Alla stessa pena โฆ oggi
Come se la storia dellโumanitร fosse tutta concentrata qui. In questo punto, in questo momento, in questo istante: oggi. Lo comprende un malfattore giustiziato su una croce romana. Patibolo di disonore e didascalico: a chi commette reati gravi cosรฌ sarร resa giustizia.
Alla stessa pena รจ condannato un uomo che non ha fatto nulla di male, non ha il male in sรฉ, รจ Dio. ร Gesรน. E lโaltro malfattore lo chiama proprio col suo nome: Gesรน. Grande teologo lโaltro malfattore: vede la misericordia di Dio accanto a sรฉ a sperimentare la stessa pena. Non sta salvando sรฉ stessa la misericordia. No. La misericordia si incarna nella carne di un reietto, di un peccatore, di un assassino, di un malvivente, di un reprobo, di un condannato alla pena capitale.
Il peccatore manifesto sa lโamore di Dio. Il popolo stava a vedere, condizione permanente di diffidenza, di indifferenza, di inagibilitร , โstiamo a vedere cosa farร โฆ aspettiamo le mosse dellโaltroโ: attesa di eventi e segni che cuori induriti non vedranno mai. Cercare segni che mai vedranno. I capi invece deridevano, il potere che disprezza, denigra, deride, diffama, e uccide, chi ha il coraggio di dire e fare misericordia (retorico ricordarci degli ormai piรน che trentennali sbarchi di migranti nel mare nostrum).
Storie di esclusione. Anche i soldati deridevano armati di morte uccidono lโimbelle, lโumile, il mite, il disarmato. Sradicati dagli affetti bestialmente annientano i volti, i corpi, le storie di chi li incrocia. Storie di violenta esclusione. Ma la storia oggi segna lo spartiacque tra un prima bestiale e un poi umanizzante. Gesรน sta distruggendo il sigillo dellโesclusione, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo (Ef 2,14), Gesรน ascolta lโescluso che gli dice: Gesรน, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno.
Gesรน umanizza nel dramma di unโultimitร , di una vicenda che appare definitivamente conclusa con lโesclusione dalla vita e la fine (in)gloriosa della vita, il Dio della misericordia. Oggi con me sarai nel paradiso, Dio si รจ fatto carne (Gv 1,14) per vivere fino in fondo la morte di noi umanitร fallace. Di noi peccatori. Spalancandoci oggi nella nostra sofferenza come vicenda concreta personale e, ahinoi, globale, policrisi (E. Morin), il paradiso: con lui.
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Il volto di Dio epifania di accoglienza, la diffamazione della croce pienezza della misericordia. Lโescluso รจ dentro al cuore di Dio. Il peccatore entra in paradiso a braccetto, fianco a fianco, cuore a cuore, mano nella mano con Dio stesso: sarai con me. Gesรน รจ per tutti. Lui salvezza personificata fino alla fine capovolge il potere di Dio ed il Dio del potere: chiude e ferma sulla croce, per sempre nellโeternitร , il suo camminare storico per annunciare la misericordia.
Lo fa condividendo fino alla fine la regalitร del suo servire. Per chi nella fede gli chiede ricordati di me. Non salva sรฉ stesso, รจ lโuomo adulto che fino alla fine incarna il dono come veritร dei viventi, come il chicco di grano seminato per moltiplicarsi. Non salva sรฉ stesso ama te e amando te salva il mondo. Dallโodio, dallโesclusione, della vendetta, dalla morte. Lui vita. Lui perdono. Lui paradiso spalancato.
FONTE – Telegram – Chi รจ don Michele
Foto di Steve Haselden da Pixabay
