e modello dellโ€™Israele nuovo che nasce per opera di Gesรน Cristo, il Figlio di Dio.

vv. 5-8– ยซQuesti sono i Dodici che Gesรน inviรฒ, ordinando loro: “Non andate fra i pagani e non entrate nelle cittร  dei Samaritani; 6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. 7Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli รจ vicino. 8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demรฒni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente dateยป.

La missione effettiva dei Dodici รจ preceduta da alcune istruzioni che riguardano gli obbiettivi, il contenuto e il metodo dellโ€™azione missionaria. Piรน che la selezione dei destinatari Gesรน invita gli apostoli a considerare la missione non come proselitismo e opera di convincimento o conversione ma a viverla con lo spirito di chi va incontro al fratello per aiutarlo. Lโ€™intento del divieto di percorrere la ยซstrada dei paganiยป e di ยซentrare nella casa dei Samaritaniยป รจ quello di chiarire sin dallโ€™inizio che lโ€™obbiettivo principale della missione รจ riscoprire la bellezza della comunione fraterna e favorirla purificando sรฉ stessi da ogni idea o progetto estraneo alla volontร  di Dio e al suo stile relazionale.

La compassione di Gesรน da una parte e assunzione della debolezza dellโ€™uomo, e dallโ€™altra รฉ piena fiducia nellโ€™aiuto di Dio. Nella passione Gesรน si รจ unito ad ogni uomo e donna piagati dalle ferite del male e del peccato e, pregando, ha dato voce alla supplica del giusto sofferente per implorare la salvezza. Ottenutala con la resurrezione, Egli dona lo Spirito Santo affinchรฉ accenda nei cuori dei suoi discepoli la luce della fede, della speranza e della caritร . I discepoli, che prima dโ€™incontrare Cristo hanno sperimentato le ingiustizie della vita, rispondendo alla chiamata a seguirlo e decidendosi per lui, ricevono lo Spirito Santo grazie al quale, lungi dallโ€™essere immunizzati dalla fatica e dal dolore o dalle tentazioni, riescono a condurre la lotta contro il maligno sapendo di avere Gesรน con loro come guida e maestro. I discepoli devono sempre fare memoria che, solo per i meriti di Cristo crocifisso e risorto, sono destinatari dellโ€™amore che guarisce, risuscita, purifica, libera. Non per meriti propri sono amati ma per pura grazia; similmente non per acquisire meriti si va in missione ma perchรฉ la gioia del dono si moltiplichi raggiungendo gli ultimi e gli emarginati, a partire da quelli della propria famiglia e comunitร . Proprio loro sono i primi destinatari dellโ€™annuncio della salvezza fatta con parole e gesti intimamente connessi. Lโ€™io del discepolo non รจ nรฉ allโ€™origine nรฉ al temine della missione che svolge. Egli non deve operare da sรฉ stesso e per sรฉ stesso, ma รจ chiamato a essere anello di una catena che nasce da Dio Trinitร  e trova il suo compimento nel Dio Comunione. Il discepolo missionario รจ parte e artefice della tradizione nella quale si trasmette la grazia del Vangelo che si riceve.

Meditatio

Operai di comunione

Gesรน non sโ€™inorgoglisce per il successo e non sโ€™inasprisce per le critiche ma porta avanti la missione di predicare il Vangelo e di guarire ogni tipo dโ€™infermitร  e malattia con cuore libero. Questo perchรฉ, mantenendo lo sguardo del cuore fisso sul volto del Padre, non cerca altro che compiere la sua volontร . La compassione รจ il sentimento che nasce da un animo puro come quello di chi รจ piรน desideroso di scoprire piuttosto che di possedere, di lasciarsi coinvolgere da una bellezza piรน grande invece di occupare posti di potere. Chi ha compassione non si preoccupa di sรฉ ma dellโ€™altro. Infatti, Gesรน, calandosi pienamente nella situazione delle folle stanche e disorientate, coglie il loro bisogno di unitร  e coesione. Le parole che Gesรน rivolge ai discepoli sono dirette anche a noi che spesso siamo accecati dalla gelosia. Come quelle cattive dei farisei anche le nostre parole deformano la realtร  e creano confusione e disorientamento. Lโ€™azione del maligno avviene nel segreto e influisce sullโ€™interpretazione che diamo ai fatti e soprattutto si manifesta nei giudizi taglienti espressi nei confronti degli altri. Sicchรฉ, da operai inviati nel campo per raccogliere la messe diventiamo come cinghiali che invadono i terreni per divorare e distruggere.

โ€œCome sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, che dice a Sion: ยซRegna il tuo Dioยปโ€ (Is 52,7). Le parole del libro del profeta Isaia, scritte cinquecento anni prima di Cristo, annunciano il ritorno di Dio come pastore e guida del suo popolo. La proclamazione dellโ€™evento รจ affidata ai messaggeri che annunciano la pace portata dal Signore che esercita su Israele la sua regalitร . Una delle immagini classiche per indicare il capo del popolo รจ quella del pastore che cura il suo gregge.

Il pastore svolge il suo lavoro sulla strada, cosรฌ come Gesรน percorre cittร  e villaggi, evangelizzando e guarendo, e parimenti i Dodici discepoli sono inviati a predicare strada facendo. La strada รจ il luogo degli incontri non scontati, non programmati, non calcolati. Nel chiaroscuro dellโ€™imprevedibilitร  cโ€™รจ la possibilitร  per la scoperta e per la novitร  che lโ€™incontro con lโ€™altro sempre riserva.

La strada รจ lo spazio dellโ€™incontro con chi non รจ aggrappato alle sue certezze mondane sulle quali confidare, ma รจ in ricerca di ciรฒ che puรฒ realizzare i suoi sogni e i suoi desideri.

La strada รจ lโ€™occasione per incontrare chi lascia la comoditร  e la convenienza di un posto fisso o la propria isola di sicurezza e si avventura. La strada รจ il luogo della condivisione sincera di quello che si porta con sรฉ, le proprie domande, le ferite, i doni ricevuti e diventati patrimonio personale.

Gesรน ci invita ad essere viandanti sulle strade del mondo e non sedentari custodi e vigilanti armati di veritร  astratte. Il pellegrino non seleziona a priori chi incrociare, ma sa solo che sta andando per incontrare tanti volti quante sono le sfaccettature dellโ€™umanitร  complessa e articolata alla quale portare la luce del Vangelo.

Gesรน tra i suoi seguaci ne sceglie dodici con i quali condivide piรน strettamente la sua missione. Il potere sugli spiriti immondi e di guarigione, che ha ricevuto dal Padre, egli lo partecipa ai Dodici. Essi ricevono lโ€™ereditร  di Gesรน e perciรฒ, come i patriarchi dโ€™Israele, sono chiamati a realizzare la promessa di Dio esercitando il potere loro conferito. I Dodici, pur mantenendo ognuno la propria identitร , sono chiamati a vivere al loro interno la fraternitร  mettendo a servizio gli uni degli altri le peculiaritร  personali e riconoscendosi appartenenti ad unica famiglia, discepoli di un unico maestro, legati da un unico patto dโ€™amore. La missione apostolica non รจ un privilegio dato a pochi ma รจ la vocazione di chiunque aderisce a Gesรน Cristo e ne vuole seguire le orme. Infatti, lโ€™essere cristiano non si riduce ad una funzione, ma รจ uno stile di vita caratterizzato dal desiderio di abitare veramente la terra sulla quale si poggiano i piedi per renderla bella e feconda. Lโ€™altra caratteristica dellโ€™essere cristiano consiste nel prendersi cura del prossimo facendosi vicino agli altri fratelli e sorelle. Il regno dei cieli non รจ una teoria ma รจ una persona, รจ Dio che si fa prossimo allโ€™uomo per liberarlo, guarirlo e dargli la vita. Il potere che Gesรน conferisce alla Chiesa passa, attraverso gli apostoli e i loro successori, ad ogni battezzato perchรฉ sia nel suo ambiente di vita il segno vivo ed efficace dellโ€™amore di Dio. Non bisogna confondere la fede con la devozione perchรฉ altrimenti rischiamo di accontentarci di qualche segno di croce abbozzato o di quello che ci si ricorda delle preghiere insegnateci a catechismo per dirci credenti. Non esiste cristianesimo senza missione e non รจ cristiano colui che non avverte la necessitร  di predicare il vangelo con la propria vita, attraverso il modo di parlare, di relazionarsi e di amare.

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร  biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna