Dice Gesรน: ยซvoi mi cercate perchรฉ avete mangiato di quei paniโฆยป (v. 26).
Perchรฉ cerchiamo Dio? Perchรฉ ci garantisca il โpaneโ, un poโ di salute, magari una sicurezza lavorativa, il benessere famigliare? Basterebbe ascoltare le nostre preghiere per rispondere a questa domanda.
Abbiamo ridotto il cristianesimo ad un โself serviceโ religioso, dove ciascuno puรฒ trovare ciรฒ che desidera, dai miracoli in qualche improbabile santuario mariano, a madonne in grado di โsciogliere i nodiโ della propria vita sgangherata, a polizze assicurative sulla salute, a santoni capaci di far miracoli. E se salute, una certa stabilitร economica e un poโ di tranquillitร famigliare si affacciassero effettivamente nella nostra vita, allora si comincerebbe a cercare Dio per qualcosa di piรน sottile, di piรน raffinato: sensazioni forti a livello spirituale, una certa pace dellโanima, una sensazione di energia interiore, una vibrazione dellโanimaโฆ
In unโepoca dove si moltiplicano i centri benessere, rischiamo di ridurre il fatto cristiano e la Chiesa a una โspaโ dei poveri.
Si cercano piรน i โdoniโ di Dio, piuttosto che Dio come dono.
Un rapporto di amore non puรฒ giocarsi sul dare e lโavere, ma sullโesserci.
Il fine dellโamore รจ diventare โUnoโ con lโAmato attraverso la relazione; far spazio allโaltro, sperimentare una sorta di fusione โ senza confusione โ come avviene tra il ferro e il fuoco, dove uno acquisisce le prerogative dellโaltro.
Se non entro in questa comunione, se non divento โunoโ, dallโaltro mi aspetterรฒ sempre qualcosa, un vantaggio, una risposta alle mie richieste, alla mia religiositร , alla mia devozione.
Dio perรฒ non mi sta dinanzi come un dispensatore di grazie, doni e miracoli, ma โdentroโ; non sta fuori di me, ma รจ parte di me. Per questo la vita spirituale รจ infinitamente piรน grande e alta della vita religiosa; questโultima vive di prestazioni per un compenso, la vita spirituale รจ esperienza di unโunione nellโamore, da cui scaturisce lo stile di vita. E in ultima analisi la felicitร .
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ยซTu pretendi di cercare Dio; in veritร fai di Dio una candela, con la quale cerchi qualcosโaltro, e quando lโhai trovato, getti via la candela. Tu abbassi Dio al ruolo di una vacca da latte, che lโuomo custodisce per il proprio profitto, per il latte e il formaggio. Tu fai come quelli che, quando loro va bene, lodano Dio e confidano in lui, come alcuni che dicono: ho dieci moggi di grano e altrettanto abbondante vino questโanno, confido saldamente in Dio! Davvero hai grande fede dico io, ma nel grano e nel vino. Tu mercanteggi con il tuo Dio, dai e fai perchรฉ ti restituisca il centuplo, ma questo dare รจ piuttosto da chiamarsi un chiedere. Finchรฉ operi le tue opere per moventi esteriori, per il regno dei cieli, o per Dio, o per la tua beatitudine, non ti comporti rettamente. Poichรฉ, chi crede di raggiungere Dio nella interioritร , nella devozione o in un dolce rapimento piรน che presso il focolare o nella stalla, agisce come uno che prendesse Dio, gli avvolgesse la testa in un mantello e lo cacciasse sotto una pancaยป (Meister Eckhart, Sermoni Tedeschi).
AUTORE: don Paolo Squizzato
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