don Paolo Squizzato – Commento al Vangelo del 13 Marzo 2022

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Tutto รจ trasformazione e questa รจ la legge della vita: il seme diventa pianta, il bruco farfalla, lโ€˜energia materia. E tutto รจ โ€˜impermanenzaโ€™, tutto muta.
Esiziale รจ rifugiarsi in sogni riguardo al passato o al futuro.

โ€œMuori e divieniโ€ dice Goethe. Muori al tuo piccolo io e sperimenterai il Dio che matura in te. E poi dagli credito, lascialo agire, lascia che si dilati in te e ti porti a compimento.
Il Vangelo di oggi ci riconcilia con i nostri fallimenti e i nostri naufragi esistenziali.
Vivere fino in fondo il dolore e il fallimento, le nostre morti quotidiane puรฒ essere premessa perchรฉ si riveli qualcosa di nuovo. Spesso รจ il medesimo veleno maligno che ci ha feriti a morte a rivelarsi lโ€™antidoto migliore per la guarigione.
La cura del dolore sta sempre nel dolore.

Gesรน molte volte invita a riconoscere nel naufragio della propria vita non tanto la fine e la sconfitta, ma unโ€™opportunitร  di vita nuova. Gesรน รจ lโ€™uomo fallito che accogliendo sino in fondo la realtร  in un abbandono totale, ha sperimentato il cominciamento di una vita nuova e per sempre.

Nessuno ama naufragare, si sa, ma spesso proprio ciรฒ si rivela come possibilitร  di approdare in terre sconosciute e lรฌ ricominciare una vita nuova. Sperimentare che la propria vita va in frantumi puรฒ rivelarsi una grazia, quando a sfasciarsi sono i sogni su cui abbiamo costruito la vita, oppure i desideri e le attese che gli altri hanno riversato su di noi.

Dopo essere andati a pezzi, non si tratta di ricomporre i cocci per tornare a come sโ€™era prima; ma piuttosto approfittare della situazione in modo che rimettendo insieme i pezzi possa nascere qualcosa dโ€™inedito, di altro, di inaudito, anche di bellissimo. E che non avremmo mai potuto immaginare.

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La crisi, ciascuna crisi sarร  sempre dunque un atto โ€˜graziosoโ€™, trasfigurazione dellโ€™esistente e manifestazione di una bellezza collaterale inimmaginabile. Basta un atto di fiducia.

La croce ha rappresentato la frantumazione nei discepoli dellโ€™immagine che si erano creati su Cristo e su Dio. Tutto difronte a quel legno รจ crollato. Gesรน stesso ha โ€˜mollato la presaโ€™: i chiodi conficcati nei polsi gli hanno permesso di aprire la mano in un abbandono totale, per poi sentirsela afferrare finalmente da un amore fedele ed essere cosรฌ riportato a casa e questa volta per sempre.


AUTORE: don Paolo SquizzatoFONTECANALE YOUTUBE