Venerdรฌ della II settimana di Quaresima
Gen 37,3-4.12-13.17-28 Sal 104
Tra il chiasso della malvagitร si fa strada la presenza silenziosa di Dio
Lโinvidia รจ una brutta bestia perchรฉ scatena gli istinti piรน bassi e aggressivi che piegano i ragionamenti del cuore verso progetti di morte. Anche nellโassemblea giudicante che decreta la morte di Giuseppe si eleva una voce che elabora una proposta le cui intenzioni sono ispirate da Dio. Ruben incarna la figura del sapiente che non si lascia coinvolgere nel progetto di morte ma nutre sentimenti di compassione e offre una proposta ragionevole per mettere in salvo Giuseppe. Il signore dei sogni, come veniva chiamato sarcasticamente dai suoi fratelli, viene messo alla prova e se, per intervento provvidenziale di Ruben, non viene consegnato alla morte, tuttavia, viene tradito perchรฉ venduto come schiavo. In tutto questo Giuseppe appare come inerme vittima della malvagitร di coloro che gli avrebbero dovuto insegnare lโarte della pastorizia e invece lo vendono come pecora da macello. Dio appare il grande assente ma in realtร รจ silenziosamente accanto a Giuseppe e lo conduce attraverso le vicende drammatiche ad essere strumento della salvezza, offerta anche ai suoi traditori.
+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 21,33-43.45
Costui รจ lโerede. Su, uccidiamolo!
Dalla trincea dei conflitti alla prima linea del servizio
I contadini, ai quali era stata affittata la vigna, si comportano da irresponsabili, ladri e assassini. Il loro comportamento รจ lo specchio nel quale vediamo riflesse le nostre miserie. Quando non coltiviamo il ยซtimore di Dioยป, ovvero la consapevolezza della nostra dimensione creaturale e lโumiltร di considerarci servi del Creatore, scatta il dinamismo dellโemancipazione da Colui verso il quale invece dovremmo avere sempre un senso di rispetto e riconoscenza. Senza la gratitudine non cโรจ responsabilitร e senza responsabilitร si fa spazio la presunzione e lโarroganza i cui effetti sono devastanti. Dallโirresponsabilitร , cioรจ il rifiuto di dare conto a qualcuno di superiore a sรฉ, allโappropriarsi di ciรฒ che non ci appartiene il passo รจ breve. Quanto piรน scartiamo Dio dalla nostra vita, ribellandoci con offese e insulti contro coloro che ci educano e ci correggono, tanto piรน alimentiamo nel cuore lโodio e il risentimento che ci consumano.
Il giudizio arriva per tutti, che lo vogliamo o no! Il tribunale sarร composto da tutti coloro attraverso i quali Dio si รจ preso cura di noi e ci ha amato offrendoci gli spazi nei quali crescere come suoi collaboratori e amici. Ogni persona รจ un dono di Dio, ognuno รจ un contributo alla crescita della nostra personalitร . Senza una robusta spiritualitร nutrita di preghiera, catechesi e fraternitร , che fa maturare la nostra relazione con Dio, la nostra vita diventa una guerra continua nella quale siamo in trincea per difenderci da coloro che ci amano e per aggredire coloro che non sono perfetti ma certamente innocui e innocenti. Il Signore ci aiuti a uscire dalle trincee degli inutili conflitti per andare sulla prima linea del servizio.
Leggi la preghiera del giorno.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“
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