HomeVangelo del Giornodon Paolo Quattrone - Commento al Vangelo di giovedì 30 Maggio 2024

don Paolo Quattrone – Commento al Vangelo di giovedì 30 Maggio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 10, 46-52

“Io credo in Dio ma non nella Chiesa”

Anche oggi ci soffermiamo sulla prima lettura per aggiungere qualche tassello e tentare di delineare il volto di Dio, che resta pur sempre misterioso ma che ha rivelato tanto di sé e soprattutto nella sua Parola, nella Sacra Scrittura dalla quale possiamo attingere indizi importanti per capire qualcosa di più su di Lui.

E’ sempre Pietro che parla, nel brano che leggiamo, e ad un certo punto dice queste parole: “Avvicinandovi a Dio, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale”.

Queste parole ci ricordano che avvicinarci a Dio ci dovrebbe avvicinare anche tra di noi e perciò che la fede non è una roba soltanto intima, non è un privè nel quale rintanarmi. Stiamo attenti alla tentazione terribile e orribile di credere che la fede me la vivo per conto mio. La fede implica la condivisione o la si condivide o ristagna e marcisce.

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La fede è credere in Dio, aderire a Lui, avvicinarmi a Lui ma non si riduce ad una roba a tu per tu ma implica anche l’aprirmi agli altri, ad avvicinarmi agli altri. Non facciamo diventare la fede una sorta di rifugio nel quale ci rintaniamo per dimenticare le brutture del mondo, le fatiche relazionali, per fuggire dagli altri.

La fede non è un rifugio ma un trampolino verso la vita, verso Dio e verso gli altri. Chi si avvicina a Dio non può farlo in modo egoistico, ripiegato su di sé perché come dicevo domenica, Dio cioè la Trinità è in se stessa apertura! Dio desidera che ci mettiamo insieme e non che viviamo come tante monadi, come tante isole.

Dio ama quando le persone si mettono insieme per pregare, per raggiungere un obiettivo, anche se a volte questo chiede fatica, anche se a volte si sbaglia, ci si ferisce, anche se andare d’accordo non è mai scontato o facile. Ricordiamoci che l’avvicinarci a Dio presuppone prima o poi il condividere la fede con altre persone, non posso coltivare la fede da me, non facciamo l’errore di pensare: la fede è una questione tra me e Dio perciò in questa cosa gli altri non servono, me la vedo io con Lui.

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Spesso nella fede si fa fatica ad andare avanti proprio per questo motivo, perché la vivo in modo solitario, chiuso, stantio e alla fine inaridisce. Quando avvertiamo aridità nella nostra vita di fede e spirituale, stiamo attenti che non dipenda dal fatto che me la sto cantando e suonando da solo, cioè non sto condividendo la fede con altri.

La fede chiede condivisione, confronto con altre persone, esperienza da vivere con altri, vedere altre realtà, fare un pellegrinaggio, far parte di un gruppo nel quale condividere la fede e la preghiera. Quando più persone convergono verso lo stesso punto inevitabilmente si avvicinano tra loro, così è per la fede, più ci si avvicina a Dio e di conseguenza ci si avvicina anche agli altri e questo fa del bene e a Dio piace, piace vederci camminare insieme, vivere insieme la fede in Lui anche se sa che a volte ci si scontra, ci si ostacola, ci si ferisce ma fa parte del gioco.

La Chiesa è quell’insieme di persone che cercano insieme di camminare verso Dio pur con le loro difficoltà, i loro limiti ma vi assicuro che è meglio camminare con gli altri in modo imperfetto, coscienti dei limiti di ognuno piuttosto che camminare da soli ritenendoci perfetti. Spesso di sente dire questo slogan: io credo in Dio ma non nella Chiesa. È vero a volte la Chiesa può deludere, può scandalizzarci, possiamo aver fatto esperienza negative ma la Chiesa non ha lo scopo di essere perfetta bensì è una strada per la quale le persone possono camminare insieme nella fede.

Ogni gruppo, composto da più persone ha le sue luci ed ombre ma il belo è che si condivide insieme una strada, un percorso, un obiettivo, un interesse comune.

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