don Paolo Scquizzato – Commento al Vangelo del 31 Marzo 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 20, 1-9

Data:

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Myriam, la Maddalena, allโ€™alba dellโ€™Ottavo giorno vede il Signore risorto.

Di che visione si tratta? Non certamente quella data dagli occhi del corpo. I nostri occhi, i nostri sensi, sono preposti a guardare solo lโ€™apparenza, la forma attraverso cui il reale si dร  a noi.

Myriam vede oltre, dietro il reale. Vede lโ€™Essenza. Come avesse alzato il velo dellโ€™inganno, dellโ€™illusione che tutto copre e nasconde, rimanendo senza fiato, piena di stupore di fronte al nuovo mondo che le si appalesa.

Risvegliata alla parte piรน sensibile della sua anima, Myriam vede e fa esperienza dellโ€™immaginale, ossia il luogo in cui si corporalizzano gli spiriti e in cui si spiritualizzano i corpi. Lโ€™immaginale (che non รจ lโ€™immaginario, il sogno) รจ un grado dโ€™esistenza โ€˜superioreโ€™ al possibile.

La Maddalena venuta alla luce di Sรฉ, ha compiuto un passaggio di soglia, e lร  scopre il mondo dietro questo mondo, e oltre al possibile ha esperito lโ€™impossibile. Perfezionato il terzo occhio, o gli occhi del cuore, ora vede lโ€™Essenziale altrimenti invisibile agli occhi di carne.

Myriam, la Maddalena entra cosรฌ tra ยซcoloro che operano una โ€˜fratturaโ€™ nello scorrere deterministico del loro tempo, schegge luminose nella carne opaca della nostra storia, degli istanti che introducono nel chrรณnos la verticalitร  e lโ€™apertura che โ€˜salvaโ€™ยป (Leloup).

Il suo โ€˜immaginaleโ€™, ciรฒ che ora lei vede รจ scevro della materia da vedere: senza corpo da toccare, e pur tuttavia ella vede Colui che ha dato forma a quel corpo e a quella materia che una volta, quando vivevano nello stesso spazio-tempo, ha potuto conoscere sensibilmente.

Myriam ha compiuto sโ€™รจ detto, un passaggio di soglia. รˆ entrata in โ€˜un mondo altroโ€™, per via dโ€™affinamento della sua parte spirituale. Lei la risvegliata ha potuto vedere il Risorto!

Il Signore non รจ risorto. Eโ€™ il Risorto. Lo รจ sempre stato: la questione รจ che non lo siamo noi; abbiamo occhi oscurati, menti obnubilate, abituati a muoverci nelle apparenze e a vivere di sogni. Lasciato cadere i nostri attaccamenti, disposti a venire alla luce di noi stessi ci risveglieremmo e ci apriremmo alla realtร  autentica, a quello che รจ, e che รจ sempre stato lรฌ.

Piรน avanti Gesรน dirร  alla donna: โ€˜Noli me tangereโ€™, โ€˜Non mi trattenereโ€™, non ricondurmi alle categorie del conosciuto, del sensibile e concettuale con cui mi hai sempre conosciuto. Lascia andare. Apriti ad unโ€™altra modalitร  di conoscenza: affina il tuo mondo interiore.

Sono queste le parole che dovremmo fare nostre se vogliamo โ€˜fare esperienza di risurrezioneโ€™, ossia giungere ad una consapevolezza superiore, โ€˜altraโ€™ rispetto a quella in cui siamo abitualmente immersi, e in cui presumiamo di conoscere โ€˜dioโ€™ attraverso le nostre immagini, le nostre categorie, le nostre definizioni. Sarร  quando diverremo ciechi che impareremo finalmente a vedere e a conoscere.

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Chiusi gli occhi allโ€™apparenza e allโ€™illusione attraverso cui questo mondo si dร  a noi, gli apriremo sullโ€™essenziale, sul Reale, su ciรฒ che non รจ destinato a finire.

San Paolo caduto a terra sulla via di Damasco, non vide piรน nulla. E fu solo allora che vide Dio e ne fece finalmente esperienza.

Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato

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