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don Paolo Quattrone – Commento al Vangelo del 25 Novembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: Lc 20, 27-40

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Commento di don Paolo Quattrone – sacerdote della diocesi di Aosta, parroco di Bard, Donnas, Hône e Vert.

Li faccio scappare da Dio o li avvicino?

Nel Vangelo di oggi vediamo che Gesù è tirato dentro dai sadducei, i quali non credevano alla resurrezione dei morti, su questione riguardanti proprio tale argomento e verso la fine del brano Gesù afferma: “Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui”. Tornando un po’ a quanto dicevo ieri, a volte abbiamo la sensazione che credere in Dio non sia un bene ma un male, come se perdessimo qualcosa, come se venisse meno la nostra dignità, come se credere fosse segno di ignoranza, ingenuità, carenza di intelligenza.

Aprici a Dio, credere, instaurare un rapporto di amicizia con Lui non ci toglie nulla anzi, ci dona qualcosa in più, ci dona maggior vitalità. Dio non toglie nulla alla nostra esistenza anzi vi aggiunge gioia, senso, gusto, pace, bellezza, cose che cerchiamo di ottenere per vie spesso sbagliate. Dio non è dei morti, ma dei viventi, chi crede in Lui non viene a contatto con qualcosa di smorto bensì con la vita stessa.

Dobbiamo chiederci come Chiesa, come cristiani, come preti se contribuiamo a far intuire che Dio è vita e non morte, che credere è bello e non qualcosa di triste, che la fede non è noia ma gioia, che coltivare la vita spirituale ci fa bene e non ci toglie nulla anzi. Che idea di fede e di Dio si fa la gente quando noi credenti parliamo di Lui? Quando celebriamo la Messa? Quando ci troviamo per pregare?

Le nostre assemblee sono mortori o trasudano di vitalità, danno l’idea che si ha a che fare con qualcosa di vitale, di energico e di bello? La gente intuisce che aver a che fare con Dio ci dona qualcosa in più, che ci dona ancor più vita, che dona ancor più senso e gusto a ciò che siamo?

Come dicevo ieri, come umanità rischiamo di voler mettere Dio e la fede alla porta e a volte questo accade perché riteniamo che sia una roba noiosa, che ci toglie vitalità altro che donarcela. Che idea diamo di Dio noi cristiani? Siamo cristiani, preti musoni o luminosi, non sto dicendo perfetti ma luminosi. Che idea di Dio trasmetto agli altri?

Li faccio scappare da Dio o li avvicino? Li incuriosisco? A volte ci viene da giudicare ed additare chi non crede, chi non si incammina sulla strada della fede però a volte dipende anche da noi, dal fatto che facciamo passare un’idea, un’immagine distorta, triste, grigia, stantia della fede e di Dio, altro che vita e gioia.


AUTORE: don Paolo Quattrone – Fonte