“Ci vuole coraggio per pregare il Padre nostro. Ci vuole coraggio. Dico: mettetevi a dire ‘papร ’ e a credere veramente che Dio รจ il Padre che mi accompagna, mi perdona, mi dร il pane, รจ attento a tutto ciรฒ che chiedo, mi veste ancora meglio dei fiori di campo. Credere รจ anche un grande rischio: e se non fosse vero? Osare, osare, ma tutti insieme. Per questo pregare insieme รจ tanto bello: perchรฉ ci aiutiamo l’un l’altro a osare.”

Le parole insegnate da Gesรน entrano in risonanza con episodi della vita di Jorge Mario Bergoglio, con la sua missione apostolica e con le inquietudini e le speranze delle donne e degli uomini d’oggi, fino a diventare la guida per una vita ricca di senso e di scopo. Ogni capitolo della conversazione si conclude con dei testi di Papa Francesco – pronunciati nelle udienze del mercoledรฌ o negli Angelus – che approfondiscono e sviluppano temi cruciali come la paternitร , la grazia, il perdono, il male.
Alla fine, don Marco Pozza porta il Padre nostro dentro il carcere, e lascia che due suoi parrocchiani diano voce al dolore che percorre le loro esistenze e alla loro speranza di misericordia.
Ascolta l’intervista di Radio Vaticana a don Marco Pozza
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Pregare il Padre
ยซPadreยป: senza dire, senza sentire questa parola non si puรฒ pregare.
Chi prego? Il Dio Onnipotente? Troppo lontano, non riesco a sentirlo vicino: neppure Gesรน lo sentiva. Chi prego? Il Dio cosmico? Va di moda, in questi giorni, pregare il Dio cosmico: รจ la modalitร politeista tipica di una cultura light…
Tu devi pregare il Padre! ร una parola forte, ยซpadreยป. Tu devi pregare quello che ti ha generato, che ti ha dato la vita. Lโha data a tutti, certo; ma ยซtuttiยป รจ troppo anonimo. Lโha data a te, lโha data a me. Ed รจ anche colui che ti accompagna nel tuo cammino: conosce tutta la tua vita, ciรฒ che รจ buono e ciรฒ che non รจ cosรฌ buono. Se non incominciamo la preghiera con questa parola, detta non dalle labbra ma dal cuore, non possiamo pregare ยซin cristianoยป.
Abbiamo un Padre. Vicinissimo, che ci abbraccia. Tutti questi affanni, tutte le preoccupazioni che possiamo avere, lasciamoli al Padre: Lui sa di cosa abbiamo bisogno. Ma in che senso ยซPadreยป? Padre mio? No: Padre nostro! Perchรฉ io non sono figlio unico, nessuno di noi lo รจ, e se non posso essere fratello, difficilmente potrรฒ diventare figlio di questo Padre, perchรฉ รจ un padre di tutti. Mio, di sicuro, ma anche degli altri, dei miei fratelli. E se io non sono in pace con i miei fratelli, non posso dire ยซPadreยป a Lui.
Non si puรฒ pregare con nemici nel cuore, con fratelli e nemici nel cuore. Non รจ facile, lo so. ยซโPadreโ, io non posso dire โPadreโ, non mi viene.ยป ร vero, lo capisco. ยซNon posso dire โnostroโ, perchรฉ il mio fratello, il mio nemico mi ha fatto questo, quello e… Devono andare allโinferno, non sono dei miei!ยป ร vero, non รจ facile. Ma Gesรน ci ha promesso lo Spirito Santo: รจ Lui che ci insegna, da dentro, dal cuore, come dire ยซPadreยป e come dire ยซnostroยป. Chiediamo allo Spirito Santo che ci insegni a dire ยซPadreยป e a poter dire ยซnostroยป, facendo la pace con tutti i nostri nemici.
Questo libro contiene il mio dialogo con don Marco Pozza sul Padre nostro. Gesรน non ci ha consegnato questa preghiera perchรฉ fosse semplicemente una formula con cui rivolgersi a Dio: con essa ci invita a rivolgerci al Padre per scoprirci e vivere come veri figli suoi e come fratelli tra di noi. Gesรน ci fa vedere cosa vuol dire essere amati dal Padre e ci rivela che il Padre desidera riversare su di noi lo stesso amore che dallโeternitร ha per il suo Figlio.
Spero che ognuno di noi, allora, mentre dice ยซPadre nostroยป, sempre piรน si scopra amato, perdonato, bagnato dalla rugiada dello Spirito Santo e sia cosรฌ capace di amare e perdonare a sua volta ogni altro fratello, ogni altra sorella.
Avremo cosรฌ unโidea di cosa sia il paradiso.
Padre nostro
Santo Padre, il 13 marzo 2013 per me รจ stata una serata un poโ strana. Ero davanti alla televisione, avevo appena recitato i vespri, quindi per la liturgia della Chiesa ero giร nel cuore del 14 marzo, e il 14 marzo compie gli anni la mia mamma. Il 13 marzo lei รจ uscito dalla loggia vaticana e noi abbiamo appreso con immenso stupore che si sarebbe fatto chiamare Francesco, Papa Francesco, e il mio papร si chiama Francescoโฆ Quella sera ho avuto la sensazione di avere Dio cosรฌ vicino come non lโavevo mai avuto prima. Per questo mi piace iniziare chiamandola Santo Padre. Per due motivi: prima di tutto perchรฉ cโรจ il termine Padre che richiama la figliolanza, e poi Santo perchรฉ lei รจ un padre che proclama la santitร di Dio. Mi piace partire proprio da qui, dal concetto di ยซpadreยป, perchรฉ nella preghiera che mi ha insegnato papร quando ero bambino, il Padre nostro, cโรจ quasi lo stupore nel vedere un Dio che si fa dare del tu dalle sue creature. Mi piacerebbe sapere da lei lโemozione di pregare il Padre nostro dando del tu a Dio, anche per il Papa oggi.
A me dร sicurezza. Incomincio da qui: il Padre nostro mi dร sicurezza, non mi sento sradicato, non ho un senso di orfanezza. Ho un padre, un papร che mi porta la storia, mi fa vedere la radice, mi custodisce, mi porta avanti e anche un papร davanti al quale io mi sento sempre bambino, perchรฉ Lui รจ grande, รจ Dio, e Gesรน ha chiesto quello, di sentirsi bambino. Dio offre la sicurezza di un padre, ma un padre che ti accompagna, ti aspetta. Pensiamo alle parabole del capitolo 15 del Vangelo di Luca: la pecorella smarrita, il figlio prodigoโฆ Un padre che, quando ti sei pentito delle strade brutte, delle strade difficili che hai preso e ti prepari il discorso da fare, non ti lascia parlare, ti abbraccia, ti festeggia. Un papร che ammonisce โ ยซStai attento, tieni conto di questoโฆยป โ ma ti lascia libero. Credo che oggi il mondo abbia un poโ perso il senso della paternitร . ร un mondo malato di orfanezza. Dire e sentire il ยซnostroยป del Padre nostro significa capire che non sono figlio unico. ร un pericolo, quello di sentirci figli unici, che corriamo noi cristiani. No, no: tutti, anche quelli disprezzati, sono figli dello stesso Padre. Gesรน ci dice: saranno i peccatori, le prostitute, gli scartati a entrare prima di voi nel regno dei cieli, tutti.
Infatti penso che se potessimo noi metteremmo il cartello ยซProprietร privataยป, solo mia: รจ proprio questa la tentazione. Sarebbe facile pregare un Dio che ha solo un figlio e quel figlio sono io. Invece sapere che il Padre รจ ยซnostroยป forse ci fa sentire un poโ meno soli, nei momenti difficili ma anche in quelli di spensieratezza.




