don Paolo Scquizzato – Commento al Vangelo del 12 Ottobre 2025

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Per giungere a Gerusalemme โ€“ la cittร  della pienezza, il luogo dellโ€™incontro โ€“ Gesรน โ€˜deveโ€™ attraversare la Samaria e la Galilea: terre di confine, di lontananza, di inimicizia. Simboli di tutto ciรฒ che รจ escluso, infedele, non appartenente.

Lโ€™amore divino non evita queste terre. Non salta la nostra ombra: la attraversa. รˆ proprio la distanza da Lui il luogo dove puรฒ farsi vicino.

Sono le nostre perdite, le nostre zone smarrite, il punto preciso in cui puรฒ ritrovarci.

Gesรน entra in un villaggio โ€” la parte piรน oscura di me โ€”

e ยซgli vennero incontro dieci lebbrosiยป (Lc 17,12): le mie ferite, le mie parti malate, le zone dellโ€™anima che vorrei non vedere. Quando Egli entra, il male gli si fa incontro: la miseria รจ attratta dalla misericordia, la notte sente il richiamo del giorno.

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Ma accade qualcosa di sorprendente: Gesรน non li guarisce. Dice soltanto: ยซAndate a presentarvi ai sacerdotiยป (v. 14).

Secondo la Legge, i lebbrosi non potevano farlo: gli impuri non varcano la soglia del Tempio, il luogo dove Dio abita. Eppure, proprio qui, si rivela il cuore del Vangelo.

Gesรน sembra dire: non temere. Non credere di essere cosรฌ sporco da non poterti avvicinare. Cammina. Fidati. La via si aprirร  mentre la percorri.

Cosรฌ come sei โ€” con la tua storia, la tua fragilitร , le tue ombre e i tuoi errori โ€” sei giร  immerso nella Vita. Non devi conquistare Dio: ne sei avvolto. Non devi migliorarti per meritare lโ€™amore: devi solo accorgerti di essere amato.

ยซMentre essi andavano furono purificatiยป (v. 14b). La guarigione non รจ un punto dโ€™arrivo, ma un cammino. Accade lungo la strada, nel lento procedere dei giorni, nellโ€™andare fedele anche quando non si vede nulla.

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Non ci รจ chiesto di purificarci per poterci accostare a Dio, ma di imparare a restare in Dio anche nelle nostre ombre. Siamo giร  esseri divini, in cammino verso il compimento di ciรฒ che da sempre siamo.

E di questo โ€” del cammino stesso, della ferita che diventa via โ€” non possiamo che dire: grazie.

Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato.

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