don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 17 Novembre 2021

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

Confidenze e affidamento di responsabilità

La parabola ci offre uno spaccato della nostra vita cristiana, una chiave di lettura e un criterio di verifica. Essa è racchiusa tra due momenti o chiamate, come quelle che riguardano i dieci servi. C’è un tempo nel quale si è chiamati per ricevere in consegna un valore e con esso la missione di farlo fruttificare. Segue poi il momento della verifica e della rendicontazione o del giudizio. Tra questi due tempi c’è il “frattempo” dell’attesa del ritorno del Signore nel quale ognuno è responsabile delle proprie scelte.

Il racconto della parabola ci invita a identificarci con uno dei dieci servi e anticipare nel presente, e nel segreto della propria coscienza, quel giudizio finale che sarà un giorno chiaro e palese. Abbiamo bisogno di fare costantemente discernimento e d’interrogarci se siamo servi fedeli che, in obbedienza alla missione ricevuta, investono la moneta affidataci diffondendo il Vangelo mediante le quotidiane e piccole scelte di vita, oppure, vinti dalla diffidenza e dalla paura, preferiamo nasconderla in un fazzoletto vivendo una vita dalla quale non traspare affatto la vocazione alla santità alla quale tendiamo.

La malvagità del servo negligente non consiste nell’aver compiuto una qualche azione cattiva ma nell’aver omesso di fare il bene rendendo così sterile il dono affidatogli e venendo meno all’impegno preso con il padrone. La fedeltà dei servi buoni si è manifestata grazie al fatto che essi, tenendo sempre presente la parola del loro padrone, hanno lasciato spazio alla creatività dello Spirito, al contrario dell’altro, vittima del pregiudizio e della paura. L’insegnamento che viene dalla parabola suggerisce a noi, servi della Parola, di aver sempre un grato ricordo del dono ricevuto in modo da vivere responsabilmente la missione di far crescere il Regno di Dio in mezzo al mondo.

Signore Gesù, mi chiami amico e ti confidi affidandomi la tua Parola, preziosa come una moneta d’oro. Fa che possa coglierne il valore e tradurre il significato per la mia vita in segni eloquenti di carità. Mi affidi la Parola perché sia come seme da spargere nei solchi della storia affinché essa possa diffondersi e fruttificare.

Il tuo Spirito Santo, effuso nel mio cuore, alimenti la fiducia in Te e il desiderio di servirti in modo lodevole e degno guidato dalla missione che mi hai consegnato nel Battesimo di essere fedele nell’annunciare il Vangelo e credibile nel trasmettere il tuo insegnamento. Perdona ogni mio peccato di omissione causato dal fatto di aver preferito obbedire alla voce della paura, dell’orgoglio e dell’egoismo piuttosto che alla tua Parola. Donami il coraggio di rischiare e di perseverare nel bene perché, mettendoci amore nelle piccole azioni quotidiane, manifesti a tutti la bellezza del Regno di Dio.