don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 5 Agosto 2023

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Si rimane sempre colpiti dagli effetti nefasti che il male produce nella coscienza di chi compie il male. Agli occhi degli altri possono sembrare sicuri di se, ma in fondo vivono sempre con la paura di dover rendere conto. È questo che fa dire a Erode:

«Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».

La seconda cosa che colpisce del Vangelo di oggi è la “scorretta” predicazione dello stesso Giovanni Battista:

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“Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!»”.

Nella nostra società di individualisti ci è insopportabile dover rendere conto agli altri della nostra vita privata, ma la verità è che una persona non vale solo per ciò che in maniera vincente sa fare esternamente, ma anche per come sa gestire la sua vita ad intra. Giovanni Battista non vuole ingerire nella sfera privata, vuole salvare Erode che è diviso in una situazione che alla lunga non gli porterà nessuna felicità.

Non a caso morirà in esilio e con infamia. Noi invece per quieto vivere cerchiamo di ignorare il male con cui delle volte chi amiamo è ostaggio. Per non litigare, non discutere, non passare per vessatori rimaniamo in silenzio davanti alle loro scelte sbagliate. Non abbiamo il coraggio di dire “guarda che sei infelice, perché vivi così?”.

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Ed è proprio questo nostro silenzio che ci rende complici. Il Vangelo di oggi ci sprona a diventare segno di contraddizione alla maniera del Battista, ricordandoci però che egli non fu mai un violento, ma solo un sincero. È sempre difficile dire la verità senza diventare violenti, ma la sfida cristiana è poter andare controcorrente alla maniera di Giovanni Battista e non alla maniera dei crociati.

Questo risulterà oltraggioso per qualcuno, ma Gesù ha chiesto esplicitamente a Pietro di deporre la spada, chi siamo noi per impugnarla nuovamente?

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La cronaca della morte di Giovanni Battista, così come ce la riporta il Vangelo di Matteo, non è solo il resoconto della violenza dei potenti, ma è anche una lezione per i tempi presenti. Giovanni infatti paga la sua parresia, il coraggio di chiamare le cose per nome: “Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla!»”. C’è da dire però che Giovanni non urla la verità in faccia ad Erode per provocarlo o per costringerlo a ucciderlo, ma come estremo atto di bene nei suoi confronti. Dire la verità è un modo di amare l’altro. E questo lo sappiamo per certo perché Erode non accoglie con gioia la costrizione di decapitare Giovanni: “Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista» […] Continua a leggere qui.


✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 14,1-12

AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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