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don Luigi Verdi – Commento al Vangelo di domenica 28 Aprile 2024

Domenica 28 Aprile 2024
Commento al brano del Vangelo di: Gv 15, 1-8

Dio ci chiede di portare frutto dentro la vita

Un Dio agricoltore รจ il nostro, un Dio contadino dalle mani grosse e callose e dal volto segnato dal sole e dal freddo. Che non solo odora di pecore, le sue, quelle che strappa ai morsi dei lupi, ma che infaticabile lavora nei campi, i suoi, perchรฉ esplodano di vita. Le viti non sono piante alte e me lo immagino, questo Dio, inginocchiato e sudato a prendersi cura di me.

E se il Padre รจ il vignaiolo, il Figlio รจ lui stesso vite, pianta dalle cui radici germogliamo tutti e tutte. Aria aperta, sole, vento: che bello pensare che la nostra vita รจ questa. Lo diceva anche papa Giovanni: โ€œNon siamo sulla terra a custodire un museo, ma a coltivare un giardino fiorente, destinato ad un avvenire glorioso.โ€

Cioรจ festoso, danzante. Ma quel che nel brano di oggi colpisce il mio cuore รจ quel โ€œrimanete in meโ€: mi fa tornare in mente il โ€œresta con noi, perchรฉ si fa seraโ€œ dei discepoli di Emmaus, quel โ€œnon te ne andare, stai ancora con meโ€ che si dicono gli amanti.

Come se anche Dio provasse nostalgia, nostalgia di me. Come se anche lui sentisse il dolore della separazione, lo strappo dello stare lontani. โ€œRimanete in me e io in voi, perchรฉ tra me e voi scorre la stessa linfa, siamo innestati lโ€™uno nellโ€™altro.โ€

รˆ un Dio che scorre nelle mie vene, non distante, non da cercare fuori o altrove, ma tanto intimo e vicino che posso succhiare da lui la vita. E, se mi allontano troppo, rischio che quella linfa non arrivi fino alle mie ultime cellule.

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