Strana figura quella di Giovanni Battista. Avrebbe dovuto seguire โ da che mondo รจ mondo โ la stessa vocazione del padre, sacerdote, e invece no. Chissร , forse per evitare di vivere una vita sterile come la sua. Da Luca sappiamo infatti che Zaccaria e sua moglie Elisabetta erano irreprensibili riguardo le cose di Dio, per poi aggiungere con sottile ironia che โnon avevano figliโ.
Giovanni cosรฌ tradisce il Tempio. E con esso le sue liturgie, i riti propiziatori, gli animali sgozzati, il sangue versato, le carcasse bruciate in sacrificio di soave odore.
Giovanni esce e se ne va. Preferisce il deserto. Una vita austera, sufficiente a sรฉ stessa. Veste di peli di cammello, mangia locuste e miele selvatico.
Giovanni non parla, grida. Nel deserto esistenziale grida la parola che puรฒ salvare. Sente che il tempo stringe ed รจ giunto il momento di andare allโessenziale, a ciรฒ che conta.
Giovanni non predica (come traduce la CEI) โ che sarebbe come acqua sui vetri- ma proclama, proferisce: ferisce con parole che lasciano un segno. E lo fa indipendentemente da chi si trova dinanzi. Potere religioso o civile che sia. Morirร per aver gridato la veritร in faccia al potente di turno, il re Erode.
A chi ritiene che Dio sia localizzato in un luogo, amministrato e ammansito da unโรฉlite di addetti ai lavori โ manco a dirlo โ tutti maschi, egli dice no. Con Giovanni la presenza di Dio emigra dal recinto del Tempio alle pareti della coscienza.
Giovanni chiede la conversione: cambiamento di mentalitร , di testa: usare la coscienza come luogo piรน sacro di un essere umano, e lรฌ si farร esperienza del divino.
I sacrifici per un dio non hanno mai salvato nessuno.
Tanto meno la religione, autoreferenziale e autocelebrativa, fatta di certezze granitiche, giocata su una logica commerciale: io-ti-do-e-tu-mi-dai, e fondata sul principio del merito. Ai pii religiosi Giovanni grida: ยซnon crediate di poter dire fra voi: abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio puรฒ far sorgere figli di Abramo da queste pietreยป.
Gli studiosi sโinterrogano se Gesรน di Nazareth sia stato effettivamente discepolo del Battista.
Chissร . Ciรฒ che รจ certo รจ che quando Gesรน sale al Tempio viene sempre colto a guarire o insegnare (lasciare il segno) e mai ad offrire sacrifici o a bruciare incensi. E quando parla degli addetti alla religione ha parole a vetriolo. Se il Battista li chiama โrazza di vipereโ, Gesรน rincara la dose definendoli โipocriti e sepolcri imbiancati; serpenti e razza di vipereโ (cfr. Mt 23, 1ss.). E definirร il Tempio di Dio come โcovo di ladriโ (Mc 11, 17).
Per poi invitare i suoi ad entrare dentro di sรฉ, dove riposa il โRegno di Dioโ, il punto luminoso dellโintero Universo (cfr. Lc 17, 21), e dove nel silenzio e nella quiete si sentirร una voce antica e sempre nuova che dirร : โmisericordia io voglio non sacrifici. La conoscenza di Dio piรน degli olocaustiโ (Os 6, 6; cfr. Lc 12, 7).
AUTORE: don Paolo Squizzato
FONTE
CANALE YOUTUBE